testimonianze + 2013 Dicembre 20, Guatemala
Care amiche ed amici, le bambine, bambini e giovani di strada e tutto il Mojoca vi augurano feste natalizie serene ed un anno nuovo pieno d’amicizia, d’amore e di condivisione con gli altri.
I tempi sono duri: molti di voi conoscono difficoltà finanziarie o di salute o hanno parenti sofferenti.
A tutti voi e le vostre famiglie i miei affettuosi auguri.
Da vari mesi non vi scrivo una lettera della strada. Non ho avuto il tempo di fermarmi e di avere la tranquillità necessaria per scrivervi. Come sapete ho passato in ottobre e novembre una ventina di giorni in Italia ed altrettanti in Belgio.
IN ITALIA, CRISI E RESISTENZA
Ho potuto partecipare, con Mirna Cuté che mi accompagnava, alle feste del quarantesimo anniversario della comunità di Base di San Paolo. Sono stati giornate emozionanti nelle quali ho potuto rivedere tante compagne e compagni di Roma e di molte altre regioni d’Italia, con i quali ho fatto un cammino nella speranza di rinnovare la Chiesa e la società.
Sabato 12 ottobre ho incontrato una quarantina di persone della rete ed alcuni nuove persone che venivano per la prima volta alla riunione organizzata da Amistrada, Come sempre è stata una festa d’amicizia.
Non ho avuto il tempo di muovermi molto e sono andato solo a Milano, ospite, come sempre, da Santina e Marina.
Lì ci siamo riuniti con il gruppo storico, provato ora dalle malattie di varie amiche nostre.
Ottavia Albanese, sempre creativa e piena di iniziative, aveva organizzato un’assemblea in un anfiteatro della università “La Bicocca”. Da duecento a trecento studenti riempivano l’anfiteatro, troppo piccolo per accogliere tanta gente, e molti di loro erano seduti per terra. Il tema era “La condizione dei giovani nel momento attuale”, in cui sono ancora maggiormente colpiti dall’emarginazione provocata dall’imperialismo finanziario-speculativo che domina il mondo. All’inizio, gli interventi sulla loro condizione di lavoratori precari o disoccupati, che non hanno i mezzi per affittare una casa ed avere una vita di famiglia con figli, sono stati numerosi. Però, quando è stato chiesto loro cosa stavano facendo per difendere i loro diritti, quasi nessuno ha preso la parola. Solo Denise Benvenuti e Simona Apuzzo hanno preso la parola. Mirna, emozionata di prendere la parola di fronte a tanti studenti universitari, ha fornito una testimonianza sul suo percorso di vita ed il suo intervento è stato applaudito a lungo. Santina e Marina hanno commentato questo incontro.
Spero che Ana Maria abbia mandato a tutti voi questo scritto molto interessante.
In serata siamo andati a cena in una casa della comunità Kayros, dove vivono ragazzi poveri, molti dei quali usciti dal carcere. E’ stato l’incontro per me più emozionante perché molto in loro mi ricordava le ragazze e ragazzi di strada. Con Mirna ci siamo sentiti subito in famiglia, la comunicazione era sincera. I ragazzi non erano numerosi perché vari stavano lavorando o erano impegnati fuori della casa. Dopo il nostro incontro mi hanno riferito che uno dei ragazzi aveva deciso di riprendere gli studi ed un altro la formazione professionale.
A Milano ho incontrato anche Claudia Zaninelli, Giovanna Tedesco e gli amministratori di Manitese. Anche lì eravamo in casa con amiche conosciute da tempo. Ci hanno spiegato le grave difficoltà economiche che incontrano e che li hanno obbligati a sospendere per il 2014 le sovvenzioni che da anni ci permettevano di finanziare la nostra scuola interna. Con gli amministratori ci siamo messi d’accordo sulle scadenze dell’invio dei soldi della sovvenzione che non ho avuto la possibilità d’inviare nel 2013. Con Manitese, con questa organizzazione amica continueremo a lavorare con modalità diverse. Abbiamo verso loro un debito di riconoscenza molto grande perché, oltre alla scuola, alle borse di studio, hanno anche contribuito al finanziamento della ricostruzione del nostro centro educativo.
IN BELGIO, CRESCITA DELLA RETE
In Belgio la crisi non si fa ancora sentire con la stessa acutezza che in Italia e la rete riesce ancora a svilupparsi.
Abbiamo incontrato Anna Vassallo della organizzazione cattolica Entraide et Fraternite” nei locali di questa organizzazione. Ci ha assicurato la continuità delle sovvenzioni che ci danno già da molti anni. Anna è riuscita anche ad ottenere da una fondazione austriaca una sovvenzione per il lavoro di strada.
Come in Italia abbiamo avuto un incontro con le amiche e gli amici della rete, nel quale hanno esposto le varie iniziative che stano prendendo per la fine di quest’anno e l’anno prossimo.
Siamo andati poi nel sud del paese dove si trova la sede della rete Belga d’amicizia con le ragazze e ragazzi di strada. Abbiamo incontrato il gruppo della Gaume, come si chiama questa regione vicina alla Lorena francese ed al Lussemburgo, in un pranzo conviviale organizzato nei locali dell’associazione, fondata dal mio amico André Wenkin, che aveva collaborato con noi nella scuola della Magliana.
André ha fondato un’organizzazione per il reinserimento sociale delle donne in difficoltà ed un centro di sviluppo rurale, che organizza ogni venerdì un mercato agricolo, dove i produttori vendono direttamente ai consumatori. Ci siamo riuniti con André che ci ha comunicato che ogni anno la Fondazione Joseph Wenkin darà al Mojoca una sovvenzione.
Poco prima della nostra partenza, abbiamo avuto un incontro con un giornalista dell’associazione delle famiglie, che ha pubblicato un articolo sul Mojoca ed una rivista che ha una tiratura di 30.000 copie. Contribuirà quindi a far conoscere il Mojoca in molte famiglie che fin’ora non avevamo raggiunto.
Un momento forte del nostro soggiorno in Belgio è stato l’incontro con un gruppo formato da poco, a Rêves, composto da adulti e da giovani della scuola secondaria superiore del paese. Questi giovani avevano invitati alcuni di loro compagni di scuola. Questa presenza è una speranza di continuità dell’associazione Belga. Questo gruppo ha organizzato negli ultimi giorni un’iniziativa per il Mojoca, in occasione del concerto di Natale del coro del paese. All’inizio del concerto alcuni giovani hanno interpretato un canto, scritto da loro, in cui fanno un paragone fra la vita dei giovani europei e quella dei giovani di strada. Un modo efficace per parlare agli altri giovani del Mojoca. Se vogliamo assicurare l’avvenire di Amistrada dobbiamo tentare d’implicare giovani e giovanissimi lasciando loro l’iniziativa di parlare del Mojoca con i loro mezzi di comunicazioni ed i loro linguaggio.
UN VOTO PER IL MOJOCA
Una banca del Belgio ha avuto l’iniziativa originale di organizzare una specie di competizione elettorale in cui si poteva votare per una delle oltre mille duecento associazione di solidarietà che si erano iscritte.
La rete del Belgio faceva parte di queste organizzazioni e si presentava nella provincia di Lussemburgo, dove in pochi giorni ha conquistato il primo posto e lo ha mantenuto fino alla fine della competizione. E’ cosi ha guadagnato il premio di 1000 euro che era dato alle 5 prime associazioni di ogni provincia.
E’ successo poi qualcosa di straordinario, che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare. L’antivigilia della chiusura delle elezioni l’associazione belga ha ottenuto in poche ore più di 1.200 voti conquistando in questo modo il terzo posto nella classifica generale del Belgio. Nell’ultimo giorno è stata superata da un’altra associazione e risulta la quarta tra 2.100 associazioni che partecipavano a questa iniziativa. Noi saremmo già stati contenti di arrivare tra i primi 20 o 30 primi e mai avremmo immaginato di figurare fra i primi 5.
Cos’è successo?. L’invito a votare si è propagato rapidamente nel mondo intero grazie a internet, alle mail, a Facebook, ed in molti paesi persone amiche hanno propagato l’invito a votare per il Mojoca. Io vi cito in disordine alcuni di questi paesi ma penso che siano molto più numerosi. In America, oltre al Guatemala, Bolivia, Peru, Brasile, Messico, Salvador, Nicaragua, Canada, Stati Uniti. In Europa, oltre all’Italia e Belgio, Spagna, Germania, Francia, Svizzera. Questo risultato insperato potrebbe, speriamo, attirare l’attenzione della giuria che dovrà attribuire nei primi giorni di gennaio prossimo premi di 10.000 euro.
Ma il risultato più importante è di aver fatto conoscere il Mojoca a molte persone nel mondo intero e di darci la prova che è possibile mobilitare in poco tempo persone del mondo intero attorno al Mojoca. E’ questo costituisce uno scudo di protezione per le ragazze e ragazzi di strada in caso di intensificazione della repressione poliziesca e militare.
UN PERIODO MOLTO DIFFICILE ED ALLO STESSO TEMPO PIENO DI SPERANZA
Con Mirna, accompagnatrice ideale perché è attenta, organizzata e creativa, siamo tornati il 16 novembre.
Subito mi sono messo all’opera per organizzare nel modo più oggettivo possibile la selezione del personale che rimarrà con noi nel 2014. Le difficoltà finanziare ci obbligano infatti a ridurre il numero di lavoratori da 23 a 15. Ci siamo organizzati nel modo seguente:
A questo si possono aggiungere dati oggettivi come i risultati ottenuti in ogni programma.
Alla fine la giunta direttiva ha scelto con voto unanime le 15 persone che dovranno appoggiare il comitato di gestione nel prossimo anno.
Abbiamo elaborato un profilo della lavoratrice o lavoratore che vuole il Mojoca, elencando i modi di comportarsi adeguati alla filosofia del nostro movimento, nelle relazione con le ragazze e i ragazzi di strada, con i colleghi di lavoro, il modo di svolgere il lavoro specifico di ogni programma.
Il 31 dicembre di quest’anno muore il vecchio Mojoca e il primo gennaio del 2014 nasce il nuovo Mojoca. Un Mojoca in cui le ragazze e ragazzi assumeranno più responsabilmente la direzione del loro movimento ed in cui i consiglieri adulti li appoggeranno in modo efficace ed amichevole.
Scadono tutti i contratti vecchi, i lavoratori firmeranno contratti nuovi all’inizio del 2014 e prima di essere assunti in modo definitivo, per quanto si possa parlare definitivo in una situazione finanziaria e politica così precaria, dopo un periodo di prova di 3 mesi.
La nostra sfida è grande: creare del nuovo con del vecchio. Però abbiamo voluto approfittare di una crisi finanziaria importante nella quale siamo stati amputati di un quarto delle sovvenzioni che ricevevamo per preparare una rinascita del Mojoca.
Sono fiducioso perché la nostra forza sono le ragazze ed i ragazzi stessi, la loro voglia di vivere, la loro volontà, che il Mojoca continui a vivere ed a svilupparsi.
Finisco la lettera perché sto dettando a Mirna.
A pranzo ricevo, nella casa 8 di marzo, il comitato di gestione, che ha fatto quest’anno un grande lavoro ed è sempre maggiormente cosciente dell’importanza del ruolo svolto nel Mojoca.
Care amiche ed amici, continueremo nel 2014 a collaborare per costruire insieme un mondo di pace e di giustizia.
Un affettuoso abbraccio,
Gerardo.