Ho iniziato questa lettera alcuni giorni fa a Roma; la termino oggi a Wallbach, dove vedo dalla finestra il Reno scorrere lentamente verso nord. Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno partecipato o aiutato nell’organizzazione di questi concerti, per le donazioni e l’interesse al progetto.
Per me ogni concerto è stato speciale e divertente.
Il primo, a Basilea, era molto rappresentativo ed ho parlato di Amistrada, dell’ispirazione che mi ha dato Gerardo e dell’idea di lavorare insieme. Dopo aver vissuto a Basilea per 8 anni ed essendo in procinto di lasciarla, era importante per me dire alla gente che amo e a quella con cui lavoravo che cosa mi ha fatto andare avanti e le cose che adesso diventano importanti nella mia vita. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato a fare questo per la loro meravigliosa disponibilità.
Ad Alghero Maria Antonietta ha organizzato il concerto ed ha fondato un gruppo di Amistrada mentre io ero là. C’era molta curiosità ed energia nella partecipazione del pubblico. Ringrazio Maria che mi ha ospitato: da lei mi sono sentita a casa mia.
A Roma ho conosciuto alcuni degli organizzatori di Amistrada: incontrare loro è uno dei motivi per cui ho voluto fare questi concerti. Remo è il presidente ed è particolarmente affascinante ascoltarlo mentre cammina lungo le strade della città che ama. Dopo il concerto il pubblico si è trasformato in tanti singoli individui interessantissimi.
Sono stata ospite a casa di Anamaria, nel centro della città, in una casa piena di storie e di persone particolari, che la frequentano. Bettie è la padrona di casa e la sua ospitalità è notevole.
A Civitacastellana c’era il luogo perfetto per questo concerto e la chiesa ha cantato con me! Ringrazio Rita e Laura per l’organizzazione e Remo per avermi accompagnato lì e anche per avermi fatto conoscere i dintorni e per le belle storie che mi ha raccontato. Ringrazio le suore clarisse, per la chiesa, la pizza ed il vino!
Canto e suono ed ogni volta imparo ad ascoltare con più attenzione il suono dello strumento che mi accompagna. In ogni luogo sembra parlare un linguaggio differente e l’acustica di alcuni posti rende l’unione con la voce completa. Questo mi da un profondo senso di gioia durante l’esecuzione.
Non è facile viaggiare con due strumenti, ma può essere anche divertente; nessuno di questi due, l’arciliuto e la chitarra, verrà con me in Guatemala. Porterò, invece, l’oud arabo, così noi possiamo conoscerci un po’.
La presentazione di questi 4 concerti è stato un punto di partenza; è come attraversare una porta verso un nuovo panorama: trasformare la mia musica in strumento sociale. E’qualcosa che non conosco molto, che ho osservato a distanza per molto tempo, ma non riesco ancora a descrivere. Spesso mi sono chiesta quello che sono capace di condividere attraverso la musica; è vero che ho una bella collezione di esperienze e so del sottile ma possente modo in cui la musica ci raggiunge e ci fa condividere.
Ho molti anni di esperienza come insegnante, ma non in un contesto come quello del Guatemala. Mi commuove il pensiero di quello che è necessario per questi giovani per trasformare le loro vite e spero che la musica sia per loro una nuova piccola fonte di forza e di gioia. Mi sento felice ed orgogliosa di lavorare attivamente con il Mojoca, di imparare e condividere con le ragazze ed i ragazzi di strada.
Ciò che porto è semplice ma pieno di amore.
Settembre 2009 Theresia Bothe