testimonianze + APERTURA DELLA “CASA DELL’8 MARZO”

Guatemala, 12 marzo 2006

Care amiche ed amici delle ragazze e ragazzi di strada, è stata una corsa contro l?orologio ma ce l’abbiamo fatta e la casa dell’8 marzo è stata inaugurata proprio l’8 marzo.

 I preparativi

 Quando sono arrivato il 9 febbraio quasi tutto rimaneva da fare. Innanzi tutto bisognava comprare la casa, ciò che abbiamo fatto in una settimana. Poi abbiamo dovuto prendere contatto con Alberto Tonda, un amico di Graziano del gruppo di Treviso che ha un impresa di legna a 150 km della capitale. Alberto ci ha dato gratuitamente la terza parte della legna di cui avevamo bisogno e ci ha venduto il resto a prezzo di costo. Una settimana dopo il mio arrivo don Crillo ,il maestro della falegnameria ha affittato un camion ed è andato a Sacapa per ritirare la legna. Due giorni dopo il laboratorio di falegnameria funzionava a pieno ritmo e per l’8 marzo sono riusciti a costruire 5 letti e un bel tavolo per il refettorio. Da parte sua doña Ofelia, maestra di sartoria con l’aiuto di Diana e a volte di Jacqueline, coordinatrice della rete belga, hanno comprato la tela e hanno confezionato lenzuola e federe e copri-letti. Per parte sua Maria una messicana che fa parte della rete italiana, girava i negozi della capitale con un paio di ragazze alla ricerca dei prodotti più economici:frigorifero, stufa semi-industriale, coperte, asciugamani ecc...

Ma naturalmente non bastava questa preparazione materiale, bisognava formare il primo nucleo delle ospiti della casa e scegliere le accompagnatrici adulte, decidere sulle norme della vita in comune.

Abbiamo scelto tre accompagnatrici, una delle quali ha abbandonato dopo pochi giorni perché lo stipendio le sembrava insufficiente. Sono rimaste in due:Mirna Cute fu una delle prime Quetzalitas che ha avuto una lunga esperienza di vita in istituzioni e sa cosa deve essere evitato. Mirna ha anche lavorato come aiutante amministratrice in varie imprese e potrà aiutare nell’amministrazione della casa. La seconda, Naty,una indigena che ha conosciuto la ferocia della repressione dell’esercito; suo padre fu massacrato quando aveva sette anni. Lei è venuta alla capitale lavorando in una pensione e facendo gli studi della secondaria e di giurisprudenza all’università. Sta sul punto di laurearsi. Due anni fa Nati aprì la propria pensione, e una donna intraprendente e darà anche lei un esempio positivo alle ragazze. Tutte e due hanno iniziato il lavoro con molto entusiasmo e passione impegnandosi giorno e notte per la riuscita dell’autogestione. E poi ci sono le prime ragazze :Ines senza dubbio la leader del gruppo ragazza intelligente e sensibile che ha finito la scuola elementare facendo la vita di strada. Con lei c’è Saida una ragazza di 18 anni, e Cristina di 16 anni e anche Claudia: ne ha più di venti e ha già due bambini in custodia dalla madre e anche Erika.

Questo gruppo si è radunato e hanno stabilito le regole fondamentali dell’albergo, orario dei giorni feriali e festivi, delle uscite e delle visite. Fin dall’inizio il gruppo è autogestito e gli adulti hanno solo un ruolo di consiglieri

7 marzo, apertura informale della casa

E’una giornata molto febbrile, bisogna montare i mobili e portare coperte e lenzuola, piatti, frigoriferi ecc... tutto deve essere pronto per l’otto di marzo. Nel pomeriggio i nostri falegnami cominciano a montare i letti appena e pronto il primo letto con il materasso Ines si butta e casca addormentata e tutti i rumori dei falegnami e del trasloco non riescono a svegliarla. Con lei c’e anche Saida e mi chiede se possiamo passare qui la notte. Non è stato previsto, le accompagnanti alle sei di sera sono già tornate a casa e non riesco a raggiungerle, però non c’è da esitare un secondo: se la casa è autogestita spetta alle ragazze decidere... e rispondo a Saida: se volete chiaro che potete dormire in casa fin da oggi. Ci sono i letti, mancano ancora le coperte e non c’è la stufa per fare la cena, però una soluzione è presto trovata. Presto 5 coperte, compriamo riso e fagioli e Nati prepara la cena nella sua pensione. Maria si ferma con loro e saranno in 5 a vedere sorgere il sole l ‘8 di marzo del 2006.

 L’otto marzo

In mattinata i ragazzi e buona parte le ragazze partecipano con lo striscione del Mojoca alla manifestazione delle donne. Maria e le due belghe , Mirna e Nati e qualche ragazza fanno gli ultimi preparativi : puliscono un’ultima volta la casa, la decorano con foto e palloncini dispongono le settanta sedie nella grande sala; all’entrata c’è un tavolo con un libro in cui si chiederà alle persone che vengono di scrivere due righe Nel frattempo il nostro laboratorio di pasticceria prepara la cena: volauvent di pollo, crostate e dolci.

Alle 4 i primi invitati arrivano, in particolare una delegazione della UNESCO che in riconoscimento per la validità del lavoro del Mojoca ha deciso eccezionalmente di attribuire una sovvenzione di ventimila euro per l’albergo. Sebastien e Amaury con ragazzi del movimento vestiti da pagliacci danno un aria di festa, accompagnati da Xavier che suona il saxofono. La gente si raduna nel salone che è troppo piccolo e molti devono stare fuori.

Inizia la cerimonia e inaugurazione della casa .un discorso di Glenda, la presidente giovane del Mojoca , due parole mie sul significato di questa casa otto di marzo(che per me oltre al significato pubblico ha anche un senso privato legato al ricordo di una giovane donna che molti anni fa mi ha dato la vita e il suo amore e mi ha insegnato i valori che mi hanno guidato fino alle strade del Guatemala). Poi consegno le casa dando le chiavi a Ines . Inizia il momento più emozionante della giornata, tutte le ragazze che vogliono rimanere nella casa prendono la parola per spiegare cosa significa per loro una casa. Ridono e piangono e nell’assemblea molte persone sono commosse e hanno le lacrime agli occhi. Alla fine della cerimonia, Piero Nota, parroco de Limon benedice la casa in questi termini: la benedizione di questa casa sono le ragazze che vi abiteranno.

Poi esplode la festa, si aprono le porte e più di centocinquanta persone che hanno risposto al nostro invito visitano la casa.

Inizia lo spettacolo di circo, pagliacci, giocolieri, musica con partecipazione dei bambini. Si serve la cena e dopo inizia il ballo che finirà attorno alle sette e mezza, ora molto tarda in Guatemala. Tutti patrono contenti di questa giornata e le 5 ragazze, le due accompagnanti e Maria si fermano per dormire in casa. Il funzionamento della casa è stato anticipato di dieci giorni ed è bene così perché hanno deciso le ragazze stesse.

E adesso comincia l’avventura

Far funzionare in modo autogestito una casa di ragazze che escono dalla strada non è di sicuro un impresa facile. E’ facile prevedere che sorgeranno conflitti tra le ragazze, che per alcune di loro il richiamo della droga sarà molto forte. Poi ci sono tutte le insidie esterne e già nella notte tra giovedì e venerdì egli uomini hanno tentato di introdursi nella casa e si sono dovute prendere misure urgenti di protezione: nei primi giorni la presenza di una guardia privata fino a quando avremo chiuso tutte le vie di accesso.

Ancora non abbiamo l’esperienza di una casa autogestita: dovremmo apprendere, però già l’inizio è andato molto bene poiché le accompagnatrici lasciano prendere le decisioni alle ragazze stesse che si dimostrano responsabili. La casa è pulita, i lavori vengono distribuiti fra tutti e gli orari sono rispettati. Ad esempio l’altro ieri le accompagnatrici erano stanche e sono andate a riposare mentre le ragazze volevano ancora guardare la televisione. Hanno deciso che l’avrebbero fatto fino alle dieci e alle dieci hanno spento e sono andate a dormire.

 Altri traguardi

Alla fine del mese faremo un passo ancora più decisivo nello sviluppo del Mojoca: dopo la fase di gestione da parte degli adulti e quella durata quasi 4 anni di gestione da parte degli adulti e di un gruppo di ragazze e ragazzi eletti da compagne e compagni: passeremo a una fase di completa autogestione. Ciò significa che le decisioni saranno prese unicamente dalle e dai giovani stessi mentre gli adulti (accompagnanti, istruttori, volontari, psicologa) avranno un ruolo senz’altro molto importante di consiglieri. Nell’assemblea generale prevista per la fine di marzo saranno approvati gli statuti della fase dell’autogestione e eletti altre tre ragazze e ragazzi in modo che il comitato di gestione comprenderà 9 membri. Questo numero è necessario affinché in ogni settore di attività o di servizio sia presente una ragazza o un ragazzo.

Vorremmo anche aprire una casa per i ragazzi e le coppie ma prima dobbiamo stabilizzare la nostra esperienza nella casa delle ragazze e trovare i fondi necessari. Quindi questa iniziativa richiesta da molti ragazzi non potrà realizzarsi a breve scadenza.

Un ringraziamento

Tra martedì e mercoledì della prossima settimana 4 persone lasceranno il movimento. In primo luogo Laura D’Accordi che finisce il suo tirocinio di sei mesi ed è riuscita a farsi accettare con discrezione e impegno dalle ragazze e da tutti le socie e soci del movimento; la sua partenza sarà senz’altro una perdita per il movimento. Partiranno anche dopo un soggiorno più breve di sei e due settimane: Maria Vasquez, che ha preso molti contatti interessanti per il movimento e si è impegnata per attrezzare la casa e anche Jacqueline Englebert coordinatrice della rete belga e Clare Rock che sono venute per conoscere più da vicino il Mojoca e farlo conoscere meglio nella rete belga. Per fortuna rimangono ancora 4 volontari belgi: Amaury e Sebastien fanno una scuola di circo e sperano di preparare per giugno uno spettacolo nel parco centrale e da poco è giunta una giovane coppia: Xavier e Amelie, che porteranno avanti un progetto di biblioteca nelle case e nelle strade.

Il 2006 sarà sotto il segno della solidarietà belga e spero che altri volontari italiani preparati e impegnati si faranno vivi.

Uno sforzo straordinario

Finendo questa lettera ringrazio tutti i membri de comitato di gestione e i vari gruppi che si impegnano per sostenere il movimento.

La degradazione della situazione economica e il lancio di nuove iniziative come la casa 8 marzo accrescono di molto il fabbisogno finanziario del Mojoca, il fatto che la nostra rete può usufruire del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi apre una possibilità interessante di nuove entrate. Vi chiedo quindi con insistenza di diffondere tra i tuoi familiari, conoscenti, come il tuo medico, il tuo farmacista, anche tra imprese conosciute, questa possibilità di sostenere il nostro movimento. Dovremmo raggiungere migliaia di persone e penso che questo sia un obiettivo commisurato alla generosità e all’impegno delle amiche e amici delle ragazze e ragazzi di strada.

Adesso vi devo lasciare con un affettuoso abbraccio perché inizia la grande festa delle bambine e bambini del movimento, festa offerta da un gruppo di bambine e bambini del Belgio che hanno rinunciato a un loro regalo per amicizia con le loro compagne e compagni del Guatemala.

Un abbraccio affettuoso, Gerardo