testimonianze + 2001 novembre 19 - Guatemala
Cari amiche ed amici,
un abbraccio affettuoso da parte mia, dalle bambine e bambini, dalle giovani e giovani di strada del Mojoca, dalle lavoratrici e dai lavoratori del Mojoca e auguri per voi e per la vostra assemblea.
Abbiamo avuto la gioia di avere con noi per 9 giorni Nora che veniva in nome delle reti Europee e ha fatto un ottimo lavoro di riflessione e di incoraggiamento che ci ha confortato in questi tempi difficili per il Mojoca e per il Guatemala. Per me in particolare la sua troppo breve permanenza, la sua gioia, il suo entusiasmo, la sua creatività e positività mi è stata di grande aiuto in un momento non certo facile.
Dalle lettere della strada e dai numerosi messaggi più brevi che vi ho mandato, sapete già l'essenziale della situazione del Paese e del Mojoca. Delle nostre difficoltà, delle nostre speranza. Avete avuto come una cronaca della vita dell'8 marzo e del Mojoca. Quindi non aggiungerò nulla. Tanto più che vi ho mandato anche resoconti molto dettagliati sulle spese sostenute e sui risultati, attività e strumenti di verifica delle attività del Mojoca. Vi siete già resi conto che siamo in una fase intensa di rinnovamento.
Nei prossimi mesi prepareremo due preventivi per il prossimo anno, quello "ideale" che comprenderà tutto ciò che sarebbe necessario per continuare bene tutte le attività e quello "realista", che sarà fatto per affrontare una situazione di entrate inferiori del 20% a quelle di quest'anno. Il divario tra le due dovrebbe essere colmato da risorse trovate in Guatemala, da benefici dei lavoratori di cucina, e di panetteria-pasticceria, da attività produttive realizzate dai singoli collettivi.
Ma dovremmo anche prepararci al peggio visto che con Perez Molina torna al potere la parte peggiore dell'esercito, quella che ha partecipato al genocidio degli anni '80. La nostra preoccupazione è che ha promesso una politica della mano dura, che ha vinto le elezioni grazie al 72% dei voti nella capitale. Ciò vuol dire che avrà l'appoggio attivo di buona parte della popolazione. Inquietante anche il fatto che ha promesso che in sei mesi avrebbe eliminato la delinquenza. In sei mesi potrebbe tutt'al più "pulire" le strade, come dicono qui, ossia far sparire i gruppi di strada e i piccoli delinquenti. I grandi stanno al potere. Dobbiamo rapidamente elaborare piani di emergenza e lo faremo a quattro livelli:
1) La strada. C'è già molta preoccupazione tra i giovani e dieci di un gruppo di diciotto si sono già rifugiati in Honduras. Non solo Honduregni, ma anche Guatemaltechi. Vogliamo rinforzare la nostra organizzazione nella strada con rappresentanti di ogni gruppo nel coordinamento di strada, con la creazione di un osservatorio di strada in modo da essere immediatamente avvisati in caso di repressione violenta. Faremo anche in questi due mesi un lavoro di coscientizzazione affinché molti lascino la strada per tornare nei loro Paesi di origine, nel loro villaggio, nella loro famiglia, e che la maggior parte possibile sappia già dove cercare un rifugio in caso di necessità.
2) Al livello del Mojoca. Studiare ciò che può fare ogni collettivo nella fase della prevenzione. Per esempio incoraggiare le ragazze e i ragazzi pronti a fare questo passo a entrare nelle nostre case di abitazione e accelerare processi per farlo. Nella fase di repressione, mettere immediatamente in atto le misure previste. Le ragazze e i ragazzi usciti di strada, le lavoratrici e i lavoratori saranno invitati ad accogliere una ragazza o un ragazzo nella propria casa.
3) A livello delle associazioni in difesa dei diritti umani, dei sindacati, delle parrocchie e chiese evangeliche, concordare già cosa fare insieme in caso di violazioni dei diritti delle ragazze e dei ragazzi di strada o delle altre categorie di persone emarginate. Il governo potrebbe proclamare lo Stato di Emergenza che proibisce i raduni di più di 5 persone e diminuisce radicalmente i diritti individuali.
4) È per questo che è indispensabile una rete di persone e associazioni di altri Paesi pronte a reagire immediatamente in caso di violenta repressione delle ragazze e ragazzi e dei gruppi di strada. Una valanga di e-mail deve abbattersi sulla presidenza, sui ministeri, sui partiti politici, sulla magistratura e nei giornali del Guatemala. Dovremmo noi raccogliere al più presto gli indirizzi elettronici mentre contiamo su di voi per far inviare il maggior numero di proteste possibili. Si dovrebbe ottenere che giornali più sensibili parlino di ciò che succede in Guatemala, far pressione su parlamentari nazionali ed europei. Ma questa parte la lascio a voi. Noi abbiamo numerosi contatti anche in America Latina e chiederemo loro di essere pronti a proteggere per quanto sia possibile le ragazze e i ragazzi di strada e la loro organizzazione. Sappiamo anche per il Mojoca il futuro è incerto.
Noi allo stesso tempo speriamo che il peggio non succeda, ma dobbiamo essere pronti ad affrontarlo se succede. Però non vogliamo farci una fissazione di Perez Molina, ma continuare a rinnovare il Mojoca, a fare sempre meglio il nostro lavoro, a fare in modo che siano le ragazze e ragazzi a dirigere effettivamente il loro movimento e a fare in modo che l'amicizia liberatrice sia davvero la caratteristica principale del Mojoca.
Il nostro atteggiamento verso gli oppressori non sarà impregnato di odio, ma di amore, perchè se utilizziamo i loro metodi, diventeremo come loro. Crediamo che un cambiamento è possibile ed è con questo spirito che inizieremo il 2012.
Un forte abbraccio di amicizia da parte del Mojoca e mia, un grazie di cuore a voi tutti che ci sostenete con amicizia, ad ogni persona ed ogni gruppo della rete belga e di Amistrada, senza dimenticare naturalmente il suo ammirevole comitato di gestione.
Con me vi saluta anche Vittoria Fantini, volontaria italiana che passa quasi 5 mesi. Che è amata e stimata da tutti nel Mojoca e che per me è una preziosa collaboratrice e segretaria.
Gerardo