testimonianze 2009 Giugno 16

 

PRIMA DEL RITORNO SULLE STRADE DEL GUATEMALA

 

Care amiche e amici delle ragazze e dei ragazzi di strada,

 

si stanno avvicinando le vacanze e spero che saranno per voi riposanti e serene. Io sto per tornare in Guatemala e volevo darvi alcune notizie dei gruppi delle nostre reti che ho avuto la gioia di visitare in Belgio e in Italia e commentarvi alcune notizie della vita e delle risorse della nostra rete.

 

Matrimoni

Vi avevo già mandato una lettera per dirvi che sabato prossimo si sposano Chiara Ferroni e Massimo. Remo vi ha annunciato un altro matrimonio, quello di Chiara Riva di Lecco e di Francesco Auguri. Chiara, anche lei una mia ex-allieva, che ha fatto un eccellente lavoro di ricerca con donne madri rinchiuse in carcere (si può scaricare dal sito: www.amistrada.net sezioni ricerche). è stata una delle fondatrici del gruppo di Lecco. Questo gruppo come molti di voi ricorderanno, ha fatto un eccellente lavoro di coscientizzazione nelle scuole, in particolare nel Liceo Artistico dove una classe aveva, con la partecipazione di Barbara Ravasio, elaborato e presentato un’opera teatrale molto interessante sulla vita in strada. Grazie al lavoro del gruppo animato da Chiara, il comitato lecchese “Per la pace e la cooperazione tra i popoli” , ha attribuito al MOJOCA, il primo premio per il progetto di reinserimento sociale con una sovvenzione di 15 mila Euro. Francesco, di Sapri, è un artista che ha presentato vari concerti per il Mojoca. A tutti e due, affettuosi auguri da parte mia e dalle ragazze e dei ragazzi del Mojoca ai quali ho comunicato la lieta notizia.

 

Non rispondeva al telefono

La chiamavo varie volte dal mese di marzo ma nessuno rispondeva al telefono. Feci l’ultimo tentativo venerdì scorso e un’ora dopo, ho saputo che il Mojoca aveva perso una grande amica, Gabriella Matteuzzi. Circa due anni fa, mi aveva chiamato dicendomi che don Franco Barbero della comunità di base di Pinerolo le ha aveva indicato il Mojoca perché lei cercava associazioni di bambini e giovani ai quali lasciare parte della sua eredità. Gabriella era gravemente ammalata, soffriva di dolori acuti e desiderava ardentemente la liberazione da queste sofferenze. Il progetto del Mojoca le piacque immediatamente ed era particolarmente attratta dal fatto che la nostra associazione voleva aiutare le ragazze e i ragazzi di strada a realizzare il loro sogno. Ormai Gabriella è liberata dalla sofferenza e penso che un volo di Quetzalitas l’abbia accompagnata nel suo ultimo viaggio. Gabriella, grazie per la donazione che hai fatto al Mojoca, grazie soprattutto per la tua amicizia per le bambine e i bambini di strada, che aiuterai a realizzare i loro sogni.

 

Con tristezza vi dobbiamo anche comunicare la scomparsa di Nico Boeretto del gruppo di don Gianni Gottardi di S. Donà del Piave, che appoggia il Mojoca fin dai primi tempi. La famiglia e gli amici di Nico hanno voluto onorarlo con una donazione per le Quetzalitas. Partecipiamo al loro dolore e diciamo loro che il nostro amico Nico continua a vivere nel Cuore della strada.

 

Premio Maurizio Bruziches

Un’amica, che vuole rimanere nell’anonimato, ha deciso di istituire un premio di 400 Euro all’anno, in memoria del nostro caro amico Maurizio. Questo premio sarà attribuito a sorte ad una ragazza o un ragazzo del Mojoca che avrà terminato con successo l’anno scolastico. Lei non vuole incoraggiare la competizione e quindi le è parso più giusto affidare al caso l’elezione di chi vincerà ogni anno questo premio.

 

Convenzione di collaborazione scientifica tra Università degli Studi “La Bicocca” di Milano e il Mojoca

La nostra amica, Ottavia Albanese, docente a questa università, è riuscita a ottenere un accordo scientifico tra la sua università e il Mojoca che prevede ricerche comuni, soggiorni di docenti e dottorandi in Guatemala e di membri del Mojoca in Italia, corsi di formazione e altre attività scientifiche. Grazie Ottavia per questa convenzione che riconosce il lavoro di ricerche fatte nel Mojoca dal 1993 ad oggi e, soprattutto, nell’elaborazione di una pedagogia dell’amicizia liberatrice.

Durante una lezione a studenti universitari in scienze della formazione, mi sono reso conto che il Mojoca ha molto da insegnare alle istituzioni educative europee. Avevo chiesto agli studenti, divisi in sei gruppi, di elaborare un progetto educativo per categorie di giovani emarginati. Quale non fu la mia sorpresa nel constatare che nei progetti molto dettagliati che avevano ideato, si parlava solo degli aspetti negativi di questi giovani e mai delle loro qualità e risorse. Non si prevedeva nessun tipo, non dico di autogestione, ma almeno di co-gestione. Non si prendeva in considerazione la necessità di lavorare per un cambio della società per attaccare le cause del disagio di questi giovani.

 

Durante un mio soggiorno a Milano, ho partecipato con Santina e Marina, a due incontri all’università e le nostre amiche milanesi hanno anche organizzato una riunione molto interessante del loro gruppo. Marina e Santina sono davvero instancabili.

 

Il cioccolato belga

Ho passato tre settimane nella mia terra natale. Di questo soggiorno che ha riempito il mio cuore di gioia espongo rapidamente gli eventi più significativi per la nostra associazione.

 

Due associazioni che ci aiutano da anni, hanno rinnovato con piena convinzione il loro sostegno al Mojoca e “Solidarietà Mondiale”, organizzazione non governativa del Movimento Operaio Cristiano, ha deciso di sovvenzionare le micro-imprese del Mojoca e altre iniziative per un periodo di quattro anni.

 

Ho accettato l’inivito di Amenis, una bambina di undici anni, di andare a parlare sui bambini di strada nella sua classe di V elementare. Ho avuto il piacere di incontrare venticinque ragazze e ragazzi molto svegli, abituati a pensare con la propria testa e ad esprimersi senza paura. Avevano tante domande da pormi e in un’ora e mezza non mi è stato possibile rispondere a tutti. La sera dello stesso giorno, ho incontrato nella casa di Rachida, madre di Amenis, una donna di origine marocchina che avevo conosciuto all’inizio degli anni novanta quando era responsabile della GIOC (Gioventù Operaia Cristiana) di Bruxelles. Questo gruppo è composto da donne di varie paesi (Marocco, Tunisia, Armenia, Turchia, e anche Belgio) che si aiutano a vicenda e si radunano ogni settimana a turno, in una delle loro case con i propri figli e figlie. Discutono insieme, cenano, prendono iniziative soprattutto per difendere gli immigrati clandestini. Erano una quindicina quella sera e altrettanto i bambini. Abbiamo parlato del Guatemala e molti intervenivano nel dibattito a cominciare dai bambini. Mi hanno raccontato che la domenica precedente erano andati in bicicletta fino ad un centro in cui sono rinchiusi gli immigrati clandestini per protestare contro la detenzione. Una bambina di sette anni ha chiesto a un poliziotto: Ma a te piacerebbe essere rinchiuso lì dentro?. Questo gruppo ha deciso di far parte della rete belga e di lavorare in particolare per il progetto di una cioccolateria nel Mojoca che potrebbe dare lavoro ai nostri giovani e risorse al Mojoca. Vogliamo raggiungere la qualità dei maestri cioccolatieri del Belgio e dell’Italia.

 

Il lunedì di Pentecoste è stato organizzato nella splendida casa parrocchiale del nostro amico André Stuer una festa dell’amicizia. Erano presenti almeno cinquanta persone e una ventina di bambini. Abbiamo parlato del Mojoca, abbiamo cantato, abbiamo mangiato piatti etnici, tra l’altro deliziosi pasticcini arabi preparati da Jamila, che ha promesso di venire tra un anno a insegnare agli apprendisti della pasticceria a fare questi deliziosi dolci marocchini. Sarà molto utile perché dovremo proporre prodotti diversi da quelli che si trovano nei negozi del Guatemala.

 

Un altro evento importante è stato l’incontro a Ansart, nel sud del Belgio, dove si trova la sede del coordinamento della rete Vallona tra una delegazione di Amistrada formata da Nora e Mimmo e il coordinamento di Mojoca Belgio composto da Jacqueline Englebert, Jacques Liesenborghs, André Stuer e André Wenkin . Sono state scambiate idee per coordinare le attività delle due reti. Lascio al comitato di gestione il compito di rendervi conto di questo evento importante per l’avvenire del Mojoca.

 

Sta per nascere un nuovo gruppo di Amistrada in Sardegna

Ho accettato l’invito di Maria Antonietta Collu a partecipare a tre giorni sul tema della strada ad Alghero. Non mi aspettavo un evento culturale di tale importanza che aveva come scopo di formare un nuovo gruppo di Amistrada. E’ stato preparato con maestria da Mari, da sua madre e da un gruppo delle loro amiche, con la partecipazione di associazioni culturali (Obra cultural e Cantiere sociale) e della facoltà di Architettura di questa città. Era previsto per la serata di venerdì 12 giugno, un piccolo incontro nella sede dell “Obra cultural” (ad Alghero è rimasto vivo un dialetto catalano) per discutere della formazione di un gruppo nuovo. Il locale si è rapidamente riempito da almeno quaranta persone e c’è stato un dibattito nutrito sulla realtà della strada e il Mojoca.

Il sabato c’è stato un dibattito animato da vari relatori. Il vice-preside della Facoltà di architettura, ha parlato dei significati contraddittori della strada. Luoghi di incontro che spariscono con l’invasione delle macchine che uccidono la città. Dopo il mio intervento sul Mojoca; Julio Monteiro Martins, ha esposto la sua esperienza di cinque anni come avvocato difensore dei bambini di strada dopo la strage del 1991 a Rio de Janeiro di fronte alla cattedrale che non ha aperto le sue porte per salvare la vita di questi bambini. Il senatore Bulgarelli ha trattato della globalizzazione e delle nefaste leggi razziali contro gli immigrati in Italia. Altri hanno parlato degli zingari nella città. Sono intervenuti anche un consigliere regionale e l’assessore al lavoro e all’immigrazione della Provincia. Mari ha ricordato la figura di suo padre, amico degli zingari, che aveva conservato la tradizione di accoglienza e di rispetto degli stranieri che caratterizzava la società sarda e ha dedicato il dibattito ricordando anche la figura di Maurizio con il quale aveva partecipato ad un soggiorno nel Mojoca.

 

Il dibattito è durato tre ore e nessuno delle 160 persone e più che erano presenti, si è stancato. Quasi tutti sono rimasti per la cena sociale preparata con raffinatezza da Maria, la mamma di Maria Antonietta e delle sue amiche.

 

L’incontro è stato una festa

E’ iniziato con canti di Theresia Bothes che ha suonato l’arciliuto e ha cantato canzoni di amore e di lotta. Theresia, nata da madre olandese e da padre tedesco, è nata in Canada, ha fatto gli studi in Messico, ha studiato la musica barocca in Inghilterra, Germania e Svizzera ed è una artista mondialmente riconosciuta. Ha una voce armoniosa che ricorda quella di Joan Baez e sa animare i partecipanti facendoli cantare. Ha cantato  “las casas de carton”, un’ottima introduzione al dibattito. Theresia ci ha promesso che sarebbe venuta a novembre al Mojoca per tentare di formare un coro e un gruppo di chitarristi. Durante la cena si sono esibiti due gruppi musicali: uno di Alghero con canzoni del dialetto catalano e uno di Sassari con musica e canti del Brasile. L’indomani “le tre giornate sulla strada” si sono chiuse con un laboratorio di scrittura e una bella opera teatrale sugli emarginati di tutto il mondo.

L’iniziativa di Maria Antonietta ha prodotto anche altri frutti perché Arnaldo Cecchini, vice-preside della Facoltà di architettura, vorrebbe giungere ad un accordo con il Mojoca per mandare studenti di urbanistica in Guatemala. E’ stato incuriosito quando ho parlato dello stile delle case coloniali del Mojoca con il patio sui quali si affacciano tutte le stanze e favorisce la comunicazione.

 

Prima di partire per il Guatemala ho preso altri  impegni:  quattro giorni in Piemonte coordinati dai fedeli Angelina e Nico. Una giornata con il caro amico del Mojoca don Piero Nota e la famiglia con cui viveva, costretti a rifugiarsi in Italia perché minacciati di morte dai narcotrafficanti ai quali il loro lavoro sociale sottraeva mano d’opera. E’ previsto un incontro a Piovasco e a Pinerolo.

 

A luglio, su invito di Rosa Fiore e del nostro gruppo di Catanzaro, avrò tre giorni di incontri a Reggio Calabria con lezioni del corso di formazione di educatori professionali e un dibattito pubblico. Rosa ritiene possibile la creazione di un gruppo a Reggio Calabria che è una regione che presenta non poche similitudini con il Guatemala.

 

Al termine di questi incontri mi pare che la crisi che da profitto ai banchieri e ai potenti, nemici dell’umanità, non frena ma aumenta la solidarietà dei gruppi delle nostre reti. Visitando i nostri gruppi del Belgio e dell’Italia, pensavo che è lì e in gruppi simili, che si forma una alternativa al progetto di morte dell’imperialismo.

Durante l’incontro della classe di Amenis, una bambina di undici anni mi chiese: “Dove trovi la forza per continuare a lavorare con i bambini di strada?”. Rimasi interdetto. Tale domanda fatta da una bambina…. e feci loro domande sulle loro amicizie. Tutti i venticinque allievi vollero esprimere quanto era importante per loro l’amicizia e allora risposi alla domanda dicendo che lì mi trovavo bene perché le ragazze e i ragazzi di strada hanno il senso dell’amicizia, di una amicizia fedele, delicata, creativa e quindi che non dovevo trovare altrove la forza per rimanere con loro perché con loro mi sentivo felice. Anche con voi mi sento felice perché la nostra Rete è veramente d’amicizia.

 

Un affettuoso abbraccio,

Gerardo