testimonianze + 2010 dicembre - Guatemala
Care amiche ed amici delle ragazze e ragazzi di strada,
finalmente, mi e’ possibile ricominciare a mandare le lettere dalla strada. Sono in Guatemala da quindici giorni, quindici giorni densi di eventi, assemblee, riunioni e feste e ho già molto da raccontarvi.
Anzitutto vorrei dire a ognuna e ognuno di voi i miei auguri affettuosi e quelli di tutte le ragazze e ragazzi di strada e del personale del Mojoca per una serena fine dell’anno e per il nuovo anno. So che molte famiglie incontrano grande difficoltà e che molte vivono nell’angoscia del domani. C’è un senso diffuso di smarrimento, la sensazione che viviamo un epoca di decadenza, politica ed economica, che crea in molti disorientamento, angoscia, a volte ricerca individualistica di una soluzione.
Non e’ il caso di voi care amiche ed amici di Amistrada che continuate a sostenere le vostre amiche ed amici della strada. L’anno nuovo sarù sereno per tutti noi se continuiamo ad essere uniti da legami di amicizia e di solidarietà.
Il paese sprofonda nell’illegalità
Il crimine organizzato domina sempre più il paese e non si nasconde più. Ad esempio ieri l’incaricato della manutenzione delle case è stato chiamato per telefono da uno sconosciuto che gli ha intimato l’ordine di versare su un conto bancario la somma di 10.000 quetzales se non voleva che i suoi figli fossero ammazzati. Le estorsioni, il traffico delle droghe, i sequestri di persone sono diventate le attività produttive più redditizie nel paese.
Anche l’illegalità « legale » ossia quella dei poliziotti nazionali e urbani si accanisce sempre di più contro le ragazze ed i ragazzi di strada. Da un paio d’anni sono entrati in vigore i cosi detti «transmetro » ossia bus urbani molto rapidi perché circolanti su corsie preferenziali. In ognuno di questi bus c’è un poliziotto urbano che rifiuta sistematicamente l’entrata alle ragazze ed i ragazzi di strada. Una delle attività che permetteva loro di sopravvivere era la vendita di caramelle e cose simili nei trasporti urbani. Ormai non è più possibile, non c’è più da stupirsi: aumenta la disperazione dei giovani, e quindi la violenza. Però anche questo fenomeno fa la sua apparizione in Europa con le misure che colpiscono le università, la scuola e sopprimono migliaia di impieghi. Guatemala è solo più “avanzato”, riguardo al Belgio o all’Italia.
Ristrutturazione del dipartimento di amministrazione
Due giorni dopo il nostro arrivo (dicono nostro perché non sono arrivato solo, ma accompagnato da Valentina che mi accompagna nei miei spostamenti e collabora nella redazione dei testi in italiano e spagnolo. E’ una collaboratrice molto preziosa) abbiamo avuto la prima riunione del consiglio di amministrazione del Mojoca che ha approvato una ristrutturazione dell’amministrazione. Ivonne Rivera ha rinunciato al suo posto di amministratrice. Si è deciso di formare un gruppo di lavoro che deve prendere insieme le decisioni, anche se ognuno ha delle funzioni diverse. Glenda Lopez è la coordinatrice del dipartimento, responsabile dei programmi, dell’elaborazione dei progetti e dei rendiconti descrittivi. È anche incaricata delle relazioni internazionali.
Diana Pernilla in quanto presidente eletta del Mojoca, supervisiona l’andamento di tutti i programmi ed è incaricata delle relazioni con le associazioni guatemalteche. Silvia García è la responsabile finanziaria incaricata della gestione delle risorse umane. Mirna Cragua rimane la segretaria amministrativa assumendo maggiore responsabilità, mentre Maria Elena Larios assume funzioni di segretaria. Io sono il settimo membro e la mia funzione è soprattutto di formazione del personale e di guida.
I ventidue cantieri del Mojoca
Il consiglio di amministrazione ha anche approvato il nuovo progetto triennale “trasformare la ribellione della strada in forza di cambiamento sociale” che comprende ventidue programmi. Malgrado la crisi che ha una incidenza molto negativa sulle risorse di cui possiamo disporre, abbiamo deciso di non sacrificare alcun cantiere, aggiungendo uno nuovo “generazione del cambiamento” destinato agli adolescenti. Abbiamo quindi ventidue cantieri o programmi:
L’anno scolastico chiude in bellezza Il giovedì mattina il Mojoca era in festa per la consegna solenne dei diplomi di promozione scolare a ben quattordici allieve ed allievi della scuola dell’amicizia. È la prima volta dalla fondazione della nostra scuola che tanti alunni sono stati promossi grazie alla competenza e all’impegno dei nostro maestri Nancy, Karen ed Eric. In particolare tutte le ragazze della Otto di marzo sono state promosse. Avreste dovuto vedere i volti di queste alunne ed alunni raggianti di gioia, soprattutto i principianti che hanno preso a leggere e a scrivere.
Non ho ancora tutti i risultati degli studenti che frequentano scuole esterne. Ma vi posso già dire che il prossimo anno avremmo sei studentesse all’università e che molti si stanno scrivendo nella scuola secondaria superiore. Quanto cammino percorso dal 2001 quando tentavo di convincere alcune Quetzalitas a inscriversi alla scuola primaria.
Assemblea generale delle ragazze e ragazzi del Mojoca
Martedì scorso si è svolta l’ultima assemblea generale del 2010. È iniziata alle 10 del mattino ed è terminata dopo le 13. Le ragazze ed i ragazzi hanno partecipato attivamente ascoltando in silenzio tutti gli interventi. In un primo tempo c’e stata un’assemblea plenaria che all’unanimità ha deciso di cambiare la composizione del comitato di gestione. D’ora in avanti sarà composto da rappresentanti dei collettivi della strada, della scuola e laboratori di iniziazione al lavoro, delle case delle ragazze e dei ragazzi, dei laboratori di produzione, delle Quetzalitas, Nueva Generación, Mariposas, e generazione del cambiamento. Le ed i rappresentanti sono eletti dai vari gruppi di cui fanno parte. Solo la presidente continua ad essere eletta dall’assemblea generale. Si è poi passati all’elezione della presidente ed è stata scelta Diana Pernilla, che era coordinatrice della scuola dell’amicizia e degli studi esterni. Quenia e Ines continueranno a lavorare nei cantieri d'inserimento e di servizio giuridico; Sandra continua a far parte del gruppo di strada, mentre Alfonso lavorerà nel laboratorio di pasticceria.
Dopo la proclamazione dei risultati dell’elezione, l’assemblea si è divisa in due gruppi per discutere come salvare la casa dei ragazzi che è in crisi. La discussione è durata a lungo. Io stavo nel gruppo dei ragazzi. Tutti ascoltavano con attenzione gli interventi dei compagni che analizzavano le cause incontrate e proponevano soluzioni. La casa conta attualmente solo tre abitanti, ma nella riunione dieci altri hanno dichiarato il desiderio di entrare nella casa e iniziare il reinserimento nella società. Si è formata una commissione con lo scopo di accelerare la procedura per entrare nella casa. Anche le ragazze hanno dichiarato all’unanimità che era necessario che rimanesse aperta la casa per i ragazzi, hanno dato suggerimenti per farla funzionare bene e si sono dichiarate disposte ad aiutare gli abitanti della casa.
Festa natalizia delle Quetzalitas e Mariposas
C’e la tradizione nel Mojoca che ogni gruppo festeggi il natale durante il mese di dicembre. Quest’anno queste celebrazioni sono stata più austere perché tutti si rendono conto che bisogna risparmiare ed è per questo che le Quetzalitas hanno rinunciato ad andare, come previsto, in un centro ricreativo e si sono riunite nella sede del Mojoca. Erano presenti ben 130 persone delle quali 85 mariposas. Si sono festeggiate quelle che, avendo raggiunto 30 anni di età, lasciano il gruppo, avendo la possibilità di scriversi all’associazione giuridica per continuare ad appoggiare le loro compagne e i bambini di strada. Altre Quetzalitas entrano a 27 anni nella fase del volontariato. Ogni bambina ha ricevuto un regalo di natale offerto da un imprenditore amico del nostro caro Don Gabriele Perfetti. Un gruppo delle Mariposas ha offerto uno spettacolo e tre delle più grandi, che imparano la danza classica, hanno offerto un saggio molto applaudito.
Non potete immaginare la mia gioia di essere in mezzo a tutte queste bambine e bambini. Pensavo all’inizio del Mojoca e avevo difficoltà a credere ai miei occhi, tanto il progresso è stato forte in appena 15 anni: immaginate figlie di ragazze di strada che imparano la danza classica, altre la pittura. Molte di esse hanno brillante risultati scolastici. E si leggeva sui loro volti la felicità. Un miracolo che non è cascato dal cielo ma che è il frutto di un lavoro di quindici anni e del vostro appoggio di amicizia. Spesso mi dicevo che per vedere una sola di queste ragazze o uno solo di questi ragazzi valevano la pena gli sforzi di diciassette anni. Però qui non si trattava di un solo bambino ma di ottantacinque. E c’e ne sono molti altri già inseriti nella società con i loro genitori.
La grande fiera di Natale
Nel parco del Industria della capitale, nelle tre settimane prima di Natale, c’è una grande fiera con centinaia di negozi che offrono tutti i tipi di merci. Per la prima volta i laboratori solidali del Mojoca erano presenti a questa fiera con prodotti della sartoria, della bigiotteria e della falegnameria. Forse non si guadagnerà molto perché la concorrenza è aspra, però era importante essere presente e farsi conoscere.
Mirna Cuté prende molto sul serio il suo lavoro di coordinatrice dei laboratori solidali è aiutata da Sara per la sartoria da Mariza in cucina, da Rosa, Yesenia e Jenny per la pasticceria- panificio e da Cirillo per la falegnameria.
In un tempo in cui molti negozi chiudono non è facile lanciare una nuova impresa. Però abbiamo tutti la speranza che riesca questa audace iniziativa e dia un lavoro e un salario decente a un numero sempre crescente di ragazzi e ragazze di strada.
L’ultima nascita del Mojoca “Generazione del Cambiamento”
Oggi 17 dicembre è stato fondato il gruppo “Generazione del Cambiamento” da Germania “16 anni, 1º Liceo”, Celeste “16 anni, 1º segreteria”, Evelin “17 anni, 1º Liceo”, Javier “16 anni, 1º Liceo”, Fatima “14 anni, 1ª media”, Valeria “12 anni, 1ª media”. Tutte e tutti sono figlie e figli di ragazze uscite dalla strada. Non si vergognano del passato delle loro madri, anzi sono orgogliose e riconoscenti perché per amore per loro, le loro mamme sono uscite dalla strada.
Ognuna e ognuno ha detto perché voleva far parte di questo gruppo e nessuno ha menzionato vantaggi personali. Il gruppo vuol essere la testimonianza vivente che il cambiamento è possibile e incitare le ragazze e ragazzi di strada a fare lo sforzo per inserirsi in modo critico nella società. Vogliono anche un cambiamento di società, pensando che i giovani hanno un ruolo importante da giocare per costruire una società più giusta.
Saranno anche aiutati a studiare fino all’università. A questo scopo è stato creato tra Italia e Belgio un “fondo HGCL” che finanzierà questo gruppo perchè non possiamo in questi tempi di crisi usare le risorse del Mojoca. Germania ha proposto loro una prima attività. Partecipare alla pittura del murale che con Valentina sta preparando per l’entrata della casa della 13ª strada. Ho visto lo schizzo, ma non vi dico nulla, vi manderemo una foto quando sarà fatto.
Il Mojoca non può sparire
Due anni fa da un giorno al altro fu chiusa Casa Alianza, potentissima organizzazione statunitense che ha avuto fino ad una trentina di case famiglia tra Antigua e la capitale del Guatemala. In aprile scorso un’altra istituzione storica della capitale “Sólo para mujeres” chiudeva definitivamente le porte, aveva avuto quattro case famiglia durante molti anni. Il motivo ufficiale: mancanza di fondi.
Il Mojoca ha la fortuna di non dipendere da fondi governativi, ma di essere sostenuto da associazioni che fanno un lavoro volontario e sono unite da legami di amicizia al Mojoca, però anche da noi i fondi diminuiscono e ci creano grandi problemi ai quali non riesco a dare una soluzione.
Da quando sono arrivato in Guatemala ho fatto riunioni con tutti i gruppi di lavoro dei ventidue cantieri nel tentativo di diminuire il preventivo che superava i 520.000 euro. Allo stesso tempo era necessario aumentare i salari che sono insufficienti per poter portare avanti in modo decente una famiglia. Abbiamo quindi ridotto là dove sembrava fattibile e abbiamo calcolato che sono necessari circa 490.000 euro. Calcolando l’entrate sicure arriviamo a una somma di 390.000 Euro. Di cui 250.000 da Amistrada.
Che fare? Da solo non posso trovare una soluzione. La giro a voi e a tutte le associazioni amiche. Sono convinto che insieme troveremo una soluzione.
Vi abbraccio molto affettuosamente,
Gerardo.