testimonianze 2015 giugno 3, Guatemala
Care amiche e cari amici,
un cordiale saluto da parte delle ragazze
e ragazzi di strada e da parte mia e di Kenia che mi sta accompagnando per un
breve soggiorno in Europa.
Questa volta non mi sarà purtroppo
possibile visitare i gruppi di amicizia sparsi in Italia, però sarà possibile
incontrarci il sabato 20 giugno, nel pomeriggio, nei locali della comunità di
San Paolo 152 B in Roma.
Riceverete prossimamente una
comunicazione ufficiale dal nostro presidente Remo.
Anche se i mezzi di disinformazione di
massa non ne parlano, molti di voi sapranno che il Guatemala sta attraversando
una grave crisi politica.
Dal 25 aprile scorso si sta sviluppando
nel paese un movimento di protesta, che mette sotto accusa il governo dell’ex
generale Otto Perez Molina.
Il detonatore della crisi è stata la
pubblicazione di informazioni sul lavoro della CICIG (Commissione Internazionale
Contro l’Impunità), organismo dell’ONU.
Questo organismo aveva scoperto che una
banda criminale, coordinata dal segretario particolare della vice presidente
Roxana Baldetti si era impossessata dell’ufficio delle imposte, organizzando
un’ingente frode fiscale con 1200 imprese nazionali e transnazionali, tra cui la
Monsanto e la Nestlè.
Il 25 aprile una manifestazione
spontanea, convocata tramite i social network, ha radunato più di 20.000 persone
nella piazza centrale della capitale e migliaia di persone nelle città più
importanti del Guatemala.
Dopo la terza manifestazione, la vice
presidente ha dovuto rinunciare al suo incarico e dirigenti dell’ufficio delle
imposte, dell’istituto di sicurezza sociale e del banco centrale nominati dal
generale Pèrez, sono stati arrestati.
Il movimento mette anche sotto accusa il
parlamento, mercato in cui i deputati sono comprati per passare da un partito
all’altro o per votare una legge.
Il 7 settembre prossimo ci saranno le
elezioni del presidente, del vicepresidente, dei parlamentari, dei sindaci e
consiglieri comunali.
Sono due i candidati favoriti:
·
Manuel Baldisson, un uomo d’affari che investe i soldi nella politica,
convinto di realizzare un affare d’oro. Ha comprato i deputati e compra i voti
con materiale per costruire le case, televisori, frigoriferi e motociclette.
·
La seconda candidata, Sandra Torres, ex moglie dell’ex presidente Colon,
durante la presidenza del marito aveva organizzato servizi sociali che gestiva
in modo clientelare.
Tutti e due sono duramenti contestati dai
manifestanti e le probabilità di essere eletti sono oggi molto minori.
Il terzo candidato, Alejandro Sinibaldi,
che rappresentava gli imprenditori nel governo del presidente Pèrez, si è
ritirato perché il partito patriota del generale sta già a pezzi.
L’esito delle elezioni è incerto ed è
probabile un’astensione di massa perché il movimento contesta tutto il sistema
dei partiti e vuole una riforma radicale dello stato.
Il movimento è molto eterogeneo.
Anche l’Ambasciata degli Stati Uniti, il
potere più forte nel paese, premeva per far dimissionare la Baldetti, accusata
di legami con i narcotrafficanti e troppo compromessa per l’ostentazione delle
ricchezze rubate.
Anche il “CACIF”( Confederazione degli
Imprenditori del Guatemala) voleva le dimissioni della Baldetti.
La classe dominante era quindi fortemente
divisa.
Il governo deli Stati Uniti, che sostiene
le società transnazionali, e il CACIF partecipano all’oppressione e alla
corruzione nel paese e non è possibile una riforma radicale dello stato senza
rimettere in causa il potere di queste due istituzioni.
Il movimento non ha leader riconosciuti.
Esiste un coordinamento degli studenti
dell’università pubblica San Carlos, al quale partecipan rappresentanti di
tutte le università private.
Alle manifestazioni prendono parte anche
studenti delle scuole secondarie dei quartieri popolari, associazioni di donne,
di artisti, di omosessuali e di organizzazioni indigene.
All’inizio la maggior parte di
manifestanti appartenevano alle classe media urbana, che era la base elettorale
di Pèrez Molina, che si sentiva tradita perché il generale non aveva rispettato
nessuna delle sue promesse, in particolare quella di ridurre o sopprimere la
violenza e li aveva tartassati con imposte, favorendo i grandi latifondisti e le
società transnazionali.
Non c’è in Guatemala una forza
alternativa capace di dare uno sbocco politico a questa protesta, in gran parte
spontanea, e non è facile prevedere quale ne sarà l’esito a breve e a lunga
scadenza, ma è già importante che gli studenti riscoprano le loro responsabilità
verso tutta la società.
Questa protesta avrà aperto gli occhi a
molti.
Il MOJOCA
Il MOJOCA era presente.
Questi eventi servono molto a formare la
coscienza sociopolitica.
Le bambine, i bambini e i giovani di
strada sono le prime vittime delle ingiustizie sociali e della corruzione che è
l’altra faccia del potere.
Grandi sono le difficoltà per la maggior
parte delle persone in Guatemala, poiché più del 50% vive sotto la soglia della
povertà.
I nostri ragazzi e le nostre ragazze
fanno parte di questa popolazione esclusa.
Avremo l’occasione di parlare in modo più
approfondito del MOJOCA nella nostra riunione del 20 giugno.
Spero tanto di poterti incontrare in
quell’occasione.
Un forte abbraccio di amicizia
Gerardo