testimonianze + 2008 Ottobre 20, Mishelle

E' deceduta l'altro ieri in ospedale, dopo che un autista ubriaco, intenzionalmente dicono alcuni, l'aveva investita sulla strada dove chiedeva l'elemosina.

Rosa, Sofia, Tiziana, Laura e le altre studentesse che erano venute nel '99 in Guatemala si ricorderanno di lei.

L'avevo conosciuta nel ´97.

Aveva dieci anni, era una ragazza sveglia, intelligente, piena di gioia di vivere, con un senso incredibile di umorismo. Si vestiva da pagliaccia e andava nei bus per guadagnarsi qualche soldo,

Nel '98, i commercianti del mercato del quartiere "La Parrocchia" avevano deciso di cacciare  il gruppo di una quarantina di bambine, bambini e adolescenti che si erano costruito una capanna nel piccolo parco, non lontano dal mercato. Un giorno, un uomo aveva sparato all'impazzata con un fucile automatico sul gruppo delle ragazze e ragazzi promettendo di tornare per sterminarli tutti.

Con l'aiuto di associazioni, avevamo iniziato un dialogo con il comitato dei venditori. Un pomeriggio, c'era una riunione nel mercato e Mishell prese la parola: "Voi, dopo il lavoro avete la fortuna di tornare a casa vostra, ma noi, che siamo stati costretti a lasciare la nostra famiglia per vari motivi, la nostra casa è la capanna che volete distruggere. Anche noi abbiamo bisogno di un tetto e la nostra famiglia, ora, è quella che vive nella capanna". Tutto detto con una voce chiara e convincente, senza esitazioni, come un oratore nato.

Di lei mi tornano in memoria tanti altri episodi.

Mi ha annunciato oggi la triste notizia della sua morte, Grecia, compagna di quei tempi già anziani.

Da anni, Grecia vive fuori della strada, ha due figli e per vivere vende creme e lozioni di bellezza che lei stessa fabbrica.

Mishell non aveva avuto la stessa determinazione per uscire dalla strada. Era diventata dipendente dal crack, una  droga brutta e tenace. Poi aveva avuto una figlia e tentava di vivere lontano dalla droga, un piede dentro la strada e l'altro fuori. Per vivere, custodiva automobili o chiedeva l'elemosina.

Per anni l'avevo cercata invano e finalmente l'anno scorso era venuta a trovarmi con sua sorella minore, anche lei con una lunga storia di strada e con due figli.

L'avevo rivista per caso quest'anno e l'avevo invitata a frequentare il gruppo delle Quetzalitas. Lei si vergognava.

Questo lunedì, Grecia e sua sorella Jennifer l'avevano convinta a venire la prossima domenica al gruppo delle Quetzalitas.

Aveva il desiderio di una vita differente.

Non farà parte delle Quetzalitas, ma la voglio vedere come una Quetzalita che ha preso il volo irresistibile verso il sole, le stelle, un mondo di rispetto e di felicità che cercava quando, piccolina, aveva deciso l'avventura della strada.

Adesso rimane un'orfana in più in questo paese dove la morte è facile.

Grecia, disperata per la morte dell'amica più cara, ha deciso per amore per lei a convincere la sorella a entrare con i suoi due bimbi nella casa dell'otto marzo.

Oggi vi ho parlato di due partenze: quella di Vittorio Foa a 98 anni e quella di Mishella a 21 anni, due vite segnate dalla ricerca dell'amicizia, della felicità, della giustizia. 

Però non è giusto morire così a 21 anni, non è giusto vivere così 21 anni,

Gerardo