testimonianze + 2008 Ottobre 20, Vittorio Foa
Vittorio Foa, grande figura della storia italiana contemporanea - resistente antifascista e prigioniero politico, partigiano, membro della Costituente, segretario generale della CGIL, uomo politico - è morto a 98 anni.
Ero andato a trovarlo in aprile scorso nella sua casa a Formia.
Era cieco, ma sempre attivo intellettualmente. Si faceva leggere giornali e libri, dettava articoli, era al corrente della situazione nazionale e internazionale.
E si interessava della condizione delle ragazze e ragazzi di strada, conosceva ed apprezzava il Mojoca.
Immagino che i suoi ultimi giorni siano stati rattristati dal trionfo delle destre in Italia, dal razzismo crescente, dalla diminuzione drastica dell'aiuto governativo ai paesi in via di sviluppo. Ma Vittorio, con tutta la sua lunga vita di militanza, ci insegna e ci incoraggia a non disperare, a resistere, ad impegnarci per un futuro diverso.
Potrete trovare nel nostro sito www.amistrada.net, nella sezione "approfondimenti + le ricerche", una bella biografia di Vittorio elaborata da Fabia Orlandi sulla base di lunghe interviste a Vittorio.
"L'amicizia nella storia di vita di Vittorio Foa". L'amicizie è la parola chiave di questa vita spesa per la giustizia, le amicizia del carcere, della resistenza che sfociano nella maturità in un atteggiamento di amicizia che si estende a tutte le persone, anche ai nemici, Anche per questo Vittorio è esempio di vita.
Chiedo a Fabia di presentare alla moglie di Vittorio le mie condoglianze affettuose e di tutte le ragazze e ragazzi del Mojoca.
Parlerò a loro oggi che è giorno di festa, la festa della rivoluzione di ottobre del 1944, quando il colonnello Jacopo Arbenz e altri giovani militari assieme ad altre persone, sconfissero il dittatore Ubico, aprendo in Guatemala un periodo di democrazia e di riforme sociali.
Furono indette elezioni libere, riconosciuta la libertà di formare partiti politici e sindacati. Il governo rivoluzionario si preoccupò di aprire le scuole a tutte le ragazze e ragazzi mentre fino ad allora l'istruzione era il privilegio delle classi dominanti. Nazionalizzò le terre incolte, togliendo in particolare migliaia di ettari alla multinazionale statunitense "United Fruit Company". Forse questo nome non vi dice nulla, ma conoscete i suoi prodotti, il più famoso, la banana "Chiquita". Era troppo per il governo degli Stati Uniti che finanziarono e addestrarono la parte reazionaria dell'esercito per un colpo di Stato che nel '54 rovesciò il governo di Arbenz. Fu l'inizio di un lungo periodo di quarant'anni di massacri, di genocidi, di dittature militari. In un libro sull'America Latina, Chomsky ci racconta che l'ambasciatore degli Stati Uniti aveva una lista di migliaia di persone da eliminare.
Arbenz in Guatemala è il simbolo di una speranza possibile, come in Italia Vittorio Foa
Gerardo Lutte