testimonianze + 2014 Settembre 4, Guatemala
Il 4 settembre scorso, il popolo maya, i contadini e molte associazioni hanno ottenuto una vittoria storica, obbligando il parlamento ad abrogare la legge Monsanto, come era stata soprannominata.
Una larga maggioranza aveva votato questa legge il 26 giugno scorso.
Permetteva alla Monsanto e altre multinazionali agro-chimiche di appropriarsi dei semi dei mais, del cotone, dei fagioli e di altre piante, modificandoli geneticamente.
La legge prevedeva di mettere in prigione il contadino che conservava semi per l’anno seguente o li trasportava o li regalava.
Doveva anche risarcire la Monsanto se i semi transgenici, trasportati dal vento o da insetti, contaminavano piantagioni con semi normali.
Mai si era visto un tale movimento di protesta che cresceva di giorno in giorno. Mai si era vista sconfitta in questo modo una potentissima multinazionale statunitense, mai si erano visti i parlamentari unanimemente abrogare una legge che favoriva gli Stati Uniti.
La folla dei manifestanti assiepati di fronte al congresso insultava i parlamentari che avevano approvato la legge, gridando: “traditori!, venduti!” e lanciando loro pomodori.
I mayas, figli dei mais, hanno difeso la loro identità, la loro cultura, la loro tradizione.
Hanno salvato centinaia di specie di mais creati lungo millenni da generazioni di contadini.
Questa vittoria potrebbe cambiare il corso della storia in Guatemala.
Non sarà facile.
La Monsato è stata severamente sconfitta, ma non abbandonerà facilmente la preda: è sempre presente in Guatemala con i suoi semi malefici e i suoi erbicidi a base di diossina e con tutti i prodotti alimentari che contengano materiale transgenico o prodotti chimici dannosi per la salute, tipo la coca cola, la pepsi, edulcoranti, prodotti della Danone, della Nestlé, della Kellogs, vestiti con cotone transgenico.
Non sarà facile che le varie organizzazione di protesta rimangano unite e siano capaci di esprimere un soggetto politico alternativo.
Non sarà facile combattere con la stesa energia le altre multinazionali: imprese minerarie, idroelettriche, di coltivazione intensiva della palma africana e della canna da zucchero per fabbricare gli agro-carburanti di cui hanno bisogno in Europa.
Non sarà facile perché dietro ci sono gli Stati Uniti e le banche che dominano il mondo.
Non sarà facile ma sappiamo che è possibile, a condizione naturalmente che tutti si prendano le loro responsabilità.
E ora care amiche ed amici spetta a voi sbarrare la strada al trattato transatlantico di commercio e investimenti che gli Stati Uniti vogliono imporre all’Europa e che spalancherebbe le porte alla Monsanto ed altre associazioni a delinquere di tipo mafioso.
Gerardo.