le ricerche + Emanuele Tacchia: Terminál, studio psicologico di un gruppo di strada a Ciudad de Guatemala
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PRESENTAZIONE DELLA RICERCA
Oggetto della ricerca e situazione del Guatemala.
Il mio studio riguarda un gruppo di ragazzi e ragazze di strada a Città del Guatemala, capitale del secondo paese centroamericano per squilibrio sociale; scosso per 36 anni da una guerra civile che ha lasciato una pesante eredità in termini di violenza generalizzata e violazione dei diritti umani.
Effetto dei processi sociali e storici degli ultimi decenni sono i ragazzi e le ragazze di strada: bambini e adolescenti che si riuniscono agli angoli delle strade, in case abbandonate, ai bordi dei parchi mantenendosi in maniera autonoma attraverso lavori legali o illegali; impiegando il loro tempo nelle più svariate attività che vanno dal gioco al semplice parlare, praticando sport, facendo escursioni e consumando sostanze stupefacenti. Totalmente indipendenti, svincolati dalla famiglia d’origine, provvedono autonomamente a loro stessi e trovano nel gruppo l’unica aggregazione sociale in cui si riconoscono.
Oggetto della mia ricerca è lo studio di un gruppo di strada: quali sono le funzioni che acquisisce il gruppo per l’individuo in queste condizioni estreme, quasi di sopravvivenza; quale vissuto costruisce un giovane che sceglie di vivere tutto il suo tempo con il gruppo dei coetanei e non con la famiglia; quale struttura, quali norme ha un gruppo d’adolescenti che costituisce una sorta di piccola comunità.
Ho potuto avvicinarmi alla realtà della strada attraverso al Movimento dei Giovani di Strada, un’associazione che lavora con i ragazzi e le ragazze di strada proponendosi come obiettivo quello di una reintroduzione sociale e la difesa dei loro diritti attraverso il protagonismo dei giovani stessi.
La scelta di usare un metodo qualitativo deriva dalle caratteristica di questo approccio che valorizza la storia del soggetto, la sua cultura d’appartenenza e non nega all’individuo la particolarità della sua storia né le sfumature o l’influenza del caso nella costruzione della sua struttura psichica. Gli strumenti che appaiono pi idonei per l’oggetto di studio sono l’osservazione partecipante e dell’intervista semi-strutturata sostenuti da una precedente ricerca bibliografica sugli studi riguardo il fenomeno dell’adolescenza e dell’infanzia di strada.
La mia permanenza in Guatemala è stata in totale di 10 mesi in cui ho raccolto dati attraverso la tecnica dell’intervista semi-strutturata, servendomi di una lista di temi inerenti allo scopo della mia ricerca; e attraverso l’osservazione partecipante, utilizzando una griglia d’osservazione ho potuto studiare il gruppo nelle sue dinamiche spontanee immerso nel contesto naturale di vita.
L’integrazione tra gli 8 colloqui, impiegati per la raccolta d’informazioni sul proprio vissuto e sulla percezione che il soggetto ha dei vari aspetti del gruppo, e le 12 sessioni d’osservazione, usate per cogliere la vita, la struttura e le dinamiche di gruppo, comportano indicazioni tratte da comunicazioni verbali e non verbali dall’incontro del soggetto con il ricercatore.
Il gruppo da me studiato prende il nome di Terminál, dal luogo dove si riuniscono: il quartiere di un vecchio capolinea d’autobus. L’età va dai 16 ai 23 anni, il gruppo è di circa 40 persone con solo 6 ragazze. L’identificazione con il luogo dove risiedono è molto forte nei ragazzi e nelle ragazze di strada tanto che il gruppo porta il nome del posto dove risiedono.
Risultati
Scelta della strada
Per iniziare ad enunciare i risultati porrei l’attenzione sulla scelta della strada.
La necessità di ristabilire sentimenti d’accettazione spingono l’individuo ad adottare comportamenti alternativi, in questo caso devianti, (intendendo per deviante non un fatto anomalo o patologico ma una maniera alternativa di gestire il proprio percorso di vita attraverso l’adesione a una sottocultura alternativa e in parte contrapposta a quella dominante), aderendo a gruppi di adolescenti che vivono in strada come risposta ad un ambiente familiare svalutante e traumatico. L’uscita dal nucleo domestico, come visto, ha avuto un processo in cui i fattori interrelazionali e quelli legati all’uso delle sostanze s’intrecciano in complesse dinamiche che portano l’individuo a scegliere di rompere i vincoli familiari e mantenersi in strada con i nuovi compagni.
In tale processo il soggetto ristruttura la sua identità cambia di status, passando da una posizione di figlio, subordinato ai genitori, ad uno status indipendente, attraverso la rottura dei vincoli familiari in cui il soggetto autonomo e in grado di provvedere a se stesso utilizzando tutte le risorse disponibili sul territorio e facendo riferimento ad un nuovo sistema relazionale d’appartenenza: il gruppo di strada.
Struttura
Ruoli
I legami relazionali tra i membri non sono rigidi e non esistono dei ruoli fissi e i confini del gruppo sono permeabili da altri membri della strada. Possiamo affermare che il gruppo di strada possiede una struttura non rigida, ovverosia la struttura della Terminál relativa al numero al tipo dei membri e all’attività che si svolge nel momento. Avremo quindi un’organizzazione conseguente al tipo di compito che svolge il gruppo in quel momento specifico, malleabile al soddisfacimento delle esigenze dei suoi membri in quella determinata epoca.
L’organizzazione del gruppo Terminál è in continuo smembrarsi e ricostituirsi: membri che sono in carcere, altri emigrano cambiando gruppo, alcuni vengono uccisi. È quindi di un’aggregazione sociale che si ristruttura continuamente e in maniera leggermente diversa da sé tessa in base a due variabili: l’attività in corso e gli elementi presenti.
Sottogruppi e coppie
Inoltre, dobbiamo tenere da conto che la Terminál a volte si scinde in sottogruppi che svolgono attività differenti in maniera indipendente, dando l’idea di un microcosmo, una sorta di piccola società piuttosto complessa rispetto a un semplice gruppo di persone.
Pur essendo relativamente più duttile, la strutturazione ha delle costanti che formano un insieme piuttosto ordinato di elementi che la compongono: le coppie, dei leader e i confini del gruppo. Suddetti elementi torneranno con una certa regolarità investendo per individui diversi che in situazioni distinte possono assumere ruoli eterogenei.
Leader
Il gruppo della Terminál non ha dei capi riconosciuti, che comandano in maniera coercitiva, che sottopone gli altri membri alla sua autorità. “Qui nessuno comanda”, dicono ripetutamente gli intervistati. Ma nonostante questo anche il gruppo di strada ha dei leader, di solito è percepito come una persona dalle molte qualità completamente accettato dal gruppo.
Nell’aggregazione relazionale da me studiata vi sono 3 leader che si alternano a seconda delle attività in corso senza intralciarsi l’uno con l’altro. Al momento che uno o due dei tre è assente, il rimanente prende i compiti dell’altro soddisfacendo le necessità del gruppo e mostrando come il sistema relazionale di strada sia autocorrettivo modificando di volta in volta la propria struttura.
È da notare come i tre leader siano tutti e tre maschi ed adulti: il genere sessuale nonché gli anni di strada che danno una certa esperienza influiscono sull’ascendenza e il prestigio che un membro ha sugli altri compagni.
Funzione educativa
Il gruppo di strada ha varie funzioni, una di queste è quella che potremmo definire educativa: tutti gli intervistati affermano che hanno appreso dai compagni l’uso delle sostanze, le strategie cognitive, i lavori, le abilità le conoscenze indispensabili per sopravvivere in strada.
Gruppo primario di riferimento
Il gruppo da me studiato è riconducibile ad un certo numero d’individui che collaborano per raggiungere degli scopi comuni formando un sistema relazionale di elementi che interagiscono fra loro. Questo tipo di gruppo risponde alla soddisfazione dei propri bisogni, ogni individuo è accettato al di là della propria efficienza e le relazioni sono di tipo faccia a faccia e includono legami affettivi, di condivisione delle proprie emozioni. Il gruppo di strada provvede a soddisfare i bisogni affiliativi e affettivi non riscontrati nella famiglia d’origine, le necessità protettive e di concreto aiuto. Ad esempio i ragazzi e le ragazze di strada condividono il cibo, aiutano un compagno in difficoltà, chiamano l’ambulanza se uno è malato. Tutti gli intervistati riferiscono una percezione delle relazione con i compagni del gruppo come solidale e di reciproco affetto.
Tale aggregazione riferita come gruppo primario.
Definizione
Si potrebbe definire quindi il gruppo di strada come un gruppo primario d’individui in stretta relazione fra loro che, avendo rotto i legami con la famiglia d’origine si identificano nel gruppo deviante, hanno uno status autonomo e dimorano tutto il tempo in strada
Gruppo e famiglia
Il gruppo sostituisce il nucleo familiare in alcuni aspetti. Prima di tutto in quanto gruppo primario di riferimento, un nucleo d’affetti a cui i ragazzi e le ragazze di strada sono affiliati e verso il quale hanno un forte senso d’appartenenza. Chiaramente le dinamiche che si instaurano all’interno delle due aggregazioni sociali sono molto differenti, non esistono figure dei riferimento ed il loro status all’interno dell’aggregazione di strada è autonomo.
Non si deve pensare però a una famiglia in cui i ragazzi e le ragazze di strada hanno una posizione di figli ma, avendo acquisito uno status autonomo ed essendo completamente indipendenti, dovremmo immaginare alla posizione degli adulti che, uscendo dal nucleo familiare d’origine, formano un nuovo nucleo familiare, come detto, un tipo di famiglia estesa, inconsueta che garantisce una dei legami affettivi soddisfacenti, una cooperazione effettiva nelle attività ordinarie e aiuto nei momenti critici.
Devianza come ribellione
Un’altra funzione è sicuramente la ribellione del gruppo di strada al sistema di valori dominante, una ribellione implicita, non costruttiva, un diverso modo di intendere la vita e formare relazioni affettivamente soddisfacenti per l’individuo. La devianza, implicitamente, è una ribellione a uno stato di cose che l’individuo percepisce come ingiusto o dannose per lui stesso, una ribellione che il soggetto sceglie di attuare.