Guatemala, 21 marzo 2014 – lettera dalla strada

UNA NUOVA PRIMAVERA

Care amiche e amici,

vi scrivo questa lettera della strada che sarà l’ultima prima del mio ritorno in Italia il 7 maggio prossimo, dove rimarrò fino all’inizio di giugno. Ho già preso alcuni appuntamenti dall’11 al 16 sarò a Milano, proprio nel periodo in cui Santina presenta una personale delle sue pitture. E’ previsto un incontro per la presentazione del libro bello di Andrea e Laura sul Mojoca. Il 14 in serata, parteciperò ad un dibattito organizzato dalla comunità di base di Busto Arsizio sulla globalizzazione come è vista e vissuta nelle  strade del Guatemala. Il 20 sarò a Vitorchiano per qualche  ora  di psicologia.  Gli amici del “Progetto Uomo”, non mi lasciano andare in pensione anche se partecipo poco alla vita della Facoltà, lasciando a Rosa Laiso la responsabilità delle lezioni agli studenti. Ho anche promesso una visita a Piero Nota a Torino, che mi permetterebbe di vedere gli amici fedeli di Pinerolo e dintorni. Dimenticavo un appuntamento importante, quello del 18 maggio a Roma, con una pizzata nella casetta rossa della Garbatella. Spero che sarà eccellente perché ora che mangio la pizza dell’8 Marzo, sono diventato molto esigente.

BREVI RITRATTI ED EPISODI (cambio i nomi)

Cristina ha 4 anni ed è figlia del miracolo. Sua madre, quando era incinta di lei, fu ricoverata in ospedale e i medici dissero che né lei né la figlia, sarebbero sopravvissute. Invece sono tutte e due vive;, però Cristina è portatrice di handicap, ancora non cammina, dice solo poche parole, ma lei ama la vita, si muove a carponi con grande velocità. Ride, sorride, si innamora, bacia i ragazzini che le piacciono. E’ vivace, intelligente, e mi dicono, molto bella. Lei è la protettrice dei bambini della casa. Se una mamma si arrabbia contro un bambino, strilla e si mette a piangere e a gridare.

Katùn ha 4 anni. Non si lascia baciare da Cristina e mi spiega: “Io non sono il suo papà!”.

Sofia, ha 21 anni, ha già fatto il soggiorno in casa e un tentativo di vita indipendente, poi è tornata in strada con il suo ragazzo. A novembre era diventata rappresentante dei collettivi di strada e in ottobre mi disse: A gennaio chiedo di tornare alla casa 8 di Marzo e mi metto a studiare per finire la scuola secondaria. Anche il mio ragazzo entrerà alla Casa degli Amici, poi dopo 3-4 mesi, cercheremo un lavoro . Metteremo i soldi da parte e prima della fine dell’anno affitteremo un appartamento. Io lavorerò e continuerò gli studi all’Università e voglio lavorare per i miei compagni e compagne di strada. Sofia realizza il suo progetto e ad aprile comincerà a cercare un lavoro.

Sofia e il suo ragazzo hanno assistito alla fine di un pestaggio che ha provocato la morte del “payasito”, un ragazzo di 18 anni che si guadagnava qualche soldo facendo il pagliaccio nei mezzi di trasporto pubblici. Sofia e il suo ragazzo hanno denunciato l’assassinio e hanno assistito al processo con piena coscienza dei rischi che prendevano. Nel paese dell’omertà , chi parla , rischia la vita.

Si chiama Elme, lavora con noi da 13 anni. Ha 3 figli. E quando vede una mamma che cresce il bambino in strada, le propone di tenerlo in casa sua, finché la madre trova una soluzione.

Si chiama Germana, ha 19 anni. E’ figlia di una ex-ragazza di strada ed è formatrice del gruppo “Nueva Generaciòn”. Sta facendo il secondo anno di Diritto all’Università pubblica di San Carlos, la più seria ed esigente del paese. Quando ha iniziato gli studi, le avevo promesso che quando sarebbe arrivata all’Università, l’avrei invitata a fare un giro in Europa. E, “Dios primero” – come si dice qui – parteciperemo all’assemblea generale di Amistrada il 28 novembre a Roma.

LA RINASCITA DEL MOJOCA

Già siamo a buon punto nel processo di rinnovamento del Mojoca. Si può dire che è stata una vera rivoluzione culturale con grandi cambiamenti in tutti i programmi e nel personale che è stato ridotto per mancanza di sovvenzioni. Ora lavorano quattro accompagnatori di strada , quattro nelle case 8 di Marzo e degli Amici. Una nei laboratori di avviamento al lavoro e di formazione, un responsabile degli studi, quattro nell’amministrazione, e una psicologa. In totale, quindici. Abbiamo tre istruttori: nei laboratori e varie persone che lavorano senza far parte del personale regolare: 3 maestre che fanno parte della GIOC. Una medica e un tecnico di informatica . L’amministrazione e anche una consulente amministrativa e giuridica.  Durante le riunioni delle “Mariposas”, due volte al mese, lavorano tre baby-sitter. Non dimentichiamo Lambros, volontario italiano che sta formando l’équipe di strada.

Intraprendere cambiamenti così radicali, comportava senza dubbi, rischi. Ma erano indispensabili per assicurare l’avvenire del Mojoca. I risultati finora ottenuti sono molto incoraggianti. Un vento di primavera soffia sul Mojoca. Si mette tutto in discussione per ottenere migliori risultati. Finalmente i lavoratori sono uniti. Hanno piacere di stare insieme e si aiutano a vicenda. I ragazzi e le ragazze si rendono conto dei cambiamenti positivi.

Il lavoro di strada è meglio organizzato e coinvolge maggiormente le ragazze e i ragazzi. S’incarica anche delle questioni giuridiche, per esempio per ottenere i documenti di identità. Nella scuola i cambiamenti sono più evidenti. Finalmente è un ricordo del passato la scuola elementare tradizionale con la maestra che si fa chiamare signora e tratta i giovani come bambini. Adesso le maestre sono compagne che animano gruppi di studi. L’apprendere diventa un piacere.

Melina ha preso in mano l’organizzazione dei laboratori e delle micro-imprese. La psicologa e la dottoressa, lavorano insieme quando è necessario; fanno un lavoro stupendo e non hanno paura di fare volontariato. La medica ha intrapreso le formalità per ottenere che la nostra clinica abbia la licenza sanitaria che ci permetterà di ottenere il 70% di riduzione sul costo delle medicine. Nelle case i cambiamenti sono meno evidenti e dovremo vedere come farle partecipare maggiormente anche con qualche nuovo educatore. Cambianti anche nell’amministrazione, che si semplifica, diventa più efficace e si occupa anche degli acquisti all’ingrosso e della ricerca risorse.

Il rinnovamento tuttavia si urta contro un grande ostacolo: la mancanza di lavoro che diventa impossibilità di un reinserimento decente nella società.

LA BORSA O LA VITA!

Nelle strade del Guatemala sono evidenti i disastri, le devastazioni, i danni incalcolabili  causate  dal sistema politico-economico che domina il nostro pianeta. Quello delle banche, delle multinazionali e dei paesi predatori. Il mondo intero è al servizio del profitto, del danaro, il cui  tempio è la borsa. E’ un sistema di morte e dobbiamo scegliere tra la borsa o la vita. Questo in Italia, in Grecia e in Spagna, ossia nei paesi del Sud dell’Europa, si capisce meglio che nei paesi del Nord, meno toccati dalla globalizzazione neo-liberale. Nella strada è evidente e questo ci permette di cogliere meglio ciò che succede in America Latina. Per esempio in Venezuela, dove un governo eletto democraticamente è oggetto di attacchi concentrici della destra nazionale ed internazionale che si oppone alle riforme sociali. Sempre succede lo stesso quando un governo latinoamericano tenta di distribuire le ricchezze e creare giustizia ed uguaglianza. E questo non è possibile intraprendere senza togliere risorse alla classe dominante e alle multinazionali.

Questo l’abbiamo visto tante e tante volte e potremmo citare quasi tutti i paesi latinoamericani dove gli Stati Uniti sono intervenuti per rovesciare o  tentare di rovesciare governi, che, non senza errori, tentavano di migliorare le condizioni di salute, di abitazione, di alimentazione, di istruzione di tutta la popolazione. Ricordiamo Cuba, il Nicaragua, El Salvador, il Guatemala stesso, il Cile, l’Argentina, l’Uruguay, l’Ecuador e ora il Venezuela. Il governo bolivariano del popolo del Venezuela e tutte le associazioni popolari devono affrontare nemici temibili che detengono il potere delle finanze, delle armi e dei mezzi di comunicazione di massa. Contro il governo del Venezuela hanno scatenato una campagna mediatica terrorista, utilizzando spesso notizie ed immagini false. Per esempio, molti giornali hanno pubblicato una foto dove si vedono bambini in casse di cartone, foto intitolate “l’ospedale di Chavez”. Questa foto era sta presa in Honduras e si sono serviti delle immagini delle proteste studentesche in Cile come immagini di repressione degli studenti in Venezuela.

La stampa internazionale non dice che persone che hanno organizzato le sommosse in Venezuela, sono state formate alla guerriglia urbana in Messico. E si guardano bene di fare un paragone con ciò che successe negli anni ’70 quando il governo di destra ha represso una ribellione dei quartieri popolari, massacrando gli oppositori. Ancora oggi si scoprono cimiteri clandestini e i primi “desaparecidos” non sono cileni od argentini, bensì  venezuelani.

Non ci rendiamo conto che una sconfitta del governo venezuelano è anche una nostra sconfitta ma è anche una sconfitta delle persone che soffrono la disoccupazione e la povertà nel mondo intero. Questo ve lo spiegherò con molti più dettagli quando parteciperò agli incontri in Europa.

Senza un cambiamento fondamentale in tutto il mondo non c’è soluzione ai problemi della strada. In Europa e negli Stati Uniti, e in tutti i paesi sedi delle grandi banche e delle multinazionali, è necessaria una rivoluzione pacifica ma radicale per creare un mondo di fraternità, di uguaglianza, di amicizia, per salvare l’umanità e il nostro pianeta . Nei gruppi di Amistrada e in molte altre associazioni in Italia, in Belgio e in tutti i paesi del mondo, sta nascendo una nuova umanità che dà importanza alle persone umane.

Grazie e a presto,

Gerardo