testimonianze + 2014 agosto 25 - Guatemala

 

Care amiche e amici,

nell’ultima settimana di agosto, un poco alla volta, quelli che hanno avuto la fortuna di fare vacanze al mare o in montagna, torneranno a casa. Spero che il periodo estivo sia stato per tutti il più sereno possibile in questi tempi difficili.

 

Sono in Guatemala da quasi un mese e mezzo e vorrei darvi qualche notizia in modo telegrafico.

 

Vi ho spesso mandato documenti sul tremendo genocidio dei palestinesi nella Striscia di sangue o sulle minacce che fanno pesare sull’umanità, le corporazioni agro-chimiche statunitensi che producono gli OGM (organismi geneticamente modificati), assieme ad insetticidi ed erbicidi che provocano malattie, cancri e tanti morti.

 

Passiamo a notizie più liete.

Vi ho parlato spesso di ragazzi che senza risorse sono costretti a tornare in strada, ma ci sono anche casi diversi: quelli che fanno sforzi immensi per uscire dalla strada con pochissime risorse. Lo fanno per amore delle figlie e dei figli. E’ il caso di Paola, di Jessica Caroz, di Inés, di Avigayl, di Rosa Saenz e di altre ancora. Madri eroiche. Ci sono anche ragazze senza risorse e niente da vivere che fanno salti mortali per conservare la loro camera che costa loro quanto guadagnano.

 

L’impossibilità di trovare un lavoro, è l’ostacolo maggiore che incontriamo nella nostra azione educativa.

Il 15 agosto scorso, siamo andati a San Raymondo, un villaggio di poche case in piena campagna, dove Carlo Sansonetti ha fondato un’opera ammirevole per aiutare i bambini e anche le bambine dai quattro agli undici anni in poi, sfruttati nella fabbricazione pericolosissima dei petardi. Molti sono vittime di esplosioni, amputati nella dita della mano o bruciati vivi.

 

Carlo ha costruito per loro un centro di salute ben attrezzato dove vengono specialisti italiani di ogni ramo della medicina. Chiederà ai suoi medici, ai suoi chirurghi, estetici, se possono cancellare i tatuaggi, uno dei pretesti per non dare lavoro ai nostri giovani. Sono interventi molto cari per i quali chiedono attorno ai mille euro per cancellare un piccolo tatuaggio.

 

Però non sarà sufficiente, perché il lavoro non esiste, anche per chi ha finito la scuola secondaria.

Dobbiamo continuare il nostro sforzo per creare imprese sociali, una nuova economia sociale, come ha scritto Nino Lisi, in un documento molto interessante e profetico.

Di questo voglio parlare con Carlo Sansonetti che incontrerò domani attorno ad una deliziosa pizza.

 

Carlo ha anche comprato una fattoria, dove allevano polli e vacche e dove coltivano fagioli, mais, ecc.

Pensa che il suo lavoro a San Raymondo sta per finire e vuole lavorare in un altro luogo. Dice che la gente è capace ormai di andare avanti senza di lui.

Ha anche fondato una scuola primaria e pre-primaria dove studiano, si divertono e mangiano bene, duecento bambine e bambini.

 

Vorrei discutere con Carlo della possibilità di una collaborazione inserendo nel suo progetto una fattoria del Mojoca. Il lavoro nei campi potrebbe allontanare più facilmente i ragazzi dalle droghe. E la fattoria potrebbe darci a prezzo conveniente polli, carne, frutta e verdura non nociva per la salute.

Infatti, la nostra salute è in grave pericolo con il mais, le verdure cresciute da semi transgenici e inondate da veleni a base di diossina. Daremo così il nostro piccolo contributo per salvare i semi naturali, prodotti da millenni dal lavoro dei contadini. Potrebbe essere anche questo una fonte di lavoro e un luogo dove ricostruire economie locali dopo il crollo del sistema industriale dominante.

Per ora stiamo contattando associazioni di produttori di distribuzione di prodotti biologici. Come in Europa, questi prodotti costano di più di quelli che crescono con fertilizzanti chimici, erbicidi, insetticidi.

Non so se sarà possibile, ma facciamo tutto ciò che possiamo fare per salvare la salute delle nostre ragazze e dei ragazzi: e poi che bella pubblicità sarebbe per la nostra pizzeria e la nostra pasticceria-panetteria!

 

Il nostro consiglio di Amministrazione non è mai stato così responsabile e creativo.

Si occupano in particolare dei nostri laboratori di avviamento al lavoro e di produzione.

Eva Jo, di origine cinese, cerca e trova lavoro per la sartoria.

Abbiamo trovato finalmente un’ottima istruttrice per il laboratorio di pasticceria e si trovano maggiori aiuti in Guatemala stesso, anche se, tuttora, insufficienti.

 

La prossima domenica 31 agosto, le Quetzalitas organizzano una cena solidale a prezzo popolare. Due euro e mezzo per gli adulti, un euro e mezzo per i bambini. Hanno già venduto 125 cene.

Kenia sta realizzando il sogno di cui ci aveva parlato durante il nostro ultimo soggiorno in Europa: creare qui un gruppo di solidarietà. Già varie persone, in maggior parte ragazze della casa, Quetzalitas, si sono impegnate a dare 20 o 30 Quetzales per una casa di solidarietà.

Le ragazze e i ragazzi di strada praticano la solidarietà come se fosse naturale. Per esempio, le ragazze della casa 8 Marzo, danno viveri e altro alle ragazze che non riescono ad andare avanti con il magro salario che ricevono e c’è sempre un posto a tavola per le ragazze e i bambini che ne hanno bisogno.

 

Naturalmente, anche le difficoltà abbondano in un paese dominato dalle multinazionali, dai narcotrafficanti, dai militari e dagli Stati Uniti. La miseria cresce assieme alla violenza. Viviamo tempi di resistenza in cui si prepara un futuro che vogliamo migliore.

 

A San Raymondo quattro bambine e due bambini ci avevano accompagnati. Sono stati impressionati dalla vita dura dei loro coetanei della campagna. Proporranno alle Mariposas di raccogliere giocattoli per il Natale delle loro amichette e amichetti.

 

Quando avrò più tempo vi scriverò una lunga lettera; però, quelli che comprendono lo spagnolo ricevono molte notizie e spero che prenderanno l’iniziativa di tradurre a tutta la nostra rete.

Spero si sviluppi in Italia, in Europa, un forte opposizione al trattato transatlantico di commercio e di investimenti che aprirebbe, ancora di più, le porte alla mafia transgenica, mettendo in pericolo l’alimentazione e le nostre terre. E’ tempo di mobilitarsi, di reagire. Non aspettiamo la 25° ora. Il punto di non ritorno.

 

Un affettuoso saluto da parte mia, dalle bambine, i bambini, i giovani del Mojoca,

Gerardo