testimonianze + 2014 novembre 18, Guatemala

 

Cara amica, Caro amico:

 

Vent’anni sono già passati da quando le prime ed i primi di voi hanno iniziato ad appoggiare il mio lavoro con le ragazze ed i ragazzi di strada del Guatemala.

Così è iniziato Amistrada, un gruppo informale di persone unite dall’amicizia. E così si è sviluppata la nostra rete d’amicizia attraverso rapporti di fiducia e di stima con altre persone.

 

Grazie alla vostra amicizia è nato e ha preso corpo in Guatemala il movimento delle ragazze ed i ragazzi di strada che ha permesso a molti di loro d’inserirsi nella società. 

Grazie alla vostra amicizia centinaia di bambine e di bambini non hanno conosciuto la durezza e la violenza della vita di strada. Numerosi sono stati i successi.

Quest’anno le nostre prime studentesse finiranno gli studi universitari.  

 

Numerose sono state anche le sconfitte, come quella di Francisco di 23 anni che non ce l’ha fatta, e che quest’oggi accompagneremo  al cimitero.

Le umiliazioni della vita di strada nel periodo dell’infanzia, le discriminazioni sociali, l’impossibilità di trovare un lavoro decente sono a volte ostacoli insormontabili.

 

Ma comunque questi giovani avranno sentito il calore dell’amicizia ed il rispetto della loro persona.

 

Dopo vent’anni è bene fare un bilancio, fare il punto sul Mojoca e su Amistrada, decidere se vogliamo proseguire e come.

Molti di noi si sono invecchiati, troppi già sono spariti, gruppi sono scomparsi o rischiano di scomparire. La crisi economica che impoverisce la gran parte della popolazione ha ripercussioni sugli introiti che diminuiscono di anno in anno. 

La prima volta che venni in Guatemala avevo 63 anni. Oggi, che ho quasi 86 anni con una vista quasi spenta, mi chiedo fino a quando mi sarà possibile continuare il mio lavoro. 

 

Ma sono tranquillo. Il mio tempo sta per finire, ho finito la missione che mi è stata affidata e sono tranquillo perché in Guatemala abbiamo una squadra buona capace di continuare da sola il lavoro.

 

Però, nel Guatemala di oggi, sotto il tallone di ferro delle multinazionali, dell’imperialismo finanziario e degli Stati Uniti, il Mojoca ha più che mai bisogno della nostra amicizia per compiere la sua missione.

 

È di questo che vorrei parlare con voi, sperando d’incontrarvi numerosi all’assemblea del 29 novembre prossimo a Roma.

Nell’ultima lettera che vi ho scritto vi avevo comunicato il denso programma d’incontri concordati in Basilicata, Lazio, Piemonte, Veneto e Lombardia. Spero che il dengue, misteriosa malattia tropicale trasmessa da zanzare che spompa tutte le energie vitali, mi permetterà di riempire il programma previsto, che ho chiamato “Il viaggio della Speranza”.

La speranza che nasce dall’amicizia, dalla solidarietà, dalla volontà comune, di continuare a sognare e di costruire una società fraterna.

 

Un affettuoso abbraccio,

Gerardo.