le ricerche + Chiara Brunetti: Il vissuto delle bocciature nelle adolescenti
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PRESENTAZIONE
“la scuola oggi ha solo un problema
...i ragazzi che perde”
(da Lettera ad una professoressa, 1971)
L’idea dell’argomento di tesi, nasce dal mio interesse verso il mondo dell’adolescenza. Spesso, trovandomi tra adolescenti, ho constatato quanto alcuni di loro lamentano noia, paura, insoddisfazione, disagio e sentimenti di odio, rabbia e frustrazione al riguardo della scuola, degli insegnanti, dei compagni e delle materie. Mi sono sempre chiesta, ripensando a ciò che raccontavano, cos’è che accade, perché alcuni ricordano o raccontano della scuola come del periodo più bello della loro vita ed altri invece, come del periodo più tragico, il periodo di maggior confusione incertezza e malessere, e ancora, perché coloro che vivono un forte disagio scolastico sono quelli che hanno un peggior rendimento, quelli considerati i più svogliati, i più irrequieti, quelli che vengono a scuola solo a “scaldare i banchi” o a “disturbare”.
Non ho mai creduto all’esistenza dei bravi e dei cattivi studenti, e il domandarmi perché per alcuni di loro quest’istituzione funziona mentre per altri no, è stato determinante per la scelta dell’argomento.
Ho focalizzato l’interesse verso l’universo femminile per varie ragioni: in primo luogo il mio interesse rivolto verso ogni forma di discriminazione e di esclusione sociale, non poteva non tener conto delle donne che vivono una maggior emarginazione in quanto tali, inoltre la letteratura e le ricerche specifiche in campo femminile non sono vaste, ho pensato pertanto, di contribuire nel mio piccolo ad un processo in cui l’attenzione culturale si concentri sul fatto che le donne e gli uomini non sono un'utenza indistinta, ma che tendono a due generi che hanno una “storia” diversa.
Nel mio percorso scolastico, ho vissuto la bocciatura e credo che la ricerca sia stata un mezzo per ripercorrere ed elaborare un evento che ha segnato profondamente la mia vita.
Lo scopo della ricerca è perciò, quello di indagare il vissuto della bocciatura nelle adolescenti, di analizzare come questo evento possa influire nello sviluppo della loro identità, nella percezione che le adolescenti hanno di loro stesse e in che modo l’istituzione scuola possa aver facilitato o complicato il processo di indipendenza e autonomizzazione delle ragazze.
Per la mia ricerca ho scelto il metodo qualitativo perché il soggetto diviene l’elemento centrale. Il metodo qualitativo è fondato sul dialogo e sull’incontro empatico, caratteristiche a mio avviso fondamentali nella costruzione di un rapporto, di un incontro che dia il giusto peso e rispetto alla persona con la quale ci stiamo relazionando, una relazione che sia rispettosa di chi abbiamo di fronte, che dia dignità all’interlocutore non dimenticando che, in quel momento, diventiamo ascoltatori privilegiati in quanto ci accostiamo alla conoscenza di una storia dai molteplici aspetti e unica nel suo genere.
Attraverso l’analisi di ogni singola storia ho cercato di arrivare a comprendere come l’evento sia espressione di un forte disagio che va considerato sia nel contesto scolastico e sia nel contesto familiare e sociale. È attraverso l’unicità dei loro racconti che sono riuscita ad avere tre immagini del vissuto dell’esperienza e perciò un’immagine di come loro stesse si percepiscono e si definiscono, un’immagine che mi andavo costruendo in relazione ai loro racconti ed un’immagine globale data dal confronto tra le storie.
Ho suddiviso il lavoro in quattro parti: nella prima, ho inserito letteratura riguardante i fattori principali che contribuiscono al vissuto specifico della bocciatura e dei dati statistici, con lo scopo di fornire una cornice di riferimento dell’andamento scolastico degli ultimi dieci anni in Italia. Nella seconda parte, ho descritto la metodologia utilizzata e le varie tecniche impiegate per la ricerca. La terza parte è formata da sette capitoli che racchiudono le storie di vita delle ragazze intervistate. Ogni capitolo è formato da una presentazione della ragazza intervistata, un protocollo dell’intervista, la ricostruzione di quest’ultima e infine un commento tematico realizzato dal confronto con la letteratura di riferimento e mie riflessioni. La quarta parte è formata dal capitolo sulle conclusioni tratte dal riscontro tra le storie di vita, in questo ho posto l’attenzione nel risaltare la singolarità di ogni vissuto e nel sottolineare punti in comune. In appendice sono riportati i suggerimenti delle ragazze per una scuola diversa e l’esperienza che ho vissuto a Napoli con i maestri di strada del progetto Chance, la parte in questione è dedicata al progetto e alla metodologia pedagogica utilizzata. Infine, sempre in appendice, sono riportate le tavole con i dati statistici presentati nel secondo capitolo