29 luglio 2017

La posta mi ha recapitato il numero 17 di Confronti che pubblica l'ultima <nota dal margine> di Giovanni.

Sotto il titolo "Testimoni di una speranza ancora viva",

Tratta del suo incontro-confronto con mons. Bettazzi.

Ha prima riferito che a loro due - <ultimi "padri" italiani del Vaticano II ancora viventi> - è parso che la <novità ormai acquisita.... che ... non può più essere messa in discussione... è questa: la Chiesa cattolica non è una piramide nella quale la ricerca di fede è pilotata da un vertice monarchico, ma, in questa Ekklesia, prevale (dovrebbe prevalere) l'ascolto della Parola, sottratta ai compromessi con i poteri del mondo secolare.... e che l'orientamento della chiesa cattolica non avesse due fonti - Sacra Scrittura e Tradizione - ma una sola proveniente dalla Parola del Signore, e che alla fatica della ricerca di risposte fossero convocate tante voci (anche dalle periferie)>.

Ha poi aggiunto: <E' stata .... mia particolare cura affermare l'importanza di portare avanti i cambiamenti nelle comunità, riappropriandoci del diritto di conoscere e vivere in concreto il Vangelo>.

Ecco quel che a me sembra sia il messaggio che Giovanni ha lanciato a tutte e tutti qualche giorno prima di morire (e di cui ha fatto cenno Luigi domenica scorsa) e che in particolare noi, che facciamo parte della Comunità nella quale ci è stato compagno, guida e maestro, penso che dobbiamo raccogliere come suo testamento: <portare avanti i cambiamenti riappropriandoci del diritto di conoscere e vivere in concreto il Vangelo>.

In vari modi questo già lo facciamo, o, meglio, ci sforziamo di farlo. Dobbiamo quindi  continuare a portare avanti i cambiamenti nella nostra comunità (ed anche fuori), sia nel conoscere che nel vivere in concreto il Vangelo. Magari sforzandoci di farlo meglio.

A questo proposito credo che non possiamo non associare alla sua ultima indicazione un altro suo lascito recentissimo: come Paolo sulla via di Damasco, tra la parola scritta e quelle incarnate dobbiamo imparare a scegliere le seconde.

Non a caso ho accennato ai cambiamenti da portare anche fuori. Giovanni la sua ultima nota dal margine l'ha conclusa così: <l'importanza ... anche di guardare con amore larghe fasce di credenti che non devono considerare il nostro avanzare come se fosse una fuga, ma possono partecipare con le comunità dell'ascolto e del cambiamento, spiegandosi con tutta la pazienza e l'amore che si richiede>.

Come farlo si tratterà di scoprirlo.

Un abbraccio a tutte e tutti.

Nino Lisi