testimonianze + 2011 Dicembre 10,  Guatemala

 

Care amiche ed amici delle ragazze e ragazzi di strada,

 

a nome di tutte le bambine, bambini, giovani e lavoratori del Mojoca e a nome mio personale vi mando i nostri affettuosi auguri per la festa di Natale e per un anno nuovo, che sia sereno, colmo di amicizia, amore e solidarietà.

 

So che per molte e molti di voi, l’anno che sta per finire non è stato facile. Alcuni hanno perso una persona amata, hanno sofferto malattie, visto membri della famiglia o amiche e amici ammalarsi. Altri hanno perso il lavoro o soffrono dell’impossibilità in cui si trovano figlie e figli già grandi per trovare un lavoro decente che non sia precario, malpagato, insoddisfacente. Il Belgio e l’Italia, Paesi delle nostre reti, conoscono un periodo molto difficile. In Italia sembra definitivamente chiusa l’era dell’illusionista, dell’istrione che offre sul mercato prodotti miracolosi e di sinistri pagliacci della lega che danno la colpa di tutto ai meridionali ed agli stranieri. In Belgio come in Italia il rimedio alla crisi aggrava la situazione della gente comune con l’aumento delle tasse, la diminuzione delle pensioni e dei salari, la privatizzazione dei servizi pubblici e l’eliminazione progressiva dei diritti conquistati con dure lotte dai lavoratori. Non si toccano i privilegi dei ricchi, o della chiesa cattolica, non si colpisce la speculazione delle grandi banche che sono all’origine della crisi. Gli uomini che si mettono al governo, seri, professionisti, non fanno che accelerare il dominio del capitalismo internazionale sulla gente e sul mondo. Le conseguenze disastrose del sistema politico-economico-culturale neoliberale si fanno sentire anche nel cuore dell’Europa. Se non riusciamo ad organizzare, a resistere, a cambiare questo sistema, tempi sempre più duri ci aspettano.

 

IL GUATEMALA OGGI

In Guatemala, la distruzione dei legami di solidarietà tra le persone, la decomposizione della società sono molto più evidenti. Come ripeto da anni il Guatemala è la prefigurazione di ciò che diventeranno i nostri Paesi se non rovesciamo l’orientamento dell’evoluzione dell’umanità. Come sapete, è stato eletto come presidente della repubblica, e assumerà le sue funzioni il 14 Gennaio prossimo, il genocida generale Otto Perez Molina che era uno dei capi militari durante il genocidio degli anni ’80 proprio in una zona dove furono perpetrati più di 300 massacri di popolazione civile. Si doveva annientarla per poter annientare la guerriglia. Tutti gli abitanti di un paese preso di mira dall’esercito venivano trucidati, donne e bambine violate, donne incinte sventrate, bambini bruciati vivi. E dietro a questi massacri c’erano i mandanti: l’oligarchia del Guatemala e i suoi padroni, le multinazionali ed il governo degli Stati Uniti.

 

Questo è l’uomo che è stato eletto presidente grazie al 72% dei voti nella capitale. Ha avuto l’appoggio dell’oligarchia, degli imprenditori, delle multinazionali, dei narcotrafficanti, delle bande criminali formate in gran parte da ex-militari dell’esercito genocida. Il governo degli Stati Uniti, l’Unione Europea, non hanno detto nulla, anche se sapevano perfettamente chi è questo generale. E non senza motivo perchè è l’uomo che più degli altri candidati garantisce gli interessi delle multinazionali agro-alimentari, idroelettriche, minerarie, che stanno saccheggiando le ricchezze del Guatemala affamando sempre più il popolo.

 

Purtroppo non c’era nessuna alternativa al generale, tutti i candidati erano di destra e con varianti tutti rappresentavano gli stessi interessi.

 

QUAL È IL FUTURO PER LE RGAZZE E I RAGAZZI DI STRADA?

Difficile rispondere a questa domanda. Il generale ha basato la sua campagna elettorale sul tema molto sentito, soprattutto nella capitale, della sicurezza. È un problema reale e molto preoccupante perché la gente che esce di casa la mattina non è sicura di tornarvi la sera, tanto è diffusa la violenza, frequenti gli assassini ed è pressoché totale la impunità. Ha anche promesso di farla finita con la delinquenza in 6 mesi e di utilizzare l’esercito per arrivare ai suoi fini.

 

Siamo molto preoccupati perchè i gruppi di strada, che infastidiscono spesso la gente che abita nelle vicinanze, sono più visibili, reperibili e indifesi che i gruppi giovanili dei quartieri popolari, le cosiddette “maras”. Ci sono molti pregiudizi sui bambini di strada e pochi quelli che li difenderebbero in caso di repressione violenta. Però Perez Molina sa di essere sotto osservazione e potrebbe quindi prendere precauzioni nei confronti dell’opinione pubblica internazionale e quindi non sappiamo cosa succederà.

 

 

CHE FA IL MOJOCA PER PREVENIRE AZIONI VIOLENTE CONTRO I GRUPPI DI STRADA.

Noi non ci lasciamo paralizzare dalla paura e continuiamo a preparare il prossimo anno sociale come se nulla di grave dovesse accadere. Abbiamo proprio in questi giorni terminato l’elaborazione della programmazione e del preventivo per il 2012.

 

Però allo stesso modo noi vogliamo essere preparati nel caso di una eventuale repressione violenta da parte del nuovo governo. Lo facciamo a quattro livelli:

 

1) A livello dei gruppi di strada.

Stiamo affrontando il problema con ogni gruppo di strada e hanno fatto un’assemblea generale della strada in un salone della ufficiale “Procura dei diritti umani”. Tutti i gruppi di strada erano rappresentati e i sette gruppi hanno eletto un loro delegato per il coordinamento di strada e due rappresentanti nel comitato di gestione. Hanno proposto di scrivere una lettera al nuovo Presidente e misure di protezione da prendere, come un osservatorio della strada, una rete di comunicazione che permettesse che il Mojoca fosse subito avvisato di ciò che succede nei gruppi. L’accento è stato messo sulla responsabilità di ogni persona per proteggere la sua vita. Ora stiamo approfondendo queste tematiche in ogni gruppo. Il gruppo di lavoro di strada composto da 4 accompagnanti e 7 ragazze e ragazzi. Questa settimana tenteremo di capire ciò che ogni ragazza e ragazzo ha intenzione di fare.

Una difficoltà seria a questa azione era presentata del fatto che nella strada si vive alla giornata senza preoccuparsi del futuro e che è ancora molto forte il fatalismo di chi è abituato a ricevere i colpi e si sorprende solo quando è trattato bene.

 

2) Al livello del Mojoca.

Qui prepariamo l’emergenza affinché ogni ragazza o ragazzo che vive nelle case o che già è inserito nella società possa proteggersi e proteggere la casa in cui abita o il centro educativo del Mojoca. Allo stesso tempo ogni collettivo riflette su come potrebbe aiutare le ragazze e i ragazzi che stanno ancora in strada a mettersi in salvo. Recentemente abbiamo affrontato questi temi in una affollatissima assemblea del Mojoca che all’unanimità ha approvato una lettera aperta al presidente e vicepresidentessa. Lettera che ha raccolto subito 180 firme. Sono state fatte proposte concrete che il comitato di gestione dovrà sintetizzare.

 

3) A livello delle associazioni popolari o dei diritti umani in Guatemala.

Già siamo in contatto con molte associazioni e abbiamo preparato una lettera che manderemo a giorni per proporre una alleanza di difesa mutua. A quelli che possono, particolarmente nelle parrocchie e chiese evangeliche, chiediamo se possono procurare un lavoro formale o informale a qualche giovane o un rifugio in caso di necessità. Theresia ci ha messo in contatto con il vescovo di San Marcos, Alvaro Ramazzini, presidente della conferenza episcopale del Guatemala e difensore impavido dei diritti delle comunità indigene contro i soprusi criminali di multinazionali minerarie.

Siamo ottimisti nell’ottenere risposte favorevoli perchè molte altre associazioni condividono i nostri timori.

 

4) A livello internazionale.

Siamo in contatto con molte associazioni, popolari, giovanili, sindacali, culturali, di difesa dei diritti umani di molti Paesi di America Latina e di Europa. A tutti loro manderemo nei prossimi giorni una lettera in cui chiediamo loro di sensibilizzare i mezzi di comunicazione di massa ai problemi che si presentano in Guatemala con la nomina a Presidente della repubblica di un generale genocida. Chiediamo anche a loro di mandare in tilt le poste elettroniche della presidenza e dei vari ministeri sotto una valanga di messaggi elettronici di protesta in caso di violazione dei diritti delle ragazze e ragazzi di strada. Riceverete prossimamente una traduzione della lettera al presidente e della lettera alle associazioni di altri Paesi. Naturalmente è soprattutto alle reti di amicizia belga e italiana che chiediamo di organizzare questa protesta internazionale.

 

SIAMO PRONTI PER INIZIARE IL PROSSIMO ANNO SOCIALE

Da quando sono arrivato in Guatemala, alla fine di Giugno scorso, la mia occupazione principale è stata di rinnovare il Mojoca. Il personale era stanco, diviso, disorientato ed era necessaria una profonda ristrutturazione. Questo sforzo di rinnovamento, ancora non terminato, è molto ben avviato.

 

Era necessario prima di tutto riorganizzare il personale. Abbiamo dovuto sostituire la ragioniera e la responsabile finanziaria. Dopo un processo lungo e accurato di selezione sono stati scelti due sostituti. Sono alla prova per due mesi e speriamo si integreranno bene al gruppo di lavoro dell’amministrazione. Dovevamo trovare anche un secondo accompagnante per la casa dei ragazzi. Stesso processo di selezione, annuncio sui giornali, risposta a un questionario approfondito. Quelli selezionati sono invitati nel centro educativo per conoscere meglio il Mojoca. Vedono il video ultimo di Roberto, visitano il centro educativo, ricevono risposte a tutte le domande. Dopo si passa a un’altra scrematura e poi ad un esame psicologico. Quelli che superano la prova, vengono invitati ad un’intervista con una commissione composta da varie persone del Mojoca, della quale facevo sempre parte, e della quale faceva parte, quando stava qui, anche la nostra Nora. Poi, se devono lavorare con le ragazze e i ragazzi, fanno un periodo di prova con loro, al fine del quale i ragazzi comunicano la loro valutazione. Nella casa degli amici i due candidati selezionati hanno fatto una prova di una settimana. I ragazzi hanno poi fatto una valutazione sotto vari punti di vista e hanno scelto il candidato che sembrava loro il più indicato. Degli undici che hanno conosciuto tutti e due i candidati, 10 si sono pronunciati a favore di uno mentre l’undicesimo si è astenuto. Manuel È stato scelto ed inizierà il suo lavoro questo venerdì 16 Dicembre. Purtroppo non abbiamo ancora trovato un buon artigiano o artigiana per la panetteria-pasticceria. Sarebbe urgente trovarlo perchè ci chiedono spesso più frequentemente di preparare pasti, prima colazione, pranzo e refezione con prodotti della cucina e della pasticceria. È un settore dove ci sono buone probabilità di sviluppare l’impresa di strada. Spero che riusciremo a trovarne rapidamente uno.

 

Era altrettanto necessario, se non di più, ridare autorità al dipartimento di amministrazione. E fare in modo che la parte economica fosse chiaramente sottoposta alla realizzazione del progetto del Mojoca e che fosse chiaro che la direzione operativa del Mojoca deve essere affidata a chi proviene dalla strada. Per questo abbiamo deciso di chiamare Glenda “direttrice amministrativa” e di affidare a lei la responsabilità del personale, e di dare al responsabile della gestione e delle ricerche delle risorse finanziarie e materiali il titolo di “assistente amministrativo”. Infatti avevo osservato che chi aveva il titolo di “amministratore” aveva tendenza a considerarsi la massima autorità operativa nel Mojoca. Glenda si distingue da quelli che l’anno preceduta per la sua visione globale dei problemi, la sua abilità a trattare con le persone delle associazioni donanti, la sua determinazione a far rispettare obblighi e scadenze da tutti i lavoratori. Per esempio ieri, visti i ritardi di alcuni collettivi a presentare le informazioni e la programmazione del 2012, ha comunicato che nessuno era autorizzato a lasciare il Mojoca prima di aver consegnato i documenti che avrebbero già dovuto essere consegnati un mese fa. Alle 21.30, invece che alle ore 17.00, ha potuto tornare a casa e assieme a lei sono usciti gli ultimi ritardatari. Glenda è affiancata nel suo lavoro da altre valide lavoratrici, uscite anche loro dalla strada, come Mirna Cragua che non ha paura, se è necessario, di fare una notte intera di lavoro supplementare. Inoltre, trova il tempo di occuparsi in modo volontario, del collettivo”generazione del cambio”. Allo stesso tempo Glenda, quando è necessario, può venire a dare una mano in pasticceria o in cucina il Sabato e la Domenica. Lo stesso fa Maria Elena che è sempre più efficace e puntuale nei suoi compiti di segretaria. E anche Diana comincia a ingranare bene. Ci sono anche lavoratrici e lavoratori che non provengono dalla strada come Karina, René, Carlos Castello, sui quali si può contare. L’intuizione di affidare alle persone uscite dalla strada la responsabilità del Mojoca si rivela più che mai giusta e lo sarà ancora di più in caso di emergenza.

 

Ora il mio compito non è ancora finito e dovrò parlare con ogni lavoratrice e lavoratore di come migliorare il suo metodo di lavoro e il suo comportamento con giovani e colleghi, si dovrà migliorare la metodologia di ogni programma, soprattutto della strada, della scuola, delle case. Spero di poter finire tutto nei tre prossimi mesi e tornare in Europa all’inizio di Aprile, sperando che il generale non mi obblighi a rimanere per non abbandonare nel pericolo le ragazze ed i ragazzi di strada.

 

NON PREVARRÀ IL PROGETTO DI MORTE DELLA BESTIA

Il cielo è oscuro e minaccioso però il bambino nato in una stalla circa 2000 anni fa da genitori umili del popolo che non avevano trovato un posto in un albergo, ci dà la speranza che il progetto di amore prevarrà contro il progetto di morte dell’imperialismo internazionale. Questa speranza ci è stata trasmessa da generazioni e generazioni, non dai sacerdoti e pontefici, ma dalla gente umile che ha seguito la via tracciata da Gesù e da tutti quelli che hanno insegnato l’amore e la giustizia. E oggi questa speranza è testimoniata dalle ragazze e ragazzi di strada che si alzano e non accettano l’ingiustizia, è testimoniato da voi tutte e tutti che non vi rinchiudete nelle vostre preoccupazioni, nella vostra famiglia, e che vi occupate con le opere, delle sorelle e fratelli anche lontani.

Grazie care amiche ed amici, sappiamo che possiamo contare sulla vostra fedeltà e il vostro amore. Un forte e affettuoso abbraccio,

Gerardo