testimonianze + 2011 settembre 29 - Guatemala

 

Care amiche ed amici delle ragazze e dei ragazzi di strada,

sono arrivato in Guatemala da più di tre mesi e ancora non ho scritto una lettera dalla strada. Primo perchè molti di voi erano in vacanza durante i mesi di Luglio e di Agosto e poi per i numerosi impegni che ho avuto in questi mesi con il Mojoca.

Spero che siate tornati dalle vacanze riposati e sereni anche se so che vari di voi hanno sofferto malattie o problemi famigliari, che hanno trasformato i mesi di riposo in tempo di preoccupazione e sofferenza.

Seguo da lontano le vicende dell’Italia e so che anche lì la situazione politica, economica e sociale è molto difficile per le classi popolari e medie. Anche da voi si manifestano gli effetti nefasti del sistema mondiale dominante.

Ancora più evidente in un paese lontano del terzo mondo, ai margini dell’impero come è il Guatemala.

 

LA SITUAZIONE ATTUALE DEL GUATEMALA

 

Il  Guatemala di oggi è dominato da quattro poteri economici forti: quello dell’oligarchia tradizionale dei latifondisti discendenti dei primi invasori spagnoli; quello della borghesia emergente degli imprenditori; quello delle multinazionali asiatiche, europee e americane che saccheggiano il paese e inquinano per decenni, se non per secoli, la terra e l’acqua, rubando i metalli preziosi o imponendo monoculture e privando i piccoli contadini dei mezzi di sussistenza; e quello non meno temibile dei narcotrafficanti, che stanno controllando buona parte del territorio e si infiltrano, secondo stime attendibili, nell’80% del capitale produttivo. Ormai si parla del Guatemala come di un narco-stato.

 

Stiamo in piena campagna elettorale. Al primo turno sono stati selezionati due candidati che si contendono la presidenza della repubblica.

 

Il primo è il generale Otto Perez Molina che ha ottenuto il 36% dei voti. Cinquantaquattro deputati e un centinaio di sindaci. Otto Perez Molina ha un passato torbido perchè era capo dell’intelligenza militare durante il genocidio degli anni ‘80 nella regione dell’Ixil dove ci sono stati 300 massacri di popolazione indigena. Inoltre è sospettato di aver organizzato l’assassinio del vescovo Gerardi nell’88 quando era capo dello Stato Maggiore presidenziale che perpetrò questo orrendo crimine.

 

Il secondo, Manuel Baldisón, è un imprenditore multimilionario da non molto tempo. Ha ottenuto circa il 24% dei voti e non molti deputati e municipalità. Però ha fatto un’alleanza con il partito UNE la cui candidata presidente, Sandra Torres, era stata scartata dalla competizione dal tribunale supremo elettorale perchè ex moglie dell’attuale presidente Colom, dal quale divorziò per potersi candidare alle elezioni. I due partiti sommano un numero di deputati e sindaci leggermente superiore a quelli del generale.

 

Il partito patriótico di Perez Molina ha fatto un’alleanza con il ricco pastore evangelico per ricchi Caballeros. Il partito di Caballeros è capeggiato da Nineth  Montenegro, fondatrice del GAN (gruppo di appoggio mutuo, fondato sotto la dittatura militare per rivendicare notizie sui desaparecidos). Un ‘alleanza contro natura.

Perez Molina può contare sull’appoggio dei latifondisti e degli imprenditori. Garantisce meglio i loro interessi. È abituato a reprimere le proteste popolari. Poi l’esercito Guatemalteco da sempre è la milizia privata dell’oligarchia, usata da sempre contro le proteste popolari e i tentativi di cambiare la società. I mezzi di comunicazione di massa appoggiano spudoratamente la candidatura del generale, manipolando i sondaggi elettorali a favore del generale. Un giornalista della “Prensa libre”, (o meglio sedicente libera), ebbe il coraggio di pronosticare una vittoria del generale al primo turno con ben il 60% dei voti validi.

 

Baldisón invece accentua apparenze di sinistra, dicendo di voler far punire i responsabili del genocidio per attirarsi la simpatia del popolo Maya.

 

Però i due candidati sono fondamentalmente di destra. Nessuno dei due si oppone allo sfruttamento delle multinazionali, le quali, probabilmente appoggiano il generale perchè a loro non importa il rispetto dei diritti umani, solo il profitto. Non esitano a ricorrere ai servizi di bande criminali per far sparire sindacalisti e leaders popolari. L’ambasciatore degli Stati Uniti non si pronuncia ufficialmente perchè sarebbe imbarazzante per l’amministrazione di Obama ammettere la preferenza per il generale, sospettato di concorso del genocidio. Ricordiamo però che proprio il governo degli Stati Uniti ha armato e addestrato le truppe speciali incaricate di annientare molte comunità Maya. L’ambasciatore degli Stati Uniti è il proconsole dell’impero in Guatemala.

 

I narcotrafficanti, principali finanziatori della campagna elettorale, sostengono i due candidati perchè sono divisi tra di loro e in lotta per l’egemonia del territorio.

 

Difficile la scelta. È come se dovessimo scegliere tra Bossi e Berlusconi. Bossi è il capo di un movimento razzista e Berlusconi l’imprenditore arricchito con soldi di dubbia origine, populista e istrione.

Le ragazze e i ragazzi di strada hanno più paura del generale che dell’imprenditore.

 

Qualsiasi sia il futuro presidente, lo scenario è già scritto: aumento della guerra tra i carter della droga, conseguente aumento della violenza e dell’insicurezza; accrescimento della miseria nelle classi popolari, soprattutto nelle campagne, e aumento dell’esodo verso le città e dell’immigrazione verso gli Stati Uniti. Criminalizzazione, repressione delle proteste popolari, assassini dei loro leaders e maggiore criminalizzazione ed emarginazione dei giovani delle classi popolari.

Questo è il risultato del progetto di morte dell’economia dominante. Questa è la situazione che potrebbe in un futuro non lontano verificarsi anche in Europa. E minacciare l’avvenire stesso dell’umanità e del nostro pianeta.

 

IL MOJOCA, UNA FRAGILE BARCA SU UN OCEANO IN TEMPESTA.

 

I ragazzi e le ragazze di strada evidentemente subiscono gli effetti della decomposizione sociale.

La strada è diventata molto più violenta ed insicura.

I narcotrafficanti tentano di prendere l’egemonia di alcuni gruppi di strada, regalando droga, offrendo guadagni facili come spacciatori.

Siamo stati obbligati a sospendere i lavori con un gruppo di strada per non mettere in pericolo l’incolumità e la vita dei nostri lavoratori.

 

La miseria crescente, l’impossibilità per i giovani usciti di strada di trovare un lavoro decente, obbligano ragazzi usciti dalla strada a ritornarvi e a ricorrere a furti e aggressioni per trovare da mangiare per loro e i loro figli. Aumenta il numero dei giovani di strada che vengono arrestati e rinchiusi in carcere.

Il Mojoca stesso sta attraversando una crisi dovuta da una parte all’aumento vertiginoso e continuo dei prezzi, dall’altra il personale conosce conflitti interni e tre di loro, tra cui l’amministratrice finanziaria e la ragioniera hanno dato le dimissioni preferendo un lavoro più sicuro e meglio pagato. Speravamo che i laboratori produttivi avrebbero conosciuto un gran successo con la fabbricazione dei prodotti artigianali di falegnameria e di sartoria per una catena di negozi di prestigio per la classe privilegiata. Ma il non coinvolgimento dei giovani in questa impresa, la scelta sbagliata dei prodotti e l’impossibilità di fabbricare i prodotti coprendo le spese hanno provocato il fallimento di questa impresa.

 

RICOMINCIAMO DA TRE

 

La crisi può essere salutare e può condurre a un rinnovamento del Mojoca. I membri del nostro personale che si sono identificati con il progetto del Mojoca, in particolare quelli provenienti dalla strada, non cercano di andarsene, non abbandonano i ragazzi e le ragazze di strada, sono convinti che bisogna costruire una maggiore unione tra di loro per contribuire al rinnovamento del Mojoca. La stesso consiglio di amministrazione, che seguiva da troppo lontano il Mojoca ha deciso di coinvolgersi maggiormente e di prendere una parte attiva per selezionare i lavoratori che fanno bene il loro lavoro e rispettano i valori fondamentali del Mojoca.

 

Ma la mia speranza si poggia principalmente sulle ragazze e i ragazzi stessi. Penso che se loro si responsabilizzano e prendono realmente la direzione del loro movimento le cose cambieranno in modo positivo. Lo constato nella “casa 8 di marzo”, dove da tre giorni le ragazze sono sole, senza accompagnatrici e dove tutto funziona meglio di prima.

 

Domani è convocata una assemblea generale dei ragazzi e ragazze del Mojoca sul tema “Come assicurare il futuro del Mojoca?”.

Ogni collettivo affronterà i seguenti temi:

1)      come risparmiare le risorse del nostro collettivo;

2)      come cercare risorse per il nostro collettivo e per coprire il déficit dei programmi di salute fisica e di sostengo a distanza;

3)      come ristrutturare i laboratori di formazione professionale e di produzione;

4)      come promuovere una maggiore responsabilizzazione dei giovani per raggiungere gli scopi del loro collettivo e del Mojoca;

5)      cosa dovrebbero fare le accompagnatrici e accompagnatori per promuovere una reale autogestione e una amicizia liberatrice e il volontariato.

Questi temi saranno discussi in tutti i collettivi del Mojoca: quelli della strada, delle case di abitazione (che esamineranno anche la scuola e i laboratori), delle Quetzalitas e di Nuova Generazione (che prenderanno in considerazione anche i programmi di inserimento nella società e di borse di studio delle scuole esterne).

 

Mentre vi scrivo questa lettera dettandola a Vittoria Fantini, una simpatica veneta che parla lo spagnolo con il delizioso accento della sua terra, le ragazze della “8 di Marzo” sono radunate per discutere i temi di domani e arrivare con proposte concrete per la vita della loro casa.

È già la seconda riunione che fanno da sole con una partecipazione di tutte loro.

Io non intervengo nelle riunioni, né nella gestione della casa. Do fiducia a loro. Sono solo una presenza rassicurante.

 

Vi scriverò una lettera dopo le elezioni.

Vi racconterò l’evoluzione del Mojoca.

Dobbiamo trovare una nuova amministratrice finanziaría responsabile del personale, una nuova ragioniera, una nuova coordinatrice dei laboratori e una nuova accompagnatrice della “casa 8 di marzo”.

Non sarà facile, perchè molti non vogliono sentir parlare di lavoro con i giovani della strada, i paria della società, (una interruzione per spiegare alla mia dattilografa che i “paria” sono i membri della casta inferiore in India, quelli che non possono essere toccati per non sporcarsi, gli ultimi degli ultimi).

È da loro che ripartirà il risanamento del Mojoca, perchè solo gli ultimi possono cambiare in meglio la società in tutto il mondo.

Dovremmo prepararci a una situazione che potrebbe diventare molto difficile con il nuovo presidente e il dominio sempre più pesante dei narcotrafficanti.

 

A volte mi vengono in mente le immagini dell’Apocalisse, del dominio della bestia dell’anticristo, sulla maggioranza degli umani che portano il suo segno, (dollaro, yen, euro);  penso che la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze di strada non sono segnati dal marchio della bestia e che con loro potremmo resistere.

 

Care amiche e amici, non pensate che sono abbattuto. Sto bene e rimango a fianco di queste ragazze e ragazzi.

Inutile dirvi che più che mai la vostra amicizia è un appoggio morale insostituibile. Vi sentiamo  vicine e vicini a noi. Sappiamo che non siamo soli e in caso di necessità la vostra voce risuonerà forte per difenderci.

Vi auguriamo ogni bene e vi abbracciamo con intensa amicizia,

Gerardo e tutti i ragazzi e ragazze lavoratori e lavoratrici del Mojoca.

 

PS

Avrei potuto raccontarvi molti episodi gioiosi della vita del Mojoca, come la visita del gruppo di Pinerolo, guidato da Angelina e Nico, o di giovani del gruppo di solidarietà di Potenza con Annalisa, o di un gruppo di giovani del Belgio.

Vi potrei raccontare lo spettacolo burlesco delle ragazze e dei ragazzi della strada e dalla scuola sulla farsa elettorale dove avevano ribattezzato i partiti. La “mano dura” che promette il generale, era diventata “mono duro” ossia “scimmia dura”. Avevano introdotto un nuovo partito nella contesa elettorale denominato ”mani all’opera” che faceva un’analisi corretta della condizione dei giovani di strada e proponeva un programma molto simile a quello del Mojoca.

Vi potrei raccontare i grande progressi effettuati nella casa dei ragazzi e in quella delle ragazze, della partecipazione a eventi culturali e politici, Della partecipazione di rappresentanti del Mojoca a un seminario sul lavoro delle donne organizzato dall’ONG belga intitolato “solidarietà mondiale” in Perù e della partecipazione all’inizio di Ottobre a un convengo continentale Della Gioc americana. Dell’impresa di Teresia che farà produrre 3000 CD del coro del Mojoca “Canta La Calle”. 1.500 con il testo spagnolo e la traduzione italiana del testo delle canzoni e 1.500 con la traduzione del testo in francese. Le ragazze e i ragazzi del Mojoca saranno incaricati di inserire nella custodia di cartone il CD e il testo delle canzoni e ogni CD sarà personalizzato dal ragazzo che l’avrà impachettato. Il nostro coro sta facendo evidenti progressi e si è già esibito due volte in concerti pubblici. Aspettano Teresia e Michelangelo per concerti più importanti nella Capitale e in Antigua dove saranno vendute copie del loro CD.

 

Adesso finisco perchè è tempo di mandare Vittoria a nanna.