15 luglio 2017 - intervento alla celebrazione di commiato
Domenica scorsa (9/7/17), durante la nostra celebrazione, Giovanni ha preso la
parola, e come ha fatto spesso negli ultimi tempi.
Ha parlato del vivere e del morire.
Attenzione! Non della vita e della morte che rappresentano solo l'inizio e la
fine dell'esistenza.
Domenica ho preso degli appunti per poterci riflettere e queste frasi che vi
leggo sono proprio parole sue, praticamente le ultime sue parole pubbliche.
Ci ha detto che "dal momento in cui si nasce, si vive e si muore, e che le due
cose si mescolano continuamente. Se si spende male il nostro vivere,
praticamente si muore di continuo. Vivere bene rallenta il morire, anche se la
vita si consuma. Ed è necessario vivere morendo bene, ossia avvicinandosi al
momento finale della nostra vita in modo positivo. E in cosa si esplicita tutto
ciò? Nello stare dalla parte dei piccoli e nella condivisione".
Ecco io penso che da questo punto di vista Giovanni sia veramente morto vivendo.
Ne siamo proprio sicuri tutti!
E ha continuato: "la parola è un primo passo, ma poi questa parola deve farsi
carne. E' soggetta alla persecuzione come Paolo che da persecutore è diventato
perseguitato. Infatti è scritto: <se renderete carne e sangue la mia parola,
sarete perseguitati>".
Come tutti i veri profeti - aggiungo io - Giovanni non è stato da meno.
Io mi sento una donna molto fortunata e veramente piena di gratitudine e
ringrazio perché siamo tutti qua ed è bellissimo, anche con delle persone che
forse non immaginavo. Grazie a tutti!"
Fabiola Schneider Graziosi