le ricerche + Manila D'Angelomaria: Il vissuto delle bocciature negli adolescenti
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PRESENTAZIONE
Scegliere il mio argomento di tesi non è stata impresa facile. L’idea di indagare sul vissuto della bocciatura è nato da una discussione con una mia collega e una psicologa, madre di un figlio che era appena stato bocciato. Quando ci siamo incontrate io ero confusa, avevo solo chiaro che volevo indagare sul vissuto scolastico. Avevo come obiettivo l’indagine di tutti quelli che non sono considerati studenti "modello".
Nella mia storia personale sono stata un’allieva modello, con alti e bassi, ma pur sempre al di "sopra della media". Il mio iter non è stato segnato da bocciature, valutazioni estremamente negative o fallimenti gravi, potrei essere definita una studentessa che tutti vorrebbero avere, poco incline alla ribellione, poco deviante, sufficientemente attenta e preparata, educata e socievole. Nonostante questo con il tempo ho maturato una forte avversione per l’istituzione. Abito in un quartiere di Roma e ho convissuto e convivo costantemente, con giovani che non sono stati sicuramente definiti giovani modello e, tanto meno, alunni modello.
Ho sempre pensato che la psicologia dovesse essere posta al loro servizio e quando ho intrapreso gli studi questa idea è divenuta sempre più consapevole e ben radicata. Per tanto tempo ho cercato di trovare il modo per comunicare con loro, avevo un desiderio che era quello che fossero gli adolescenti a parlare, come se questo potesse essere un riscatto per tutti i miei amici che non hanno mai parlato, per tutti i miei amici considerati da evitare, per tutti i miei amici considerati da bocciare.
Sono arrivata a pensare alla scuola perché essa è l’istituzione che più li rappresenta; lo spazio umano nel quale le generazioni si incontrano con maggiore continuità e regolarità; è la dimensione spazio-temporale che si candida, per l’età e il tempo che vi si passa, a luogo privilegiato di riproduzione e codificazione non solo del sapere ma anche di ogni altra opportunità di apprendimento possibile; è l’esperienza di vita, in un tempo di differenziazione e identificazione delle persone in crescita, in cui spesso avvengono quegli incontri cruciali con le guide adulte, con la socialità piena entro il gruppo dei pari, con le esperienze conoscitive che schiudono le porte a un pieno senso del sé e che indirizzano verso la prima età adulta; è l’occasione in cui le generazioni possono confrontarsi sul significato dell’educare oggi. La scuola continua a perdere molti ragazzi e per questo il mio obiettivo era di comunicare con i "peggiori" o almeno quelli che l’istituzione considera i peggiori e così, grazie all’aiuto di questa psicologa/madre di un bocciato, sono arrivata a definire la tesi.
Il campione è costituito da soli maschi per diversi motivi: perché la decisione di fare questa tesi è nata insieme ad una mia collega e abbiamo deciso di differenziarla per il genere, ci sembrava interessante usare questo parametro di differenziazione perché volevamo indagare sulle eventuali differenze di reazione che il diverso stato bio-psico-sociale porta con se; un altro motivo è scaturito da un personale interesse verso i maschi in genere. Da sempre nutro una "attrazione" particolare per gli adolescenti di sesso maschile, forse dovuto al fatto di essere cresciuta in gruppi prettamente maschili, di aver frequentato una scuola essenzialmente maschile; terzo motivo, non in ordine di importanza, è che ero curiosa di fare una ricerca specifica per i maschi dal momento che essi sono quelli che subiscono maggiori insuccessi scolastici.
La finalità è offrire un punto di vista maschile rispetto al vissuto della bocciatura senza dimenticare la discriminazione delle donne, credo che oggi sia più corretto parlare e muoversi nella direzione dei diritti delle persone, siano essi maschi o femmine, e nello specifico, del diritto allo studio per tutti. La mia ricerca ha come fine ultimo quello di indagare sulle ripercussioni a livello di costruzione del sé, autostima e scelte future che una tale esperienza genera nei ragazzi; indagare se e come l’istituzione faciliti o rallenti la venuta di tale evento; rintracciare, per quanto poco generalizzabile, la tipologia di ragazzo che viene bocciato.
Il lavoro è diviso in quattro parti. Preciso da subito che, non esistendo letteratura specifica sull’evento della bocciatura, ho preso in considerazione i contributi che trattano dei temi che ritengo fondamentali per la comprensione di tale evento. Nella prima parte espongo un capitolo riservato alla letteratura psicologica sull’evento indagato. Nel secondo capitolo riporto alcuni dati statistici che mostrano l’andamento, degli ultimi dieci anni, degli studenti italiani rispetto alla bocciatura. Tengo, in fase di presentazione, a chiarire che la ricerca si è svolta attraverso le storie di vita e che la parte dei dati statistici è stata utilizzata per avere una cornice di riferimento entro cui inquadrare la ricerca. Nella seconda parte del lavoro viene esposta la metodologia utilizzata per compiere la ricerca. La terza parte è quella che vede raccolte tutte le interviste. Essa è composta da sette capitoli; in cui riporto la presentazione dell’intervistato, il protocollo dell’intervista, la trascrizione e il commento tematico della stessa. Nella quarta parte viene esposta la sintesi della storie raccolte, il confronto tra esse, con la letteratura specifica e le riflessioni personali.
Riporterò in appendice, in aggiunta alla ricerca, una riflessione su un’alternativa scolastica, nata da un gruppo di maestri di strada di Napoli sul recupero di drop-out e, contemporaneamente le proposte dei ragazzi intervistati. Il tentativo è di mostrare come i "bocciati" siano portatori di profonde riflessioni cosicché, si possa iniziare a pensare a coloro, che hanno avuto un insuccesso scolastico, come ad un potenziale per migliorare la scuola e non solo come il fallimento di essa.