2017 marzo 26, Roma - comunità cristiana di base di San Paolo
canone 78 - la famiglia di Gesù
“Chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio,
che è nei cieli,
mi è fratello e sorella e madre”
Abbiamo la certezza che molteplici
siano state
le forme e le esperienze di “famiglia”
nella storia dell’umanità,
e tante altre ne verranno,
perché infinite sono le esperienze di amore.
Oggi viviamo la violenza di chi ci ricorda
che “naturale” è solo l’unione
tra un uomo e una donna,
ma a volte il rapporto diventa solo un contratto
a fini patrimoniali o riproduttivi,
contrassegnato spesso da legami autoritari.
E anche la giusta ricerca del bene del minore
non sempre riesce a risolvere situazioni
in cui il degrado culturale e l’ignoranza umana
portano a scelte comunque dolorose.
Si dà il nome di “case-famiglia” a luoghi
dove la mancanza di libertà e di rispetto
portano a soprusi e sofferenze, fino alla morte,
come nell’”hogar seguro” del Guatemala,
nel quale decine di ragazze sono state rinchiuse
per essere punite ed “educate” o “rieducate”
alle norme e ai modelli dominanti.
Vogliamo ribadire il nostro impegno
per la costruzione di un mondo inclusivo,
nel quale non si parli più di potere ma di servizio
e nel quale le giovani generazioni
possano entrare a pieno titolo,
rispettate e libere di crescere insieme,
condividendo le loro diversità.
Questo è l’esempio che Gesù ci ha lasciato,
quando, avvicinandosi la Pasqua,
riunì attorno a sé le amiche e gli amici,
per condividere le ultime ore della sua vita.
Una volta a tavola, prese il pane,
rese grazie a Dio e lo spezzò dicendo:
“mangiate, questo è il mio corpo”.
E, allo stesso modo, preso il calice del vino,
lo offrì loro dicendo:
“bevetene tutti, questo è il mio sangue”.
E aggiungendo “fate questo in memoria di me”
ci ha affidato il compito
di continuare a vivere ricordandolo
e cercando di realizzare un mondo
in cui non esistano più guerre, ingiustizie e povertà,
e si possa vivere insieme con pari dignità.