testimonianze + 2010 marzo 22 - Guatemala

 

Care amiche ed amici,

Un affettuoso saluto dalle bambine, bambini e Giovani del Mojoca e anche da parte di Remo e Ottavia che da una settimana stanno con noi e stanno lottando contro il fuso orario.

 

Oggi è il compleanno di Remo e festeggeremo dopo il pranzo con due splendidi dolci. L’arte dei nostri pasticceri comincia a preoccuparmi perchè vedo che le ragazze aumentano di continuo di peso. L’educazione alimentare non produce buoni frutti.

Alla 8 di marzo ho inaugurato il controllo quindicinale del peso sperando di rovesciare la tendenza all’aumento. Ma nulla da fare. Peró non mi do per vinto.

 

Vi scrivo l’ultima lettera dalla strada prima di tornare in Europa ai primi di aprile. Gli ultimi giorni sono pieni di eventi e di lavoro.

Vi racconto rapidamente i principali.

 

OTTAVIA E REMO

 

Primo di tutti è l’arrivo di Ottavia e Remo che stanno partecipando a molte attività del Mojoca per rendersi conto della situazione attuale. Hanno partecipato ad una riunione del comitato di gestione e si sono resi conto che l’autogestione è una realtà e non solo un sogno. Sono stati presenti anche alla riunione del personale il mercoledì pomeriggio. Sono andati in strada una mattinata. Hanno partecipato alla scuola e Remo è ridiventato insegnante e li ha intrattenuti per più di un’ora. Hanno degustato alla 8 di marzo deliziose lasagne agli spinaci elaborate da Marta e Mirna che aveva cercato la ricetta su Internet. Questa domenica si sono incontrati con le Quetzalitas e con il gruppo delle Mariposas più grandi. Ottavia era molto contenta di vedere che le donne praticamente hanno già preso la direzione del Mojoca. Era entusiasta di vedere tutte queste giovani madri che lavorano e studiano e vede in questo l’inizio di una società alternativa. Quella in cui sono le donne che prendono le decisioni.

Hanno visitato i laboratori di produzione. Rimane ancora a loro da vedere la casa degli Amici dove è prevista una cena per venerdì prossimo.

 

FESTA DELL’AMICIZIA TRA I POPOLI

 

L’evento più importante della scorsa settimana è stato la prima festa dell’amicizia tra i popoli e l’inaugurazione della targa commemorativa di tutte le persone ed associazioni che hanno reso possibile l’acquisto e la ricostruzione e rimodernizzazione della casa dell’amicizia.

In mattinata c’è stato un incontro di 2 ore con giornalisti. Sono stati conquistati dalle ragazze e dai ragazzi del Mojoca. Remo e Ottavia erano presenti ed hanno preso la parola.

Nel pomeriggio la festa è iniziata alle ore 14.00 come previsto. Alle ore 15.00 esatte c’è stata l’assemblea con un breve intervento, dopo un introduzione mia e di Glenda, di Juan Carlos Mendez, direttore dell’ENEL Guatemalteca, che ha spiegato la politica dell’energia pulita della sua societá e l’interesse che ha per le iniziative sociali sopra tutto a favore dei bambini, dei giovanni e degli anziani. Si è dimostrato molto impressionato dal lavoro del Mojoca e speriamo che la collaborazione importante con ENEL CUORE possa continuare quando dovremo iniziare L’IMPRESA SOLIDARIA MOJOCA. Poi ha parlato Remo a nome di Amistrada senza dimenticare la Tavola Valdese. Era molto emozionato il nostro Remo e le sue parole hanno impressionato. Poi è stato il turno di Paola Viero, dirigente regionale della Cooperazione Italiana per il Centro America e i Paesi Caraibici. Paola ha promesso che il comune della capitale farà partecipare il Mojoca al progetto per i giovani che inizierà ad Aprile e che la Cooperazione Italiana finanzia con 2 milioni di euro. Paola è molto entusiasta del Mojoca e ha fatto pubblicità per i prodotti della pasticceria e della bigiotteria. Molto applaudito il duo Eugenia-Valentina che ha parlato a nome di Manitese.

 

Poi hanno preso la parola ragazzi e ragazze del Mojoca e sempre mi rendo conto dell’effetto magico delle loro parole. Raccontavano della loro vita e di ciò che era cambiato con l’incontro con il Mojoca. Non nascondevano la loro attrazione per la droga e le grande difficoltà di allontanarsi da ogni tipo di dipendenza. Eddy chiamato Yuri, ha detto che dietro a ogni pezzo di ferro e ad ogni mattone della casa dell’amicizia c’è amore, che prima di conoscere il Mojoca lui e i suoi compagni avrebbero preferito non svegliarsi per fare la solita vita e cercare la maniera di sopravvivere e di trovare i soldi per la droga, mentre adesso si svegliano volentieri dicendosi c’è il Mojoca. La loro vita ha trovato un senso.

 

Dopo i discorsi che non hanno annoiato nessuno perchè variegati e viventi – uno dei ragazzi, Duglas, ha espresso le sue emozioni cantando- è iniziata la festa. La degustazione dei prodotti della cucina e della panaderia. La musica, le danze. C’era un gruppo cubano che ha animato la serata. Alle 10.30 si chiudevano le porte del Mojoca. Tutto era riordinato e lavato e i locali erano pronti per le attività del giorno seguente.

 

IMPRESA SOLIDALE MOJOCA

 

L’altra grande novità, di cui vi ho già parlato, e per la quale vi ho chiesto ricette regionali o locali di biscotti, è l’IMPRESA SOLIDALE MOJOCA. E’ già iscritta al registro del commercio, già abbiamo la licenza e possiamo emettere fatture. Adesso abbiamo iniziato l’iter burocratico per avere l’autorizzazione del Ministero della Sanità a produrre e vendere alimenti. Siamo alla ricerca di un locale dove vendere i nostri prodotti.

 

E’ iniziata un’altra avventura, che alcuni qualificheranno folle, come nel ’66 quando parlavamo di un movimento autogestito. Non hanno torto perchè non è molto saggio aprire un’impresa mentre tante altre chiudono, inaugurare negozi quando molti falliscono a causa del racket . Ma ce la faremo un’altra volta e molti giovani avranno un lavoro in regola e pagato in modo equo e solidario. E il Mojoca avrà risorse per il suo sviluppo.

 

Per riuscire nella nostra impresa puntiamo sulla qualità. Tutti i prodotti devono essere eccellenti perchè non vogliamo competere con la grande distribuzione che propone prodotti mediocri, spesso importati dagli Stati Uniti. Vorremmo anche dare i colori e i sapori di tutto il mondo ai nostri prodotti ed è per questo che vi ho chiesto di mandarci ricette di biscotti regionali o locali, come ho chiesto anche ai nostri amici del Belgio, particolarmente a quelli che provengono dal Magreb e che hanno la tradizione di deliziosi biscotti e dolci.

 

Abbiamo dovuto faticare prima di scoprire che una associazione non lucrativa ha il diritto di fare attività lucrative. Pensavamo che fosse impossibile. Ho studiato tutte le ipotesi che mi erano state presentate: quella della società anonima l’ho rifiutata perchè si dava a privati ciò che apparteneva alle ragazze ed ai ragazzi di strada; quella della cooperativa, molto difficile da realizzare perchè bisogna iniziare con 20 soci che devono partecipare a molte sedute di formazione impartita da un ente parastatale; mi avevano parlato di una cooperativa dove lavoravano 75 donne in una delle più grande baraccopoli della metropoli; quale non fu la mia sorpresa quando mi dissero che non erano una cooperativa ma una società civile non lucrativa.

E’ possibile per una ONLUS come la nostra produrre e vendere. E non abbiamo nemmeno dovuto cambiare gli statuti che prevedevano attività produttive di autosostentamento. Possiamo quindi produrre e vendere, importare ed esportare qualsiasi derrata alimentare o prodotti di sartoria, bigiotteria o anche di falegnameria. E l’importante è che c’è una sola contabilità peri l Mojoca che comprende quella dell’impresa. Ê praticamente impossibile per noi fare profitti, tante sono le spese di tutti i programmi della nostra associazione.

 

IL PROGRAMMA DELL’ULTIMA SETTIMANA.

 

Remo e Ottavia avranno anche l’occasione di partecipare a una riunione del nostro consiglio di amministrazione e venerdì prossimo ad un assemblea generale delle ragazze e i ragazzi del Mojoca. Importante questa riunione perchè si valuteranno i 3 nuovi membri del Comitato di Gestione: Kenia, Julia e Melina. Poi ogni gruppo fará il punto sul funzionamento dell’autogestione: se sono capaci di prendersi le loro responsabilità e se i coordinatori e i consiglieri adulti appoggiano la loro gestione delle case, della scuola, e di tutti i programmi del Mojoca.

 

Prima dell’assemblea, il giovedì, ci sarà un “ritiro” per tutto il personale. Andremo in un luogo gradevole fuori città per condividere e rinforzare i legami di amicizia e di collaborazione fra tutti i lavoratori. Eugenia e Valentina passeranno la giornata nella casa dell’amicizia per non ritardare i lavori nella casa Otto di Marzo.

 

Il lunedì e martedì della settimana santa avremo 2 giorni di formazione peri il personale con una psicologa nicaraguense, Marta Cabrera, che Nora conosce molto bene. Marta affronta un problema molto importante con noi. Si è chiesto perchè tante sessioni di formazione apparentemente rimanevano senza alcun effetto. Devo ammettere che a volte mi ero posto la stessa domanda. La sua risposta è che in Nicaragua tutti sono sopravvissuti a una lunga guerra civile dove ognuno ha conosciuto traumi, dolori, e ha perso persone care della famiglia o degli amici. Il Guatemala non è diverso dal Nicaragua. Ha conosciuto un lungo conflitto armato e vive tutt’ora, come il Nicaragua, le conseguenze della guerra economica che i Paesi ricchi fanno ai Paesi poveri, la miseria e la violenza di questo conflitto.

Sono soprattutto i ragazzi e le ragazze di strada ad essere dei sopravvissuti, non in senso figurativo, ma reale. Tante delle loro compagne e tanti dei loro compagni sono spariti, vittime degli squadroni della morte, della violenza dei gruppi giovanili, della droga e delle malattie della strada. Molti hanno tutt’ora ferite non guarite, le ferite dell’infanzia abbandonata o violentata, e senza curare queste ferite uno è troppo centrato su se stesso per poter approfittare delle sessione di formazione. E’ questo il punto importante che affronterà Marta in questi 2 giorni di formazione.

 

Domani dovremmo incontrare con Ottavia Carlo Saldana, docente di pedagogia all’Università S. Carlos, l’università pubblica del Guatemala, dove proliferano università private anche confessionali come quelle dei Salesiani, dei Gesuiti e dell’Opus Dei. Vorremmo con la facoltà di Scienze dell’Educazione della Bicocca (Milano) dove insegna Ottavia, il Mojoca e la facoltà umanistica della S. Carlos, organizzare un master o “diplomado” in Educazione di Strada. Da un anno esiste già un accordo ufficiale tra il Mojoca e l’Università la Bicocca di Milano, contratto approvato dal Senato Accademico. Con l’appoggio della cooperazione italiana vorremmo ora estendere l’accordo alla facoltà umanistica della S. Carlos per dare anche qui un titolo ufficiale. Vorrei ottenere che anche i lavoratori del Mojoca, che non sono iscritti all’università, possano avere questo titolo. Il corso si farebbe sia in Guatemala che a Milano e l’accordo prevede l’interscambio tra lavoratori e studenti o giovani delle 2 istituzioni.

 

Personalmente con il Dipartimento di Amministrazione dovrò curare in questi ultimi giorni i rendiconti finanziari e descrittivi che mandiamo a tutte le associazioni che ci sovvenzionano. Dobbiamo anche finire l’elaborazione di un progetto sulla creazione di posti di lavoro che ci ha proposto “Solidarietá Mondiale” l’ONG del Movimento Operai Cristiani del Belgio, che comprende sindacati, mutue, associazioni educative e le Gioc. Questa iniziativa per noi è molto importante, non solo per le sovvenzioni significative alle quali ci permetterà di accedere ma sopra tutto perchè ci metterà in contatto con associazioni come i sindacati o la Gioc latino americane che lottano per una società più giusta. Potremo così sviluppare azioni comuni e approfondire la nostra formazione socio politica. Solidarietà Mondiale lavora in modo interessante perché ci ha chiesto solo una bozza del progetto; poi, Glenda in rappresentanza del Mojoca parteciperà a incontri a Santo Domingo e in Bolivia dove, in collaborazione con rappresentanti della altre associazioni, perfezionerà il progetto di modo che sia maggiormente in sintonia con tutti gli altri. Mi ricordo con emozione di ciò che mi ha detto una responsabile di Solidarietà Mondiale: “voi siete la Gioc in Guatemala”. In effetti l’esperienza della Gioc, fondata sul protagonismo dei giovani delle classi popolari, sulla coscientizzazione, sul metodo educativo che parte dai problemi della vita reale dei giovani, ha influenzato molto la nostra impostazione dell’organizzazione e del metodo educativo del Mojoca. Anche nella Gioc, l’amicizia, l’identificazione con persone che hanno preso coscienza e lottano per una società più giusta, sono cardini importanti.

 

Remo, Ottavia, Eugenia e Valentina e il bollettino del Mojoca vi parleranno con parole ed emozioni diverse di questo mese di marzo nel Mojoca.

 

Un’affettuoso abbraccio.

Gerardo