il progetto + APPROFONDIMENTI + SECONDA FASE (2005-2008) DEL PROGETTO DEL
“MOVIMENTO DEI GIOVANI
DI STRADA”
DEL GUATEMALA
PREMIO CITTÀ DI FERRARA 2003
PER LA DIFESA
DEI DIRITTI UMANI
“noi giovani di strada,
abbiamo molti sogni,
ma per realizzarli
abbiamo bisogno dell’appoggio di persone amiche”
(Marvin, 15 anni)
1. L’Associazione promotrice del progetto
2. I giovani di strada del Guatemala
3. Breve storia dei primi anni del movimento dei giovani di strada
4. Breve riepilogo del progetto “Siamo protagonisti”
5. Le sei tappe del processo di formazione
6. Obiettivi della seconda fase del progetto
7. Programmi e servizi
8. Preventivo economico
9. Documentazione
Alla fine di ottobre 2004 avrà termine il finanziamento erogato all’associazione “Movimiento de Jóvenes de la Calle” (Città del Guatemala) dall’Unione Europea attraverso la ONG italiana “Terra Nuova” e la collaborazione della ONLUS “Rete di Amicizia con le Ragazze e i Ragazzi della strada”, che ha contribuito ogni anno per un terzo del finanziamento.
La Rete di Amicizia, fondata per appoggiare il Movimento, proseguirà nel suo impegno di solidarietà, ma finora non dispone di risorse sufficienti a coprire tutti i costi del Movimento.
Al fine di trovare maggiori fondi di solidarietà e nuovi finanziamenti presentiamo con questo documento un quadro d’insieme della seconda fase del progetto. Ci rendiamo conto che è difficile ottenere un finanziamento per tutto il progetto, e perciò lo abbiamo suddiviso in 18 programmi e servizi. Ma è evidente che i 18 programmi e servizi costituiscono un’unità organica e quindi non è possibile realizzarne qualcuno tralasciando la maggior parte degli altri. È per questo motivo che chiediamo alle amiche, amici, gruppi, parrocchie, sedi locali dei sindacati, associazioni giovanili, scuole, ecc. di fornire un contributo per il progetto nella sua totalità, lasciando il finanziamento di programmi o servizi particolari alle ONG o associazioni che richiedono un progetto specifico.
Ci sembra corretto sottolineare la difficoltà di programmare su diversi anni un progetto complesso rivolto a gruppi di giovani di strada che cambiano continuamente secondo la situazione economica e politica (repressione, retate della polizia, sequestri di massa da parte di sette religiose, omicidi degli squadroni della morte, ecc.), l’evoluzione del mercato della droga, l’avanzare del AIDS, ecc. La popolazione dei giovani di strada, variabile e fluttuante, vive una situazione di continua emergenza che inevitabilmente si riflette sul nostro lavoro. Un progetto di questo tipo necessita di aggiustamenti ogni anno.
La presentazione del progetto è intenzionalmente descrittiva per essere comprensibile a tutte e a tutti. Ma ogni tranche particolare del progetto può essere riformulata in funzione delle esigenze degli organismi donanti. Ogni persona e ogni associazione che appoggia il movimento riceverà ogni anno una valutazione dell’esecuzione dei programmi e il bilancio consuntivo annuale. Saranno scrupolosamente rispettati i contratti con gli Enti e le ONG. La nostra contabilità è conforme alle leggi del Guatemala e alle norme dell’Unione Europea.
Quando abbiamo ricevuto l’annuncio che la UE aveva accettato il nostro progetto, il nostro movimento era poco più di un sogno. Il progetto attuale è in gran parte la sistematizzazione di molti anni di lavoro delle ragazze e dei ragazzi della strada, degli accompagnatori adulti, delle volontarie e dei volontari. Ogni programma o servizio è stato elaborato, a partire dalla prassi, dalle ragazze e ragazzi della strada, dagli accompagnatori, dalle volontarie e volontari, nonché dagli istruttori che lavorano in un’area specifica. Abbiamo preferito mantenere la diversità degli approcci, a testimonianza dell’incessante lavoro di ricerca, piuttosto che imporre un’omogeneità artificiale allo sforzo collettivo. Vi sono alcuni aspetti nuovi e ancora non sperimentati, come l’ostello di permanenza breve, a cui abbiamo solo accennato perché ci sembra più importante proseguire i programmi in corso piuttosto che affrontare nuove iniziative, soprattutto se costose.
Esprimiamo un cordiale ringraziamento a quanti intendono contribuire alla costruzione del movimento, all’Unione Europea, a “Terra Nuova”, alla Rete di Amicizia, alle tante persone che in Guatemala, Messico, Italia, Belgio, Olanda, Spagna e altri paesi, ci hanno dimostrato la loro amicizia e ci hanno aiutato ad ottenere i modesti successi conseguiti fino ad oggi, che però per noi sono della massima importanza.
HANNO PARTECIPATO ALL’ELABORAZIONE DEL PROGETTO:
René Cordero, Lorena Hernández, Mayra Carranza, Patty García, Oscar Morales, Alejandra Ípala, Rosa Saenz, Mario Reynoso, Carlos García, Billy Salguero, Wendy Franco, Denis Esquivel, Anabela Bautista, Marisol Díaz, Noemí López, Yesenia Pérez, Chiara Brunetti, Sofia Cricchio e il gruppo delle Quetzalitas, Ofelia Rivas, Maria Poitán, Cirilo Yoc, Emanuele Tacchia, Fernando Penna, Cesar Hernández, Carlos Saravia e Gérard Lutte.
Redazione: Gérard Lutte, gerardlutte@tin.it
Traduzione dallo spagnolo: Simonetta Strampelli
ASSOCIAZIONE “MOVIMIENTO DE JÓVENES DE LA CALLE”, fondata il 29 giugno 1999, Associazione Civile Non Lucrativa, iscritta nel Registro Civile di Città del Guatemala il 13 luglio 1999, (Libro Y6P5, Foglio Y54, Atto 199).
- Presidente: padre Martín Balmaceda Santillana, cauce@intelnet.net.gt
- Vicepresidente: Cirilo Yoc
- Tesoriere e consulente pedagogico: Saúl Isai Interiano Ramírez, saulingua@corre.terra.com.gt
- Segretario: Nelson Leonel Uz García, nelsonuz@yahoo.com
- Consiglieri: Lorena del Carmen Hernández Carranza, Cesar Daniel Hernández Carranza, Carlos Leonel García Miranda, Julia Patricia García Tobar, Fernando Penna Ramírez
- Indirizzo: 13 calle, 2-41, Zona 1, Ciudad de Guatemala
- Telefono: 505 2327425; e-mail: mojoca@terra.com.gt
Dell’associazione fanno legalmente parte i giovani di strada, gli accompagnatori adulti e i volontari. L’assemblea approva i programmi nonché i bilanci preventivi e consuntivi dell’associazione. Nomina una giunta direttiva o consiglio d’amministrazione, composta dal presidente, vicepresidente, segretario, tesoriere e cinque consiglieri. Anche all’interno della giunta vi è la presenza di giovani di strada e di accompagnatori adulti e giovani.
A livello operativo, il movimento è composto da:
- L’assemblea delle ragazze e ragazzi del movimento, che nomina l’équipe di coordinamento e approva i programmi e i bilanci preventivi e consuntivi prima che gli stessi siano presentati all’assemblea dell’associazione.
- L’équipe tecnica, composta dal coordinatore dei programmi e dagli accompagnatori. Nella fase attuale di sviluppo del movimento l’équipe di coordinamento e l’équipe tecnica hanno l’incarico di eseguire i programmi e le decisioni dell’assemblea. In una fase ulteriore questo compito sarà esclusivo dell’équipe di coordinamento, mentre l’équipe tecnica avrà un ruolo di consulenza.
- L’équipe amministrativa, che si occupa della ricerca e gestione delle risorse, della manutenzione della casa e delle attrezzature, è composta dal coordinatore amministrativo, il responsabile della contabilità, la segretaria e la cuoca.
- Gli istruttori, le volontarie e i volontari guatemaltechi e di altri paesi, che svolgono un ruolo importante nel nostro movimento, che idealmente vuole essere un’associazione di volontarie e volontari.
ASSOCIAZIONI COSTITUITE IN APPOGGIO AL MOVIMENTO
RETE DI AMICIZIA CON LE RAGAZZE E I RAGAZZI DELLA STRADA, ONLUS
Indirizzo: Piazza Certaldo 3, 00146 Roma, Italia
Telefax 39 06 55285543
E-mail: quetzalitas@tin.it - sito web: www.amistrada.net
CCP n° 42561035, intestato a Rete di Amicizia con le Ragazze e i Ragazzi della strada, onlus, piazza Certaldo 3, int. 31, 00146 ROMA.
RÉSEAU D’AMITIÉ AVEC LES FILLES ET LES GARÇONS DES RUES
Indirizzo: rue du Monument, Ansart, Belgique
Telefono 32 063 434449 – e-mail cdr.ansart@skynet.be
Le bambine, i bambini, le ragazze e i ragazzi della strada, persone a cui sono negati tutti i diritti umani cominciando dal diritto alla vita, sono la metafora dell’attuale società mondiale nell’era della globalizzazione neoliberale dominata dalla brutale violenza del mercato e del profitto, società in cui i diritti delle persone e dei popoli sono sistematicamente schiacciati.
Le bambine, i bambini e i giovani di strada però sono anche la metafora di un mondo diverso possibile perché sono audaci, non integrati, resistono e rifiutano i modelli dominanti, dando maggiore importanza alla condivisione e all’amicizia piuttosto che ai beni materiali.
In America Latina le ragazze e i ragazzi della strada sono figlie e figli dell’invasione spagnola, del capitalismo che cominciava il suo sviluppo con barbari genocidi e rapine in tutto il continente. Nelle comunità indigene i bambini di strada non esistevano perché gli orfani erano accolti in altre famiglie. I bambini di strada sono figli di una società che dà maggiore importanza al denaro e al potere piuttosto che agli esseri umani.
In Guatemala il loro numero è cresciuto a dismisura in seguito al genocidio di oltre 200.000 persone perpetrato negli anni ’80 dall’esercito e altre bande armate. Questa guerra contro i poveri ha spinto quasi un milione di indigeni e contadini meticci a cercare rifugio nelle città, e in particolare nella capitale. Qui hanno costruito centinaia di casupole che circondano la metropoli con una cintura di miseria, oppure si sono installati burroni che s’insinuano fino al centro della città ricoprendole di baracche che si arrampicano su per gli instabili pendii. Le frequenti piogge torrenziali, che si abbattono sul paese durante l’inverno, seppelliscono sotto il fango decine di baracche con i loro poveri abitanti. Il terremoto del 1976 ha inoltre cancellato migliaia di abitanti delle baraccopoli.
La crescente miseria causata dall’economia neoliberale ha accentuato l’esodo dalla campagna alla città, provocando l’ulteriore nascita di decine di miserabili insediamenti. Per sfuggire da questi luoghi di violenza e di noia, centinaia di ragazze e di ragazzi scelgono quindi di vivere per la strada.
Le opinioni sul numero delle ragazze e ragazzi della strada sono divergenti, ma molti sono d’accordo nel ritenere che in Guatemala vi siano almeno 5.000 bambine, bambini e giovani di strada, che si concentrano soprattutto nella capitale del paese.
I diritti più elementari di queste persone – il diritto alla vita, al rispetto della sua dignità come persona, all’alimentazione, alla casa, alla salute, all’istruzione e alla formazione professionale, al lavoro e alla partecipazione politica – sono sistematicamente violati.
Sono soprattutto le donne a vivere una condizione di maggiore violenza e sfruttamento: spesso sono vittime di violenza sessuale, con il rischio di gravidanze non desiderate, di malattie veneree e dell’AIDS. Sono costrette a crescere i propri figli in condizioni estremamente difficili, e spesso i bambini vengono rapiti da delinquenti oppure sono i giudici che ne impongono l’allontanamento dalla famiglia o la messa in adozione.
Nel 1996 un’assemblea di oltre 80 giovani di strada, animata da Gérard Lutte, ha deciso di fondare un proprio movimento, il movimento dei giovani di strada, per aiutare le ragazze e ragazzi della strada a organizzarsi per difendere i propri diritti e migliorare la qualità della vita, per dare loro l’opportunità di formarsi e diventare responsabili del proprio futuro, per sostenere i giovani e le giovani che vogliono togliersi dalla strada e reinserirsi in modo dignitoso nella società.
Il sogno di un movimento autogestito delle giovani e dei giovani di strada ha cominciato a svilupparsi lentamente a partire da una ricerca effettuata nei mesi di aprile e maggio 1993 da Gérard Lutte, professore di psicologia dello sviluppo alla prima Università di Roma “La Sapienza”. Durante la ricerca sono state raccolte le storie di 57 ragazze e ragazzi della strada mentre se ne condivideva la vita di strada e nelle case-famiglia, constatando in loco che molte ragazze e ragazzi non riuscivano a rimanere a lungo all’interno delle istituzioni perché non sopportavano di essere sottoposti alle regole degli adulti o di non poter decidere della propria vita o di doversi separare dalla propria compagna o compagno o dai figli.
Così un sogno alternativo ha cominciato a prendere forma, non in uno dei tanti uffici che elaborano progetti ma a partire dai rapporti di amicizia con le stesse ragazze e ragazzi della strada, ascoltandone le esigenze e cercando di appoggiare il loro sforzo di realizzare i propri sogni con borse di studio o con un sostegno per affittare una stanza o iniziare a lavorare.
Oggi tutte le ragazze, che sono state sostenute in quei primi anni, vivono lontano dalla strada dopo un percorso difficile e tortuoso, con regressioni – “cadute” dicono loro – o addirittura, per qualcuna, passando attraverso il carcere. Le ragazze della strada, che durante l’infanzia hanno sofferto l’abbandono, la violenza e lo stupro, sono ferite nel corpo e nell’anima e spesso si sentono insicure, non hanno autostima, hanno interiorizzato i pregiudizi della gente che le vede come spazzatura. Per loro non è facile rivendicare i propri diritti come esseri umani. Insieme abbiamo capito che, abbandonate a se stesse, per loro era troppo difficile cambiare vita, che era necessario organizzare altri incontri, formare un gruppo di autosostegno. Così è nato il gruppo delle “Quetzalitas”, nome che abbiamo scelto perché il quetzal, splendido uccello tropicale con il petto rosso e una lunghissima coda verde, è simbolo di libertà e, come le ragazze e i ragazzi della strada, non riesce a vivere in gabbia.
Questo gruppo rispondeva alle esigenze di un numero ridottissimo di ragazze, quelle che volevano togliersi dalla strada. Che fare per tutte le altre e per i ragazzi della strada che incontravamo ogni giorno? Con le ragazze, meno numerose dei loro compagni, sono state organizzate alcune attività tutte le domeniche, giorno di vacanza delle istituzioni. Parlando con le ragazze e i ragazzi abbiamo capito poco per volta che occorreva creare un’organizzazione di strada autogestita che fosse in grado di difenderne i diritti, migliorare la qualità della loro vita e appoggiare tutti i ragazzi e le ragazze che avevano intenzione di tornare in seno alla società. In un’assemblea, svoltasi nel 1996 a Amatitlán con un’ottantina di ragazze e ragazzi di vari gruppi di strada, è stata presa all’unanimità la decisione di costituire un’associazione autogestita. Inoltre è stato discusso il tipo di organizzazione, da articolare in assemblee di gruppo, assemblee generali e assemblee di coordinamento, queste ultime formate da delegati di ogni gruppo. È stato anche tracciato un programma di massima per dare una risposta alle esigenze vitali dei giovani di strada.
Era un bel sogno. Ed è stato possibile realizzarlo perché è stato condiviso da molte amiche e amici che hanno costituito la “Rete di Amicizia con le Ragazze e i Ragazzi della strada”. Il loro generoso contributo ha portato a un accordo con la ONG “Terra Nuova” per ottenere un finanziamento dell’Unione Europea che ci ha permesso di comprare una casa nel centro della capitale e di coprire le spese del movimento per cinque anni. Per realizzare questo progetto abbiamo ricevuto l’appoggio anche di amiche e amici del Guatemala, Belgio, Olanda e Stati Uniti. Nel 1997, grazie alla dedizione di Ana Luz Zamudio Ledón e di Anabela Cordón, quindi di René Cordero e di molti altri accompagnatori, e al generoso apporto di volontarie e volontari come Elena Franco, Marielos Salazar, Patty de Block, Gabriele Perfetti, Piero Nota, ecc., le ragazze e i ragazzi della strada hanno avuto un valido sostegno per realizzare il loro sogno.
Il movimento ha portato con sé dalla vita di strada i propri valori – l’amicizia e la condivisione – senza i quali è impossibile sopravvivere in un mondo ostile. Era necessario rafforzare questi valori e accompagnare sempre più i giovani nel cammino dell’autopromozione, dell’autodeterminazione, dell’amicizia liberatrice. Non si doveva regalare nulla perché l’elemosina è umiliante, non aiuta a liberarsi. Tutto si conquista con il lavoro, lo sforzo personale e comunitario.
Dopo anni di sforzi, di successi e di sconfitte, di speranze e di sconforto, nell’agosto 2002 siamo giunti alla fase della gestione in comune, fase in cui tutte le decisioni vengono prese non solo dagli adulti, ma anche dai giovani dei programmi e dei gruppi di strada riuniti in assemblea generale. L’assemblea ha eletto un coordinamento di sette ragazze e ragazzi con l’incarico di metterne in pratica le decisioni insieme agli educatori e guidare l’attuazione della programmazione decisa da tutti. Nello stesso mese di agosto 2003 è stata eletta la seconda équipe di coordinamento, composta anche da giovani che avevano già fatto parte del primo coordinamento.
A partire dalla prassi, nonché dai sondaggi e dalle ricerche effettuate, stiamo insomma portando avanti un metodo educativo centrato sull’individuo, sui gruppi e sull’amicizia liberatrice.
Durante questi anni abbiamo ottenuto dei risultati che intendiamo analizzare. Nonostante tutto, nella strada niente è acquisito una volta per sempre, tutto si deve conquistare e riconquistare giorno per giorno. Per distruggere mesi di sforzi è sufficiente una retata della polizia o di una setta religiosa, una spedizione degli squadroni della morte, un assassinio o uno stupro, un periodo in carcere, una malattia che fa svanire il poco denaro che permette di sopravvivere giornalmente. L’attrazione verso la droga – e non è facile sopravvivere in strada senza droga – così come l’insicurezza e la mancanza di fiducia in se stessi, le difficoltà nei rapporti con gli altri, la mancanza di risorse sufficienti ad affittare una stanza o ad assicurare ai figli un’alimentazione sufficiente, sono tutti elementi che possono far tornare verso la strada giovani che l’avevano abbandonata già da mesi. Anche chi è stato eletto o eletta a un incarico di responsabilità può scoraggiarsi e abbandonare l’incarico. Altri provano a sfuggire alla miseria e alla disperazione cercando di emigrare clandestinamente negli Stati Uniti. Altri ancora scompaiono in pochi mesi uccisi dall’AIDS. Il movimento vive tutta la precarietà della vita dei poveri del Terzo Mondo.
Alla fine del progetto finanziato dall’Unione Europea effettueremo una valutazione sistematica della realizzazione del progetto. Per ora faremo solo alcune riflessioni che consentiranno di capire non solo i successi e i progressi ottenuti ma anche quali sono state le debolezze, gli errori, i tentativi falliti e i fallimenti veri e propri. Così potremo constatare che sono stati raggiunti molti obiettivi, anche se spesso non in modo totale.
Come abbiamo già detto, il principale obiettivo – l’autogestione del movimento da parte degli stessi giovani – è stato raggiunto solo in parte. Siamo giunti alla fase della cogestione, nella quale a prendere sempre più spesso le decisioni sono i giovani, mediante le assemblee e l’équipe di coordinamento che hanno eletto, con il sostegno tecnico degli accompagnatori e dell’équipe amministrativa. I giovani hanno manifestato la chiara intenzione di voler assumere la direzione del movimento, ed è la loro partecipazione ad averlo fatto progredire in modo significativo con un aumento del numero dei partecipanti e dei programmi attivati.
Stiamo lavorando per ottenere un coordinamento dei gruppi di strada, senza però avere ancora raggiunto questo obiettivo.
Siamo riusciti a lavorare con la maggioranza dei gruppi di strada della capitale (Mercado San Martín, Parroquia, San Juan de Dios, Santuario, Concordia, Electra, 6ª Avenida, Parque Central, 18ª Calle, Bolívar, Terminal, Línea), ma finora non abbiamo avuto le forze e le risorse sufficienti a contattare gruppi e associazioni di altre città del Guatemala.
Negli ultimi due anni il lavoro si è accelerato con una migliore programmazione delle attività, che sono diventate più sistematiche e coordinate nonché maggiormente orientate sia alla sensibilizzazione e coscientizzazione di ogni singola ragazza e ogni singolo ragazzo sia al tentativo di coinvolgere i gruppi in iniziative di vario tipo.
Non siamo riusciti ad organizzare un lavoro continuativo con i cosiddetti “veterani di strada”, cioè i giovani che hanno superato i 25 anni ed hanno passato gran parte della vita in strada, i quali, mentre sono troppo grandi per i programmi di formazione pensati per gli adolescenti, cercano di realizzare progetti personali di sopravvivenza nella strada. La nostra attenzione si è piuttosto concentrata nel tentativo di coinvolgere le madri di strada e i loro figli.
Il contratto con l’Unione Europea prevedeva il processo di formazione, addestramento professionale ed istruzione permanente delle ragazze, ragazzi e accompagnatori, nella prospettiva dell’educazione popolare liberatrice, aspetto fondamentale del progetto.
Numerosi aspetti della formazione integrale (sessuale, politica, spirituale, di genere, ecc.) sono stati affrontati negli incontri di strada, ma soprattutto nelle riunioni di formazione nella casa nonché in svariati incontri a livello nazionale e internazionale in collaborazione con organismi e associazioni di diverso tipo (CEPSE, CAUCE, CALDH, GAM, Procuradoría de los Menores, CEFEP, MANTHOC del Perù, associazioni nicaraguensi, JOC Internazionale, le facoltà di psicologia della USAC, della Landivar, dell’Università “La Sapienza” di Roma, ecc.).
Nella casa del movimento si svolge tre volte alla settimana un corso di alfabetizzazione e scuola primaria in accordo con il PENAT (associazione riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione il cui compito è l’istruzione dei bambini e giovani lavoratori di strada), cosa che ci consente di rilasciare diplomi ufficiali. Questi corsi sono frequentati solo da una minoranza di giovani. Due giovani invece studiavano nel primo ciclo della secondaria e un ragazzo ha deciso di iscriversi all’università. Altri dieci vogliono iniziare gli studi secondari. Alcune ragazze hanno concluso con successo la scuola primaria.
C’è ancora molto da fare per raggiungere il nostro obiettivo, vale a dire che tutte le ragazze e i ragazzi della strada ottengano almeno il diploma di scuola media. Per la maggior parte dei giovani di strada non è facile inserire lo studio formale nel proprio progetto di vita e abituarsi alla disciplina di una scuola. A volte sono necessari lunghi anni di formazione prima che una ragazza o un ragazzo di strada decida di studiare per intima convinzione.
Nel 2003 hanno iniziato a funzionare nella casa del movimento quattro laboratori di addestramento professionale: taglio e confezione, panetteria e pasticceria, falegnameria e rilegatura artistica. Fino ad oggi solo una ragazza ha portato a termine un periodo di formazione professionale in una scuola pubblica.
Il corso del CEFEP per ottenere il diploma di educatore popolare, sostenuto dall’Università San Carlos, è seguito da 20 persone, mentre nel mese di novembre 2003 altre dieci persone (sette giovani e tre accompagnatori) hanno ottenuto detto diploma.
Si sono organizzati incontri e seminari (con Giulio Girardi sul tema dell’amicizia liberatrice, con S. Interiano sul protagonismo degli adolescenti, con G. Lutte sul processo di coscientizzazione), e diverse persone seguono i seminari organizzati dalle università o da altre associazioni sulla tossicodipendenza, la salute mentale, l’autostima, le problematiche amministrative, ecc.
Le ragazze e i ragazzi che partecipano alle attività hanno diritto alla prima colazione e al pranzo. Ma ancora non siamo riusciti a garantire i pasti giornalieri a tutti i membri del movimento, evitando così il rischio che utilizzino mezzi illegali per procurarsi da mangiare.
Collaboriamo con APROFAM per quanto riguarda la salute sessuale e riproduttiva, la prevenzione delle malattie veneree e l’AIDS, e con “Medici Senza Frontiere” per gli altri problemi di salute. Mancano le risorse per le medicine, gli interventi importanti e la salute odontoiatrica, per la quale stiamo lavorando con la UMP.
Finora non siamo riusciti ad avere un servizio permanente di salute mentale, che è indispensabile per raggiungere i nostri obiettivi. Nel 2002 abbiamo fatto un primo tentativo di avere un sostegno psicologico al lavoro del movimento con una professoressa dell’Università San Carlos e tirocinanti dell’Università di Roma sotto la supervisione di un professore della stessa università. Nel 2004, abbiamo firmato un accordo con alcune università per aprire nella casa un servizio psicologico per i gruppi e le persone del movimento.
Delle centinaia di ragazze e ragazzi che dal 1994 hanno fatto parte del gruppo delle Quetzalitas o hanno frequentato il movimento per almeno qualche mese, oltre cento adesso vivono fuori dalla strada. Non attribuiamo al movimento il merito di queste reintegrazioni nella società, che sono il frutto della decisione personale di ogni ragazza e ogni ragazzo, ma pensiamo di aver sostenuto (insieme ad altre persone e associazioni) molte di queste ragazze e ragazzi durante il percorso di cambiamento di vita.
Tuttavia questo aspetto del nostro lavoro rimane debole per diversi motivi, che sono una conseguenza della miseria in cui vive la maggioranza del popolo del Guatemala e della mancanza di una politica della casa e dell’occupazione da parte del Governo. Le stanze costano molto e generalmente sono insalubri, i posti di lavoro sono rari e mal pagati. Paradossalmente può essere più facile vivere per strada che fuori.
A volte il fallimento del processo di reinserimento deriva dalla mancanza di un sostegno psicologico durante il difficile passaggio dell’abbandono del gruppo di strada.
Sarebbe necessario aprire un ostello di transizione tra la vita della strada e la vita autonoma, offrire un adeguato sostegno psicologico, formare una rete di solidarietà per dare lavoro a chi esce dalla strada nonché trovare le risorse per costruire abitazioni decenti con prestiti accessibili.
Circa venti donne uscite dalla strada fanno parte delle “Quetzalitas”, gruppo di autosostegno che offre una formazione sui diritti delle donne e l’istruzione delle bambine e dei bambini. Nonostante le crisi e i passi indietro, questo gruppo funziona con una buona autonomia.
Le donne che vivono nella strada hanno degli spazi separati di formazione. Speriamo che il servizio di sostegno psicologico consentirà un lavoro più efficace per aiutarle a far rispettare la propria dignità di donna.
Organizzare nella strada la protezione delle donne contro le violenze e gli abusi sessuali è ancora più difficile. Sarebbe necessario avere una casa-famiglia, un rifugio per i casi d’emergenza. Generalmente le ragazze della strada non hanno il coraggio di denunciare i poliziotti e le guardie private che abusano per paura di rappresaglie. Un rifugio permetterebbe a queste ragazze di difendersi meglio.
Abbiamo escluso la terapia come modo di liberarsi dalla tossicodipendenza, nella convinzione che le ragazze e i ragazzi si liberano diventando protagonisti del proprio futuro. L’uso della droga non è permesso durante le attività nella strada o nella casa. Abbiamo eliminato la perquisizione all’entrata nella casa, praticata da tutte le organizzazioni che lavorano con bambini e giovani di strada, preferendo dimostrare fiducia nei giovani del movimento.
Abolire l’uso delle droghe nella strada è impossibile, e negli ultimi anni la situazione è peggiorata con la vendita del crack e di cocaina. Ma abbiamo constatato una progressiva diminuzione dell’uso della droga nelle ragazze e nei ragazzi che partecipano regolarmente alle attività nella casa, fino a giungere alla completa liberazione quando si stabilizzano nella fase di reinserimento nella società.
Aiutiamo più facilmente le bambine e i bambini delle ragazze uscite dalla strada attraverso la formazione data alle madri e mediante 38 adozioni a distanza che offrono, oltre a un appoggio di amicizia, un piccolo aiuto per frequentare l’asilo o la scuola. Per i problemi di salute abbiamo un accordo con una struttura pediatrica.
Cerchiamo di offrire gli stessi servizi alle bambine e ai bambini che vivono con la madre nella strada, ma generalmente le madri rifiutano questo tipo di appoggio, spesso per paura che i giudici tolgano loro le figlie e i figli o perché i mariti non permettono loro di frequentare il movimento.
Il progetto approvato dall’Unione Europea prevedeva la promozione della libera espressione delle ragazze e ragazzi della strada in conferenze stampa, articoli di riviste e di giornali, programmi radiofonici e televisivi, teatro e musica. Di tanto in tanto queste attività sono state realizzate, è stato pubblicato un giornale del movimento e delle donne del movimento nonché articoli nel bollettino e nel sito internet della Rete di Amicizia (www.amistrada.net), ma è mancata una programmazione sistematica e costante, che avrebbe richiesto maggiori risorse e più persone preparate.
Il movimento si riconosce come parte integrante del movimento popolare nazionale e internazionale, partecipa a manifestazioni per la difesa dei diritti umani e dei diritti popolari come il corteo del primo maggio, è in rapporto con altre associazioni di diritti umani. È in comunicazione e contatto, con scambio di informazioni, con associazioni similari di altri paesi. Maggiori risorse materiali e umane permetterebbero un contatto più frequente con tutte quelle associazioni che si battono per trovare un’alternativa umana al progetto distruttivo della globalizzazione neoliberale.
Il movimento fa parte del “Foro de Protección a la Niñez y Juventud de la Calle”, (Foro di Protezione dell’Infanzia e Gioventù di Strada) che coordina le associazioni che lavorano con la popolazione della strada ed enti governativi come “Bienestar Social” e la “Procuradoría de los Derechos de los Menores” (Ufficio del Procuratore dei Diritti dei minori”. Il contributo del movimento, unica associazione rappresentata anche dagli stessi giovani, è di promuovere il protagonismo delle ragazze e ragazzi della strada e misure alternative all’istituzionalizzazione.
Il contratto con l’Unione Europea prevedeva inoltre che alla fine dei cinque anni del progetto il movimento sarebbe stato economicamente sostenibile. Non abbiamo raggiunto totalmente questo obiettivo perché è difficile che un’associazione educativa possa diventare totalmente autonoma da questo punto di vista. Ma l’espansione delle Reti di Amicizia con le ragazze e ragazzi di strada in Guatemala e in Europa ci permette di coprire una parte importante delle spese.
Ci sembra che gli aspetti positivi del nostro bilancio superino gli aspetti negativi, nonostante il costante peggioramento della situazione economica, politica e sociale del Guatemala in questi ultimi cinque anni. Adesso abbiamo un coordinamento dei giovani che vuole che il loro movimento giunga al più presto possibile alla fase dell’autogestione, abbiamo un’équipe di accompagnatori ben preparati e motivati, abbiamo un maggiore coscienza delle nostre debolezze e dei nostri errori, stiamo elaborando una pedagogia dell’amicizia liberatrice e pensiamo di poter progredire ulteriormente nella realizzazione del nostro progetto. Ma abbiamo ancora bisogno di un aiuto internazionale.
Presentiamo le tappe del nostro metodo educativo allo stadio attuale del lavoro per permettere di comprendere l’integrazione dei vari programmi in una pianificazione globale.
NELLA STRADA IL MOVIMENTO SI COSTRUISCE SUI RAPPORTI D’AMICIZIA
Il lavoro inizia mediante il contatto con nuovi gruppi e nuove ragazze e ragazzi all’interno dei gruppi conosciuti, quindi prosegue con la sensibilizzazione, la coscientizzazione e l’organizzazione nella strada.
Diritti delle ragazze e dei ragazzi che si impegnano nel programma di strada:
- Partecipazione al dibattito e alle decisioni del gruppo
- Merenda dopo le attività;
- Partecipazione a attività ricreative e sportive
- Assistenza nei programmi di salute mentale e fisica e di difesa legale
Doveri:
- Partecipazione attiva e regolare alle attività decise nel gruppo
- Accettazione delle decisioni del gruppo
- Non fare uso di droga durante le attività
- Rispettare gli altri e trattarli con amicizia
Condizioni per poter passare alla seconda tappa:
- Aver partecipato a una media di 10 incontri di strada
- Sapere quali sono gli obiettivi del movimento
- Sapere che cosa si fa nella casa e conoscere le regole di partecipazione
- Fare domanda verbale per entrare nella casa
INIZIAZIONE NELLA CASA DELL’AMICIZIA
Le ragazze e i ragazzi che entrano nella casa sperimentano una vita diversa da quella della strada per due giorni alla settimana. Curano l’igiene personale facendosi la doccia e lavando i vestiti, ricevono due pasti. All’interno di questo spazio si liberano dalle droghe, si assumono alcune responsabilità di mantenimento della pulizia della casa, accettano la disciplina di un orario e della partecipazione a varie attività di tipo fisico, espressivo e manuale che portano a scoprire nuovi interessi e capacità. Usufruiscono di momenti di dibattito per capire meglio che cos’è il movimento, ma soprattutto imparano a rapportarsi senza violenza, a rispettare gli altri e specialmente le donne, a conoscere meglio la gioia dell’amicizia di cui sono esempio le compagne e i compagni del movimento e gli accompagnatori.
Diritti:
- Curare l’igiene personale (farsi la doccia, lavare i vestiti)
- Due pasti nei giorni di attività
- Utilizzare i servizi di salute mentale e fisica e di assistenza legale
- Partecipare ai dibattiti e alle decisioni delle assemblee delle giornate aperte
- Partecipare con diritto di parola, ma non di voto, alle assemblee generali del movimento
Doveri:
- Avere un atteggiamento di amicizia, rispetto e solidarietà verso gli altri
- Partecipare in modo attivo e responsabile alle attività e ai compiti (pulire la casa, lavare i piatti, ecc.)
- Rispettare e mantenere puliti la casa, i mobili e le attrezzature del movimento
Questa tappa ha una durata da tre a sei mesi, alla fine dei quali la ragazza o il ragazzo può accedere alla terza tappa se ha adempiuto alle seguenti condizioni:
- Aver partecipato in modo regolare e responsabile alle attività per un periodo minimo di tre mesi, durante i quali l’équipe di cogestione abbia valutato regolarmente il processo d’integrazione con un dialogo costante con la persona interessata
- Fare domanda scritta per accedere alla tappa di formazione dei membri del movimento, dichiarando che si è conoscenza del suo significato
- Essere accettata o accettato dall’assemblea del gruppo di formazione delle donne o degli uomini
- Firmare un contratto dove sono indicati i diritti e i doveri della terza tappa
FORMAZIONE DEI SOCI O MEMBRI DEL MOVIMENTO
L’obiettivo principale della terza tappa è di formare le ragazze e i ragazzi, che hanno deciso di diventare membri o soci del movimento, attraverso tre programmi specifici: formazione delle donne e degli uomini, istruzione generale e addestramento professionale. Prima di accedere ai programmi di istruzione e di addestramento professionale, gli aspiranti soci parteciperanno per due mesi solo al programma di formazione generale. Se vi partecipano regolarmente e in modo responsabile, potranno accedere ai programmi di istruzione e di formazione e addestramento professionale.
Diritti:
- Partecipare alle assemblee con diritto di voto
- Ricevere borse di studio e di formazione professionale
- Merenda dopo le attività del pomeriggio
- Ricevere un sostegno psicologico individuale
- Tessera di socio aspirante
- Sostegno per i figli
- Partecipare alle attività di produzione
Doveri:
- Presenza regolare e partecipazione attiva e responsabile
- Dimostrare sollecitudine verso le bambine, i bambini e i giovani di strada, sia nella strada che nella casa
- Spronare il proprio gruppo ad organizzarsi con il movimento e le proprie compagne e compagni a comportarsi in modo tale da poter accedere alla seconda e terza tappa
Condizioni per poter accedere alla quarta tappa:
- Partecipazione regolare e responsabile durante un intero anno
- Rispetto del contratto
- Fare domanda scritta per accedere alla quarta tappa
- Saper leggere e scrivere
I SOCI O MEMBRI DEL MOVIMENTO
Questa è l’ultima tappa della formazione dei giovani di strada, tappa in cui diventano responsabili del movimento e della loro vita personale.
Diritti:
- Tessera di socio o membro del movimento
- Avere due pasti al giorno, anche quando non vi sono attività
- Essere eletta o eletto nell’équipe di coordinamento
- Partecipazione alle attività di produzione
- Ingresso libero nella casa quando è aperta
- Partecipazione a tutte le attività di formazione degli accompagnatori
Doveri:
- Diventare responsabile del movimento
- Partecipare ai corsi di formazione del CEFEP e altri
- Contatti e scambi con altre associazioni
- Imparare a dominare sempre meglio l’uso della droga
- Tentare di trovare delle risorse attraverso la produzione o un altro lavoro
- Partecipare al lavoro di strada
LA VITA FUORI DALLA STRADA
Il movimento sostiene le ragazze e i ragazzi che vogliono uscire dalla strada. A volte è necessaria una tappa di transizione di tre mesi, durante la quale la ragazza o il ragazzo riceve un sostegno psicologico e finanziario.
Alla fine del programma di reinserimento la ragazza può entrare a far parte del programma “Las Quetzalitas” e il ragazzo del programma “Nueva Generación”.
Diritti:
- Borsa di studio o di formazione professionale
- Partecipazione ai corsi o seminari di formazione pedagogica e amministrativa
- Sostegno psicologico individuale e di gruppo
Doveri:
- Vivere fuori dalla strada
- Non fare uso di droghe
- Stare lontano da attività illegali
- Avere un lavoro
- Avere una casa
- Educare bene i figli
LE FIGLIE E I FIGLI DELLE RAGAZZE CHE SONO USCITE DALLA STRADA
Le figlie e i figli delle giovani della strada occupano un posto importante nel nostro progetto perché sono le persone meno protette e più deboli e perché con loro è possibile interrompere il circolo vizioso che conduce alla strada, impedire cioè che si formino famiglie e generazioni di strada. Per questo è essenziale trovare un rimedio alle cause che spingono molte ragazze e ragazzi verso la vita della strada: l’estrema miseria, la violenza, gli abusi sessuali, la mancanza di istruzione.
Diritti:
- Formazione dei genitori
- Sostegno psicologico individuale e di gruppo ai genitori e ai bambini
- Borsa o adozione a distanza per coprire le spese dell’asilo o della scuola
Doveri:
- Le madri devono partecipare al gruppo delle Quetzalitas
1. Consolidare il movimento delle ragazze e dei ragazzi di strada diretto da essi stessi, affinché possano difendere i propri diritti, trovare soluzioni ai propri problemi, migliorare la qualità della propria vita, e così contribuire a costruire una società nazionale e mondiale più giusta e più fraterna. Arrivare al più presto possibile alla tappa dell’autogestione.
2. Accompagnare le ragazze e i ragazzi lungo il percorso di formazione integrale, scolastica, professionale e personale.
3. Integrarsi in modo creativo e contribuire a formare il movimento giovanile e popolare, a livello nazionale e internazionale, per costruire una società nazionale e mondiale giusta e fraterna in contrapposizione al progetto disumano della globalizzazione neoliberale.
4. Sostenere le ragazze e i ragazzi che vogliono uscire dalla strada nella ricerca di una casa e di un lavoro, e nella realizzazione di un intero progetto di vita.
5. Consolidare i gruppi di autosostegno delle ragazze uscite dalla strada (Quetzalitas) e dei ragazzi nella stessa situazione (Nueva Generación).
6. Sostenere il processo educativo delle figlie e dei figli delle ragazze che sono uscite o che ancora vivono per la strada.
7. Programmare ed effettuare tutte le attività in modo tale che l’amicizia liberatrice diventi la caratteristica distintiva del movimento quanto a finalità, metodi, modalità di rapporto con le socie e i soci del movimento e con tutte le altre persone e associazioni.
8. Approfondire le tematiche dell’identità di genere e della liberazione delle donne e degli uomini, in un rapporto di parità e rispetto e di lotta contro il maschilismo e ogni altra forma di dominazione e di violenza.
9. Estendere e valorizzare di più il lavoro delle volontarie e dei volontari.
10. Trovare maggiori risorse per il movimento in Guatemala.
Per poter realizzare questi obiettivi, il nostro lavoro è stato articolato in diversi programmi e aree di lavoro.
Prima tappa: il movimento si costruisce nella strada
IL LAVORO DI STRADA
1. Sviluppare un percorso di formazione insieme con le ragazze e i ragazzi della strada affinché prendano coscienza della loro realtà e partecipino alla costruzione del movimento.
2. Sollecitare il maggior numero possibile di ragazze e ragazzi affinché si coinvolgano nel processo di formazione integrale portato avanti nella casa del movimento.
3. Fornire un’attenzione speciale alle bambine e bambini che vivono nella strada responsabilizzando le madri affinché cerchino migliori condizioni di vita.
1. Con ogni ragazza e ragazzo
2. Con ogni gruppo
3. Con più gruppi
- dialogo e disposizione all’ascolto per conoscere la storia e i sogni di ogni ragazza e ogni ragazzo in modo da stabilire un rapporto di amicizia con ciascuno di loro
- assemblee per prendere le decisioni sul programma di attività, su come migliorare le condizioni di vita dei giovani e come difenderne i diritti
- analizzare le problematiche attraverso la discussione e il dibatto, servendosi di burattini, sociodrammi, disegni, pittura, ecc.
- interventi per migliorare l’igiene personale e l’ambiente dove vivono le ragazze e i ragazzi
- attività ricreative e sportive
- attività di esplorazione alla ricerca di altri gruppi
- visite durante la notte o il mattino presto per incontrare altri giovani
- cercare di formare un coordinamento di strada con i gruppi che lo accettano per organizzare attività comuni a più gruppi
- “expocalle”, ovvero esposizioni di pittura, artigianato, ecc. nella strada
- festival di canto o di teatro
- rivendicazioni collettive dei diritti, comunicati, lettere, conferenze stampa, bollettino di strada, ecc.
- conversazioni sul tema della salute, dei rapporti madre-figli e dei rapporti di coppia
- giochi e attività con le bambine e i bambini
- escursioni e attività con il gruppo delle Quetzalitas per mantenerle in contatto con le madri uscite dalla strada affinché possano capire come vi sono riuscite
Nella prima fase del progetto il movimento ha lavorato con tutti i gruppi conosciuti della capitale, adattandosi ai continui cambiamenti della popolazione di strada. Nel 2003 abbiamo lavorato con nove gruppi costituiti da circa 250 ragazze e ragazzi.
La nostra meta, dopo aver consolidato il movimento nella capitale e formato giovani in grado di assumere il compito di proseguire il progetto, è di estendere il movimento ad altre città del Guatemala.
1. Numero di giovani che accedono alla seconda tappa
2. Numero di giovani che partecipano alle attività con il proprio gruppo
3. Numero e importanza delle attività realizzate da più gruppi
4. Numero di gruppi che hanno eletto i propri rappresentanti nel coordinamento di strada.
Seconda tappa: iniziazione nella casa dell’amicizia
INIZIAZIONE NELLA CASA DELL’AMICIZIA
1. Attraverso le attività e la vita nella casa conoscere il movimento in modo più ampio, e quindi chiedere di diventarne membri.
2. Sperimentare una vita differente da quella della strada: senza droghe e con un orario per l’ingresso, per i pasti, per le attività, per l’igiene personale.
3. Sentirsi ben accolti: valorizzati, rispettati e trattati con amicizia, e quindi trasmettere questo comportamento agli altri.
4. Imparare a rispettare le norme decise da tutti, partecipare alle decisioni e assumere delle responsabilità.
5. Attraverso attività di espressione artistica e iniziazione al lavoro (panetteria, falegnameria, ecc.) prendere coscienza dei propri interessi e capacità.
6. Per madri e figlie della strada: rapportarsi in un contesto più sano e formativo, iniziare un percorso con le madri affinché decidano di portare i figli all’asilo o a scuola.
1. Attività di espressione: disegno, pittura, teatro, ginnastica, sport
2. Attività di avviamento professionale: panetteria, falegnameria, ecc.
3. Assemblee per decidere i programmi, la pianificazione, la valutazione delle attività
4. Dibattiti sugli obiettivi, le attività e la vita del movimento, nonché sulle problematiche della loro vita personale
5. Valutazione della partecipazione di chi chiede di accedere alla terza tappa al fine di accettare la domanda
6. Con le bambine e i bambini: giochi formativi per stimolare i sensi
7. Con le madri: manualità e conversazioni sulle problematiche della vita
- Tutte le ragazze e i ragazzi che, dopo un periodo di partecipazione alle attività nella strada, chiedono di poter entrare nella casa del movimento.
1. Numero di giovani che accedono alla terza tappa
2. Numero di bambine e bambini della strada che frequentano l’asilo o la scuola
Terza tappa: formazione delle socie e soci del movimento
FORMAZIONE DELLE DONNE
FORMAZIONE DEGLI UOMINI
1. Preparare le ragazze e i ragazzi a diventare soci o membri del movimento (4ª tappa) attraverso una formazione integrale.
2. Motivarli e prepararli ad accedere in maniera stabile all’istruzione formale e alla formazione professionale.
3. Coinvolgerli in un processo psicologico che favorisca la liberazione dagli elementi che ne ostacolano lo sviluppo umano (vedi il Programma 13: Servizio psicologico).
4. Spronarli a costruirsi un progetto di vita.
5. Offrire una formazione integrale a vari livelli (educazione sessuale, educazione politica, educazione spirituale di liberazione, educazione alla maternità e paternità responsabile, educazione alla salute fisica e mentale).
6. Educare alla comprensione dell’identità di genere, al rispetto delle donne, alla liberazione dal maschilismo e altre forme di violenza.
7. Promuovere l’espressione artistica (pittura, disegno, musica, canto, burattini, manualità, clown, teatro) affinché riescano a tirare fuori i propri problemi ed esprimere interessi e capacità.
Il programma di formazione della persona è l’unico a cui le ragazze e i ragazzi partecipano separatamente per poter affrontare con maggiore libertà le problematiche di genere.
1. Partecipazione alle assemblee del movimento e alle riunioni del gruppo di formazione delle donne o degli uomini per discutere e decidere sui diversi aspetti della vita del movimento: accettazione dei nuovi membri, elaborazione dei programmi, delle norme di convivenza, ecc.
2. Dibattiti, a partire dall’esperienza delle ragazze o ragazzi, su aspetti rilevanti della loro vita
3. Incontri e attività con i diversi gruppi di strada
4. Incontri sportivi e di ricreazione fra i gruppi
5. Ritiri spirituali
6. Laboratori di espressione artistica
7. Terapia di gruppo
Si prevede che nel 2005 venti ragazze e venti ragazzi entrino a far parte dei gruppi di formazione della persona.
1. Numero delle ragazze e dei ragazzi che partecipano all’istruzione e formazione professionale e di quanti riescono a diventare socie o soci effettivi (4ª tappa)
2. Miglioramento dei rapporti all’interno di ciascun gruppo: osservazione e percezione soggettiva della diminuzione di tensioni e conflitti, aumento della comprensione e della solidarietà
3. Aumento della capacità di intervento nei dibattiti e formulazione di proposte e iniziative
4. Progressi nella conoscenza dei temi studiati
ISTRUZIONE
1. Fornire un’istruzione scolastica formale alle ragazze e ai ragazzi affinché completino il ciclo primario o secondario.
2. Ottenere l’inserimento delle ragazze e dei ragazzi negli istituti d’istruzione formali, comprese le università.
3. Ottenere la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi alle attività di lettura.
4. Ottenere l’integrazione delle ragazze e dei ragazzi alle attività di sostegno scolastico nella casa e nella strada.
1. Attività di motivazione di strada (calcolo semplice, iniziazione all’alfabetizzazione)
2. Alfabetizzazione nella casa per le ragazze e i ragazzi delle terza e quarta tappa
3. Corsi di studio in istituti d’istruzione formali per le ragazze e i ragazzi della quinta tappa
1. Offrire spazi d’incontro nella strada che spingano a partecipare alle attività scolastiche nella casa
2. Corsi di alfabetizzazione e di scuola elementare nella casa del movimento almeno tre volte alla settimana
3. Offrire borse di studio per sostenere i costi dell’inserimento in istituti scolastici formali
4. Concordare con enti culturali nazionali la possibilità di partecipare ad eventi che contribuiscono a rafforzare l’apprezzamento dell’arte in tutte le sue espressioni
5. Organizzare il servizio di biblioteca
6. Pubblicare bollettini e storie dei giovani di strada
7. Seguire le ragazze e i ragazzi che studiano in istituti scolastici formali
8. Utilizzare la metodologia partecipativa a partire dai bisogni e dalle richieste delle ragazze e dei ragazzi
9. Promuovere l’autoformazione in modo che siano la singola ragazza e il singolo ragazzo a stabilire i criteri che guideranno il percorso personale di formazione
10. Produrre collettivamente eventi culturali
1. Alfabetizzazione nella strada: almeno 100 giovani
2. Scuola in casa: 20-25 giovani
3. Scuole esterne ed università: una quindicina.
1. Numero di ragazze e ragazzi che partecipano alle attività educative di strada
2. Numero di ragazze e ragazzi che partecipano agli spazi educativi nella casa
4. Numero di ragazze e ragazzi che ottengono la certificazione di conclusione delle tappe approvate
5. Numero di ragazze e ragazzi che partecipano ad attività culturali varie
6. Numero di ragazze e ragazzi che studiano in istituti scolastici formali
FORMAZIONE PROFESSIONALE
1. Imparare un mestiere con un corso organizzato nella casa o fuori.
2. Prepararsi al reinserimento lavorativo.
3. Ammortizzare al massimo i costi di formazione professionale con la vendita dei prodotti.
4. Organizzare anche corsi di breve durata (manualità, rilegatura).
1. Psicologica:
- Motivare al lavoro formale
2. Organizzativa:
- Sistematizzare il processo di apprendistato (contratti, norme, pagamenti)
- Avere un registro delle frequenze, dei risultati e degli indicatori di valutazione
- Educare al lavoro di gruppo
3. Produttiva:
- Studio del mercato e delle strategie di vendita
- Fabbricare prodotti di qualità
- Contatti con ONG e altre organizzazioni per condividere esperienze e processi formativi, vendere i prodotti
Nel 2003 si sono tenuti corsi di formazione e addestramento professionale in falegnameria, sartoria, panetteria e pasticceria, con istruttori specializzati che insegnano sistematicamente ciascun mestiere. È iniziato anche un corso di rilegatura.
Sono accessibili alle ragazze e ai ragazzi della seconda tappa in modo che possano scoprire i propri interessi e capacità e a quelli della terza e quarta tappa per effettuare un apprendistato sistematico.
In ogni corso occorre:
- Avere un registro di controllo delle frequenze e dei pagamenti
- Eleggere un coordinatore
- Elaborare contratti, norme e pagamenti con la partecipazione di tutte le ragazze e tutti i ragazzi
Per tutti:
- Avere un campionario e un catalogo dei prodotti realizzati
- Mantenere contatti con organizzazioni straniere e nazionali per la vendita e il sostegno alla formazione professionale
1. Numero di apprendisti per corso
2. Percentuale di apprendisti promossi alla tappa superiore ogni tre mesi
3. Qualità dei prodotti
4. Percentuale di ammortizzazione delle spese
Quarta tappa: le socie e i soci del movimento
EDUCAZIONE ALLA PEDAGOGIA DELLA LIBERAZIONE E FORMAZIONE ALLA GESTIONE DEL MOVIMENTO
1. Ottenere che le socie e i soci del movimento (giovani della quarta e quinta tappa e accompagnatori) si educhino in una pedagogia e una psicologia coerenti con il principio ispiratore del movimento – l’amicizia liberatrice – e ricevano una formazione sugli aspetti tecnico-amministrativi necessari alla gestione di un’organizzazione.
2. Ottenere che le socie e i soci del movimento, attraverso la valutazione critica delle loro azioni, la sistematizzazione delle loro esperienze e ricerche, elaborino un proprio metodo educativo, una propria pedagogia dell’amicizia liberatrice.
1. Pedagogia e psicologia:
- Scienze dell’educazione
- Amicizia liberatrice
- Psicologia delle bambine, dei bambini e dei giovani
- Metodo della ricerca partecipativa
2. Spiritualità e percorso di liberazione
3. Amministrazione (gestione):
- Principi di base di contabilità e gestione delle associazioni
- Elaborazione di progetti
Si effettueranno, a seconda dei livelli di formazione accademica:
1. Iscrizioni a corsi universitari (lauree brevi, facoltà umanistiche e scientifiche)
2. Seminari concernenti soprattutto l’amicizia liberatrice e la pedagogia della liberazione
3. Accompagnamento spirituale
4. Partecipazione a ricerche
1. Accompagnatori: 9
2. Giovani del coordinamento: 9
3. Giovani della quarta tappa: circa 15
4. Membri del gruppo “Las Quetzalitas” e del gruppo “Nueva Generación”: 25-30
COMUNICAZIONI E PUBBLICHE RELAZIONI
1. Stabilire un dialogo (contatti istituzionali, lettere d’intesa) con le istituzioni con cui è possibile allearsi in determinate circostanze.
2. Costruire reti formali con settori del movimento popolare per incidere nelle politiche pubbliche relative all’infanzia e alla gioventù.
3. Avere contatti e scambi con organizzazioni giovanili e popolari internazionali o di altri paesi.
4. Diffondere le informazioni sul movimento e la situazione dei giovani di strada mediante bollettini, programmi radiofonici, video e il sito internet della Rete di Amicizia (www.amistrada.net).
1. Accordi per organizzare corsi o servizi permanenti all’interno del movimento
2. Rete per la costruzione di un Movimento Giovanile Popolare
3. Inserimento in organizzazioni internazionali, in particolare nel movimento dei movimenti alternativo alla globalizzazione neoliberale
1. Accordi con istituzioni per organizzare corsi di formazione (ad esempio, con CALDH – PDH per corsi sui diritti umani, o con associazioni di donne per corsi di formazione su problematiche di genere) o per organizzare servizi specifici (ad esempio, con università per usufruire di un servizio psicologico, con istituzioni specializzate in materia di salute, ecc.)
2. Comunicazioni con altri movimenti giovanili per partecipare ad assemblee, eventi e riunioni e trovare soluzioni congiunte a situazioni sociali negative per l’infanzia e la gioventù
3. Comunicazioni via internet, posta elettronica o altri tipi di scambio con organizzazioni di altri paesi
4. Elaborazione di informazioni: bollettini, libri, video, sito internet
1. Donazioni al movimento che coprono almeno il 25% dei costi
2. Accordi che consentano al movimento di raggiungere gli obiettivi nel settore giuridico e in quello della salute fisica e mentale
3. Scambi con altre organizzazioni giovanili e popolari in Guatemala e raggiungimento degli obiettivi comuni
4. Arricchimento reciproco mediante le comunicazioni e gli scambi con organizzazioni di altri paesi
5. Capacità di elaborare e diffondere informazioni sulle ragazze e ragazzi di strada e sul movimento
Quinta tappa: la vita fuori dalla strada
REINSERIMENTO
(progetto ancora non sperimentato)
1. Imparare a vivere in una casa, a gestire le risorse per condurre una vita autonoma, a cucinare, a pagare i costi della luce, dell’acqua e del gas, e l’affitto della casa.
2. Trovare un lavoro che consenta di ottenere le risorse per condurre una vita autonoma.
3. Fornire un sostegno psicologico per vivere senza droghe e senza dipendere dal gruppo di cui facevano parte nella strada.
4. Occupare il tempo libero ed eventualmente migliorare i rapporti di coppia e quelli con i figli.
1. Durante il primo mese le ragazze e i ragazzi non pagano la rispettiva quota di affitto della casa e per i pasti, durante il giorno lavorano e/o studiano e partecipano alle attività del movimento.
2. A partire dal secondo mese inizieranno a contribuire alle spese della casa.
3. Progressivamente impareranno a comprare i generi alimentari e i prodotti necessari per la casa, a fare da mangiare, a lavare e tenere pulita la casa, a mantenere in ordine la propria stanza, a lavarsi e stirare i vestiti.
4. I ragazzi faranno gli stessi lavori delle ragazze.
5. Ogni settimana si farà il punto sulla vita della casa e si valuteranno i progressi di ogni abitante.
6. Si presume che la permanenza nella casa sia di tre mesi, periodo che potrà essere prolungato in funzione della valutazione dei progressi fatti da ciascun abitante.
7. Le regole della vita nella casa (distribuzione dei lavori, orari di entrata e di uscita, ecc.) sono decise da tutti.
8. In caso di gravi trasgressioni, gli abitanti della casa ne informeranno il comitato di cogestione o l’équipe di coordinamento del movimento, che prenderanno le misure necessarie.
- Responsabili della casa:
possibilmente una coppia che abbia allevato figlie e figli e che sia in grado di seguire e orientare i giovani
Nota: una stanza della casa sarà riservata come rifugio temporaneo, ad esempio per ragazze incinte o che sono state minacciate, ragazze e ragazzi in situazioni di violenza o con problemi di salute, ecc.
Stimato intorno a 15-20
Percentuale di giovani che diventano capaci di vivere responsabilmente fuori dalla strada
1. Offrire alle ragazze e ai ragazzi che vogliono uscire dalla strada la possibilità di affittare o comprare o costruire una casa.
2. Offrire un sostegno morale e psicologico per poter condurre una vita autonoma.
1. Pagare l’affitto di una stanza per due o tre mesi
2. Comprare il minimo indispensabile per vivere nella stanza
3. Fornire anche un “paniere” di prodotti alimentari di base per tre mesi
4. Durante questo periodo la ragazza o il ragazzo continua a partecipare alle attività del movimento, studia e lavora, e avrà un sostegno psicologico
Prevediamo circa 15 reinserimenti in una casa propria all’anno
Percentuale di giovani che diventano capaci di vivere responsabilmente fuori dalla strada
(progetto ancora non sperimentato)
1. L’aiuto potrebbe consistere in piccole donazioni per pagare l’anticipo o in prestiti per partecipare a eventuali programmi di case popolari
2. Trovare donazioni di materiali per costruire la casa
3. Dare un sostegno morale e psicologico
Si vorrebbero aiutare 5 persone all’anno
Percentuale di giovani che riescono a costruire o a comprare una casa popolare
Aiutare le ragazze e i ragazzi che sono pronti (sufficiente stabilità emotiva, senso di responsabilità, formazione professionale) a integrarsi in maniera dignitosa nel mondo del lavoro dipendente.
Come strategia per aiutare i giovani a integrarsi nel mondo del lavoro, seguendo l’esempio di altri paesi con iniziative di questo tipo come il Brasile, crediamo che sia indispensabile la creazione di una rete di persone disposte a dare un contratto ai nostri giovani usciti dalla strada. Si cercherà di fare degli accordi con artigiani e imprenditori, pagando noi il salario di una ragazza o un ragazzo per tre mesi in cambio del loro impegno di assumere il giovane per almeno un anno, nel rispetto delle leggi sul lavoro.
Supervisione settimanale e sostegno morale e psicologico
Si tratta di un’iniziativa nuova che deve essere sperimentata e validata. Si potrebbe tentare una prova con due giovani.
(progetto ancora non sperimentato)
Dare la possibilità di creare opportunità di lavoro indipendente. La maggior parte delle lavoratrici e lavoratori del Guatemala hanno un lavoro informale. Si potrebbe in un primo momento sostenere la creazione o l’ampliamento di microimprese di vendita. Successivamente potremo tentare di contribuire alla formazione di microimprese e cooperative di produzione.
1. Imparare a comprare, vendere, calcolare i prezzi, tenere la contabilità
2. Ottenere dal Comune il permesso di utilizzare dei punti di vendita
3. Stabilire una donazione iniziale ed eventuali prestiti
10 persone all’anno
Percentuale di giovani che riescono a vivere dell’attività di vendita
LAS QUEZTALITAS
1. Creare uno spazio di confronto, amicizia e autosostegno tra donne uscite dalla strada e/o che hanno avuto problemi di droga o intrafamiliari.
2. Approfondire la formazione nel settore delle problematiche femminili e in quello dell’educazione delle bambine e dei bambini, oltre che per quanto riguarda le problematiche del lavoro.
3. Creare uno spazio formativo di stimolo e sviluppo dei bambini.
4. Accogliere le ragazze che sono disposte a fare un percorso di uscita dalla strada o da altre situazioni molto problematiche.
5. Manifestare una solidarietà concreta verso le madri che vivono nella strada con i figli, compatibilmente con gli impegni lavorativi e familiari.
1. Ragazze uscite dalla strada
2. Le loro figlie e figli
3. Accoglienza delle ragazze che iniziano il percorso di uscita dalla strada
4. Donne che vivono nella strada con le figlie e i figli
1. Gli incontri del gruppo “Las Quetzalitas” sono organizzati dalle stesse ragazze per svolgere attività formative, ricreative e di autosostegno. Durante gli incontri parlano di se stesse, dei loro problemi, dei progetti personali, delle figlie e dei figli.
2. Incontri con “esperti” esterni su tematiche quali il maltrattamento dell’infanzia, l’educazione delle bambine e dei bambini, i diritti e le problematiche di genere, la salute e l’alimentazione
3. Lavoro con madri e bambini che ancora vivono nella strada, organizzando insieme a loro uscite e altre attività
4. Terapia di gruppo
5. Manualità
6. Uscite e ritiri
7. Borse di studio e di formazione professionale
8. Sostegno per trovare una casa
1. Attività espressive: disegno, pittura, canto, teatro, ecc.
2. Giochi di costruzione, ecc.
3. Feste di Natale, per il compleanno, ecc.
4. Partecipazione alle uscite e ritiri delle madri
5. Attività di gruppo con psicologhe o psicologi
Le Quetzalitas si incontrano due volte al mese per tutta la giornata. Inoltre il gruppo di coordinamento delle Quetzalitas si riunisce una volta alla settimana per organizzare le attività precedentemente programmate e scegliere le o gli “esperti” che interverranno ai corsi programmati. Molte volte sono le stesse ragazze che fanno parte del coordinamento a intervenire come “esperte” nei corsi organizzati per le altre compagne. Il gruppo di coordinamento delle Quetzalitas viene eletto ogni anno dalle stesse ragazze.
di figlie e figli: 55
1. Numero di ragazze che partecipano al gruppo “Las Quetzalitas”
2. Numero di ragazze invitate ad entrare nel gruppo che riescono ad uscire dalla strada
3. Numero e tipo di attività di solidarietà con le madri e le bambine e bambini di strada
NUEVA GENERACIÓN
1. Creare uno spazio di confronto, amicizia e autosostegno tra uomini usciti dalla strada.
2. Accogliere i ragazzi che sono disposti a fare un percorso di uscita dalla strada.
3. Manifestare una solidarietà concreta verso le ragazze e i ragazzi della strada.
4. Incontri di salute mentale per promuovere la convivenza.
1. Si svolgeranno corsi su tematiche inerenti ai valori, responsabilità, organizzazione e progetti di vita, a partire dalle realtà vissute dai ragazzi
2. Lavori di gruppo per rafforzare il sentimento di condivisione
3. Si effettueranno visite ai compagni che ancora vivono nella strada, realizzando attività formative e di convivenza
4. Gli incontri del gruppo “Nueva Generación” avranno la seguente cadenza:
- Due incontri di formazione al mese
- Un incontro di convivenza con altri gruppi di strada ogni due mesi
- Un incontro di salute mentale ogni tre mesi
1. Numero di ragazzi che partecipano al gruppo e indice di aumento annuale
2. Numero di giovani accolti nel gruppo per essere aiutati nel tentativo di uscire dalla strada
3. Manifestazioni di solidarietà verso i giovani che ancora vivono nella strada
Sesta tappa: sostegno all’educazione delle figlie e dei figli delle ragazze uscite dalla strada
7.12 Programma 12:
ADOZIONI A DISTANZA
Programma finanziato dal gruppo di solidarietà di Potenza (Italia).
Le adozioni a distanza sono un importante mezzo di sostegno all’educazione delle figlie e figli delle Quetzalitas e delle madri di strada. Per noi l’adozione a distanza non consiste solo nel rapporto individuale tra una bambina o un bambino e una madrina o padrino che fornisce un sostegno economico e morale, ma è anche il rapporto con tutto un gruppo di bambine, bambini e rispettive madri. Le madri sono organizzate in gruppi di autosostegno e ricevono una formazione per allevare i figli.
1. Sostenere con un rapporto d’amicizia le madri uscite dalla strada nel tentativo di allevare bene le figlie e i figli.
2. Offrire un piccolo aiuto economico per migliorare l’alimentazione dei bambini e per pagare i costi dell’asilo o della scuola.
Per ricevere il sostegno, le madri devono partecipare regolarmente al gruppo delle Quetzalitas e mandare notizie dei figli alle madrine e padrini almeno due volte all’anno.
Il movimento non consegna il denaro alle madri che ancora vivono nella strada, ma paga direttamente i costi dell’asilo o della scuola.
Si possono avere maggiori informazioni sulla metodologia nel programma 10 (Quetzalitas) e per le bambine, bambini e madri di strada nei programmi 1 e 2.
- figlie e figli delle Quetzalitas: si prevede che nel 2005 saranno 55
- figlie e figli delle madri di strada: 6 nel 2005
1. Percentuale di figlie e figli delle Quetzalitas che frequentano l’asilo o la scuola primaria
2. Rispetto delle regole stabilite per ottenere il sostegno
SOSTEGNO PSICOLOGICO
Nel processo di costruzione del movimento come associazione autogestita di formazione integrale di ogni ragazza e di ogni ragazzo si incontrano molti ostacoli derivanti dalle ferite che tutti loro hanno subito per le violenze vissute in famiglia, nelle istituzioni, in carcere e nella strada, e le resistenze insite dell’adultocentrismo. Pertanto riteniamo che, per raggiungere gli obiettivi del movimento, è indispensabile un servizio psicologico, coordinato da un professionista con sufficiente esperienza e una netta sensibilità sociale, che favorisca la coesione dei gruppi e la partecipazione individuale.
Osservare, fare proposte, organizzare dinamiche di gruppo per migliorare il lavoro di gruppo, la partecipazione di ogni persona, l’autogestione da parte delle ragazze e dei ragazzi.
Terapia di gruppo una volta alla settimana per affrontare i problemi incontrati nella famiglia e nella strada, migliorare i rapporti interpersonali e di gruppo, spingere le ragazze e i ragazzi che ne hanno maggiormente bisogno a fare una terapia personale. Individuare le donne che hanno maggior bisogno di un sostegno personalizzato. Il lavoro con le donne sarà affidato a una psicologa.
Due volte al mese lavoro di gruppo per affrontare i problemi delle ragazze e dei ragazzi che sono usciti dalla strada, le ferite lasciate dalla vita nella famiglia di origine e nella strada, le problematiche dei rapporti con il proprio compagno o con le figlie e i figli. Questo lavoro sarà affidato a una donna. Il gruppo è composto da 25 donne e aumenta ogni anno.
Due volte al mese. Organizzare lavori di gruppo, suddivisi per età, per favorire i rapporti interpersonali e individuare le bambine e i bambini che hanno bisogno di un aiuto personalizzato.
7.13.2.2.1 Sostenere il percorso personale del processo di maturazione delle ragazze e ragazzi dalla terza alla quinta tappa e, per quanto possibile, orientare le ragazze e i ragazzi che richiedono un sostegno individuale o che sono ritenuti adatti a ricevere questo servizio.
7.13.2.2.2 Uno dei sostegni offerti dal movimento è il reinserimento. Si tratta di sostenere le ragazze e i ragazzi, che hanno deciso di uscire dalla strada, con un aiuto per la casa, gli studi o il lavoro. Durante questa difficile fase di transizione sarebbe molto importante dare anche un sostegno psicologico, in modo che i giovani possano assumersi la responsabilità della propria esistenza e accettare la separazione dal proprio gruppo di strada.
Le facoltà di psicologia delle università di San Carlos, Landivar e “La Sapienza” di Roma, il servizio di salute mentale della ODHA Difesa dei Diritti Umani della diocesi), Medici Senza Frontiere, APROFAM (salute sessuale e riproduttiva).
Abbiamo firmato un accordo con l’Università Landivar, con la facoltà di psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma e con APROFAM.
ASSISTENZA LEGALE
1. Ottenere che le ragazze e i ragazzi della strada abbiano una protezione legale per difendere i propri diritti contro ogni tipo di aggressione.
2. Ottenere che siano accettati nella società formalizzando il proprio reinserimento legale e sociale (iscrizione nel registro della popolazione, carta di identità).
3. Ottenere che conoscano i propri diritti e i mezzi per difenderli.
1. Ottenimento dei documenti d’identità
2. Protezione legale nei casi di aggressione e di violazione dei loro diritti
1. Accordi con associazioni di difesa dei diritti umani (GAM, CALDH) o di assistenza legale (“Casa Alianza”, studi legali collegati alle università Landivar e USAC)
2. Corsi e seminari sui diritti umani
1. Protezione legale per le ragazze e i ragazzi della strada: circa 250
2. Ottenimento dei documenti d’identità per le ragazze e i ragazzi del movimento
1. Accordi con enti e istituzioni che lavorano nel settore dell’assistenza legale e giudiziaria
2. Possesso di un documento d’identità (cédula de vecindad) per tutte le ragazze e i ragazzi della quarta tappa
3. Impegno personale delle ragazze e dei ragazzi nel fare le pratiche per ottenere i documenti
4. Attenzione con cui si seguono le procedure di denuncia
SALUTE
1. Ottenere che le ragazze e i ragazzi della strada diventino responsabili della propria salute integrale.
2. Ottenere che possano avere una formazione per praticare ed insegnare ad altri la prevenzione contro l’AIDS e altre malattie sessualmente trasmissibili.
3. Ottenere che le ragazze e i ragazzi della strada possano organizzarsi per accompagnare le proprie compagne e compagni ad effettuare le necessarie visite mediche.
4. Ottenere che i gruppi di strada si organizzino per migliorare l’igiene del luogo in cui vivono.
5. Migliorare la salute odontoiatrica delle ragazze e dei ragazzi della strada.
6. Ottenere che le madri di strada e le Quetzalitas portino le figlie e i figli all’ambulatorio pediatrico e ricevano una formazione che le aiuti a curare bene la salute delle figlie e dei figli..
1. Salute sessuale e riproduttiva
2. Salute di base
3. Salute pediatrica
4. Salute odontoiatrica
1. Collaborazione con enti e istituzioni che si occupano di queste problematiche. In particolare, con l’associazione “Pro-bienestar de la Familia” (APROFAM) per le seguenti iniziative:
- Giornate dedicate al Pap-test
- Visite e assistenza di una ginecologa per le ragazze adolescenti
- Visite e assistenza di un urologo per i ragazzi
- Sostegno, in caso di malattie veneree, per ottenere le medicine e fare i relativi esami di laboratorio
- Corsi di prevenzione
2. Per le malattie dermatologiche e polmonari e altri problemi di salute ci si rivolge ai servizi sanitari pubblici, con la collaborazione della ONG “Medici Senza Frontiere”
3. Si è in contatto con l’associazione pediatrica
4. Accordo con la UMP e altre strutture per le cure dentali
5. Si dà un sostegno economico alle ragazze e ai ragazzi usciti dalla strada che hanno bisogno di recuperare la salute odontoiatrica
6. Conversazioni nella strada e corsi nella casa sulla salute
Le ragazze e i ragazzi della strada, le socie e i soci del movimento, i membri dei gruppi delle “Quetzalitas” e di “Nueva Generación”, le figlie e i figli delle madri di strada: circa 250 persone almeno..
1. I ragazzi e le ragazze della strada diventano più responsabili della propria salute.
2. Praticano una migliore prevenzione contro l’AIDS e altre malattie sessualmente trasmissibili.
3. I gruppi di strada fanno una giornata di pulizie al mese.
4. Le ragazze e i ragazzi della strada si lavano regolarmente quando vengono nella casa del movimento.
5. Vaccinazione completa delle bambine e dei bambini delle madri di strada in seguito all’accordo con l’Associazione Pediatrica Guatemalteca.
6. Le Quetzalitas ricevono una formazione per curare fisicamente i propri figli e dare ai bambini stimoli precoci.
7.
Strutture e servizi di supporto ai programmi
Per poter realizzare i programmi della seconda fase del progetto sono necessarie diverse strutture e servizi di tipo logistico.
CASA DELL’AMICIZIA
Anche se il lavoro del movimento si svolge soprattutto nella strada, la casa dell’amicizia o centro sociale è indispensabile come luogo di riunione, centro di educazione, istruzione e formazione professionale, possibilità di alimentazione e igiene personale, rifugio en casi di emergenza.
1. La casa deve essere aperta tutti i giorni dell’anno.
2. Ogni persona che entra nella casa deve sentirsi benvenuta e rispettata.
3. La casa stessa deve essere rispettata, cioè deve essere pulita ed avere una buona manutenzione.
4. I mobili e le attrezzature necessarie alle attività devono essere ben mantenuti.
1. La coordinatrice o coordinatore amministrativo ha la responsabilità della casa e di tutte le altre cose appartenenti al movimento
2. Ha l’incarico di provvedere affinché non manchi quanto è necessario allo svolgimento delle attività
3. Farà partecipare tutte le ragazze, i ragazzi e gli accompagnatori alla pulizia e manutenzione della casa, dei mobili e delle attrezzature
4. Deciderà, con la partecipazione di tutte e di tutti, le regole per l’uso dei computer, di internet, del telefono, dell’automezzo, ecc.
Nel preventivo sono indicati i costi relativi a:
- manutenzione della casa
- acqua
- gas
- telefono
- computer
- internet
- automezzo
- sicurezza, ecc.
ALIMENTAZIONE
Ai giovani che partecipano alle attività il movimento fornisce giornalmente (365 giorni all’anno) i pasti, che consistono in:
- Prima colazione e pranzo giornaliero per quanti hanno un rapporto costante e una presenza permanente (60 giovani)
- Prima colazione e pranzo per quanti prendono parte alle giornate aperte che si svolgono il venerdì (50 giornate all’anno) con la presenza di circa 60 giovani
- Assemblee e attività straordinarie (8 all’anno), a cui partecipano circa 150 persone
1. Fornire ai giovani due pasti giornalieri (prima colazione e pranzo).
2. Offrire alimenti nutrienti, igienici e saporiti.
3. Mantenere l’efficienza nella preparazione e distribuzione degli alimenti (rapporto costi/benefici).
1. Alimenti che incontrano il gradimento e il gusto dei giovani
2. Alimenti che forniscono almeno 2800 chilocalorie
3. Alimenti nutrienti ma a basso contenuto di grassi
AMMINISTRAZIONE
L’équipe amministrativa comprende la coordinatrice o il coordinatore amministrativo, un contabile o ragioniere, la segretaria o il segretario, la cuoca o il cuoco.
1. Trovare le risorse necessarie al movimento.
2. Amministrare le risorse in modo trasparente, rispettando le leggi del Guatemala, i contratti con le associazioni che ci danno le risorse, le intenzioni dei donatori.
3. Consegnare entro le scadenze stabilite le relazioni e rapporti richiesti dalle leggi e autorità guatemalteche o indicati nei contratti con le istituzioni o associazioni (inerenti alle attività, programmazioni, bilanci, preventivi, fatture, ricevute) e rispondere con diligenza alle lettere e richieste di quanti ci sostengono.
4. Coinvolgere tutte le ragazze e i ragazzi e accompagnatori nella ricerca e gestione delle risorse.
5. Vigilare affinché la più alta percentuale possibile delle risorse vada a beneficio diretto del progetto, cioè delle bambine, bambini e giovani della strada e tutte le ragazze e i ragazzi che fanno parte del movimento dalla prima alla sesta tappa.
1. Il movimento dovrà adattare le sue attività in funzione delle risorse che avrà di anno in anno, dando la priorità ai programmi già esistenti.
2. Il movimento e le Reti di Amicizia esistenti in Belgio e in Italia tenteranno di trovare almeno $ 120.000,00 all’anno.
3. I titolari del movimento, della casa e di tutte le risorse sono le bambine, i bambini e i giovani della strada. Il movimento paga un salario modesto, ma sufficiente per condurre una vita dignitosa; così il personale stipendiato esprimerà il proprio spirito di servizio alla popolazione di strada e la propria solidarietà al popolo del Guatemala che vive nella miseria. Inoltre le paghe sono uguali per tutte e per tutti e variano solo in funzione del tempo di lavoro (sei tempi completi e tre tempi parziali). La paga proposta per questo progetto potrà essere progressivamente data solo se troviamo risorse sufficienti anche in Guatemala. Per un tempo completo, lo stipendio netto è di Q. 4.000 (€ 400) al mese. Vorremmo poter giungere a Q: 5.00 nel 2007, somma considerata necessaria per coprire le spese essenziali di una famiglia con due figli.
4. Le ragazze e i ragazzi che hanno una responsabilità all’interno del movimento (coordinatori) non ricevono una paga, ma hanno la possibilità di prepararsi un futuro con lo studio e la formazione professionale; ricevono inoltre i pasti, le cure necessarie a mantenersi in buona salute e un contributo proporzionato al tempo di lavoro in modo che siano in grado di affittare una stanza e di vivere in modo dignitoso.
5. Ulteriori specificazioni:
- Gli accompagnatori normalmente lavorano in più di un programma (ad esempio, tutte e tutti lavorano nella strada). La loro paga è inclusa nei programmi di cui sono responsabili.
- I costi dei servizi sono ripartiti nei vari programma programmi. Il costo di ogni programma comprende quindi le spese di funzionamento del programma e una quota dei costi dei servizi (casa, alimentazione e amministrazione) necessari al funzionamento dei singoli programmi..
- Nel servizio “Alimentazione” sono indicati solo le prime colazioni e i pranzi nella casa, ma non le merende e i pasti durante le attività nella strada.
- Nel preventivo consolidato abbiamo distinto i totali dei costi fissi e degli investimenti, nonché quelli dei programmi attuali e di quelli nuovi.
9 DOCUMENTAZIONE
9.1 RICERCHE
Camerlengo Camilla, Le ribelli della strada: storie di vita di ragazze di strada, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2003
Coccia Pierpaolo, Ribellarsi al carcere: storie di vita di ragazze e ragazzi di Città del Guatemala, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2004.
Cotroneo Laura, La violazione dei diritti umani durante il conflitto armato (1962 - 1996) in Guatemala, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Sociologia, tesi di laurea, 2003.
Cricchio Sofia, I gruppi delle ragazze e dei ragazzi di strada del Guatemala: uniti senza padroni nella lotta per la sopravvivenza, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2003
Fusco Evelina, I ruoli femminili nei gruppi di strada in Guatemala, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2003
Laiso Rosa - Per le strade dell’amore ritrovato, vissuto di maternità di ragazze di strada, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2002
Lutte Gérard, Principesse e sognatori nelle strade in Guatemala, Roma, Kappa, 2001
Lutte, Gérard, Les enfants de la rue au Guatemala : princesses et rêveurs, Paris, L’Harmattan, 1998
Masi Serena, Dalla marginalità all’essere protagonista: percorsi di uscita dalla strada, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2004
Tacchia Emanuele, Terminál, studio psicologico di un gruppo di strada a Ciudad de Guatemala, Roma, Università degli Studi “La Sapienza, Facoltà di Psicologia, tesi di laurea, 2003.
9.2 WWW.AMISTRADA.NET
Il sito internet www.amistrada.net permette di consultare le ricerche e di trovare numerose informazioni sul movimento e i suoi prolungamenti in Europa: bolletini, dépliants, articoli, testimonianze, lettere, foto
9.3 VIDEO
Lutte Gérard, Mirna e Mayra ci raccontano la strada, 2001
Stuer André, Leur histoire s’écrit dANS la rue, 1998